Filosofia tra east & west

Da Tarocchipensiero @MichelPelucchi

Il realismo vero, sempre ed ovunque, è quello dei poeti: scoprire la gioia e darle una voce che salga più alta di un canto". (Stevenson)

¿Non si discute forse di meta-fisica, di altitudine e superamento, quando le domande chiedono di riportare in auge il nesso tra ciò che "è dato", ormai finito, determinato semplicemente come oggetto positivo di pensiero, e il magico, quale appello all'incognito non-finito? Io credo di sì!

Sono realmente incuriosito dal realismo magico, e se volete chiamatelo Tarocchi Pensiero, fa lo stesso. Demoniaco o divino, fa lo stesso. I nomi non son le cose.

L'apprendistato con Marcel Duchamp in fondo proprio questo ci ha insegnato (fornendoci tra l'altro una preziosa indicazione per l'approccio alle Carte): che determinando l'oggetto secondo i dettami del la ragione tecnica imposta e nominale, limiteresti il tuo campo di sperimentazione a un modo soltanto, e dunque restrittivo, di catturare l'immagine, la cui naturalità e spontaneità è invece quanto più prossima ad una straordinaria "qualità del movimento", ad una nuova "essenza del pensiero". L'oggetto non rivela dunque la magia (naturalità, spontaneità), poiché reso sterile da un falso utilizzo, e per falso intendo meccanico.

Ti ho in qualche modo sollecitato a supporre che se l'oggetto risulta determinato, sarà perché in primis, ad essere coartato è il potere creativo della tua mente. Duchamp il Mago ha fatto invece dei

E mai esistente quella creazione, per coloro che certamente se ne disinteressano ma... questo il punto! Di cosa si stanno dimenticando? Di cosa ci stiamo dimenticando? Questo il punto!

" L'energia deve diventare creativa. Se non la usi in funzione della felicità, quella stessa energia verrà usata in funzione dell'infelicità. E hai abitudini così profondamente radicate, per ciò che riguarda l'infelicità, che l'energia fluirà in questa direzione con naturalezza, speditamente. Essere felici è un percorso in salita". (Osho)

sticamente certa e dalla fantasia bellina. Vuole andare in salita, espugnando oggi L'argomento di oggi vuole recuperare quell'esempio di percezione reali una fortezza chiamata Filosofia. Che a sua volta deve ri-diventare creativa.

L'energia deve diventare creativa...

Bisogna allora guardare avanti e procedere, altrimenti i fantasmi del nostro passato si concretizzano, creando quel senso di inadattabilità e ostilità verso il mondo che peggiora te stesso e l'ambiente in cui vivi. In questo senso eudaimons e kakodaimons, spiriti buoni e spiriti malvagi, sono ballerini come non mai, perché avendoli "negati razionalmente", te li ritrovi a camuffare un gesto, a storpiare una parola, oppure un'intenzione. Invero, la nostra scommessa, se superiore, sarà quella di riflettere ma soprattutto di scherzare.

Scherziamo allora con la filosofia, facendone una pratica il cui fine sarebbe quello di "(ri)crear concetti". Ed è chiaro che in questa proposta, in tutti i sensi ricreativa, non si hanno oggetti futili di pensiero. Il filosofo francese Gilles Deleuze dice di averlo imparato da Nietzsche. Quel Nietzsche che per molti è un demone, ma per noi che ce la ridiamo, resta un valido tentativo di comprensione. Dunque...

" Non si può capire la filosofia di Nietzsche se non si tien conto del suo essenziale pluralismo. E in fondo il pluralismo (detto anche empirismo) non è altro che la filosofia stessa. Il pluralismo è il modo di pensare propriamente filosofico, inventato dalla filosofia: unico garante della libertà dello spirito concreto, unico principio di un ateismo violento.

Sicché, tutto emana il senso e reclama presenza divina, dedizione molteplice ed attenzione superiore. Da questo pluralismo cognitivo e interpretativo, la filosofia intimamente vorrebbe elevarsi al punto massimo di creazione, il divino che è nei fatti estinzione di tutti i saperi regionali per entrare nel Sapere senza nomi, senza oggetto e senza identificazione di sorta. Il faro nella notte di un'ideale sapienza crolla davanti al giorno fatto di luce, rivelatore di tutti i continenti e di tutti i mari.

