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Medico, scrittore, filosofo, musicista, Albert Schweitzer, Nobel per la pace nel 1952, offriva ai lettori una visione del mondo e dei suoi problemi tuttora attuale, affrontando già allora con spirito critico e proponitivo i grandi temi della responsabilità umana e del rispetto.
Premio Nobel per la Pace nel 1952, il «dottore bianco» ha elaborato con la sua stessa vita, oltre che con la sua opera, un pensiero che mette al centro la dignità umana. Scritto e rielaborato tra il 1913 e il 1917, Filosofia della civiltà offre un’impietosa critica della realtà e della cultura dominanti, ma l’autore individua un’importante via di ricostruzione: solo il principio del “rispetto per la vita” può illuminare il cammino dell’umanità e condurla al vero progresso. La visione di Albert Schweitzer è di grandissima attualità: molto prima della globalizzazione, sviluppa l’idea dell’interdipendenza di tutti gli esseri viventi sulla terra, anticipando la diffusione dei temi ecologici. Grazie alla sua attività umanitaria dimostra la poliedricità di un uomo rinascimentale, che spazia tra diverse discipline sentendo su di sé la responsabilità del cammino dell’uomo nel mondo.
Albert Schweitzer (1875 – 1965) è ricordato per l’opera missionaria cui si è dedicato per oltre mezzo secolo: la realizzazione del villaggio – ospedale di Lambaréné, nel cuore dell’allora Africa equatoriale francese (attuale Gabon). Ma accanto al suo impegno umanitario, la sua vita è stata contraddistinta da molteplici attività e interessi. Fin dalla giovinezza ha riflettuto sui rapporti tra etica e civiltà e sulla decadenza della nostra cultura, lasciandoci importanti scritti su Gesù, la mistica di Paolo, Bach e Goethe. Per la sua attività filantropica, nel 1952 fu insignito del premio Nobel per la Pace.