Quest'incondizionata apertura e ostensione - ciò che consente alle cose di manifestarsi a noi e noi alle cose - si chiama "meraviglia" - il "meravigliarsi" ( thaumázein). La filosofia al suo punto massimo...

" Ed è proprio del filosofo questo che tu provi, di esser pieno di meraviglia: né altro cominciamento ha il filosofare che questo [...]" (Platone)

Meraviglia in Occidente, "euforia costante in ogni respiro" alla Duchamp, equivalgono a Yoga (unione col divino) o samadhi (estasi) per coloro che si dedicano alla meditazione. Si equivalgono come idea, ma non nella pratica; anche se, realistica e magica ad un tempo, la filosofia si vorrebbe coinvolgere, svelare sperimentare e sparire quanto le pratiche meditative di un sannyasin, o ricercatore della verità.

In gioco ci sono le nostri attitudini, il nostro carattere, la nostra persona da mettere al vaglio di un'altra storia, di un'altra dinamica, una traiettoria più ampia che non sia la fuga dal reale in "un dio" immaginato, ma il divino euforico prender parte al movimento creativo: molteplice. Un fluir con esso... un abbandono... per poi sentire (to feel) una mano più forte afferrare i destini, unificandoli in modo impareggiabile.

Ricorda! La filosofia non è contro dio (affermazione di per sé imbecille), ma in netta opposizione all'idea di "un dio" creato dalla prepotenza di chi vuole essere inventore/creatore mentre invece puzza di umano, troppo umano. La prerogativa di quest'omuncolo, ego distorto, è proprio l'ingigantimento della personalità che giudica e dispone per altri, e questi succubi. Il despota è dunque "un dio" accentratore e uniformatore, altro che pluralismo e risate...

Da qui la dichiarata ribellione della filosofia: garante della libertà dello spirito concreto, unico principio di un ateismo violento.

Per questo noi uomini, agli umanoidi, alla loro macchina radice del falso (meccanico) pensiero e della violenza, sostituiamo le filastrocche: TUTTO EMANA TUTTO RECLAMA. TUTTO AMA!

A questo punto se vi è un faro ed una scogliera, saranno interni paesaggi di un'anima in cerca di sincerità, spontaneità e verità; sarà la nostra, la tua presenza per la notte di tutte le notti fatte d'amore sacro e profano gioco. Demoniaco o divino, fa lo stesso. I nomi non son le cose.

Se sono reali... (stupore = sospensione:)

Non giocate dunque con le formulette: dio-uomo uomo-dio. Se la filosofia è " creazione di concetti e pluralismo", allora è per lo meno anche il suo opposto: distruzione delle "balle" di cui sempre vi si raccontano le storie. Quelle chiacchiere che per alcuni diventano filosofia, per altri sociologia, teologia, religione, ecc.

  • Impara questo! Che le visioni sono molteplici, unicamente fatte di sguardi e sensazioni.

  • Impara che se sono reali ti rivelano a loro volta , ti cambiano, e tu sei creatore e distruttore, creato e assieme distrutto. Qual'è la differenza?

Solo da questa prospettiva, che avverte l'uomo di mancare ad un certo richiamo essenziale, risulta comprensibile l'esperienza divina: l'abbandono.

" È un approccio esistenziale. Arriverai alla verità non attraverso la fede, ma attraverso la tua esperienza e la tua personale realizzazione. Questo significa che dovrai cambiare completamente: così come sono, i tuoi punti di vista, il tuo stile di vita, i tuoi comportamenti, la tua mente, la tua psiche, dovranno essere distrutti. Devi creare qualcosa di nuovo che ti permetta di entrare in contatto con la realtà." (Osho)

In quel punto critico il divino in te risveglia, ritrova il centro Zen della questione; è uno dei risultati della mente simbolica: avere realtà di visione, e non "visioni della realtà scurrile".

Stiamo giocando... lo ammetto. Ma Il realismo di cui si parla è vero; sempre ed ovunque, è quello dei poeti... essi se la ridono, sono burloni. Scherzano meravigliati! E VOI, ADESSO, CHE PIÙ NON SIETE, CHE COSA CERCATE?

" "State di nuovo confondendo le cose. Conforto, rifugio, timore, sono tutte ubbie che avete imparato senza chiedervi quanto valessero. È evidente che i maghi neri si sono già procurati tutta la vostra fedeltà."

Se sono reali queste parole, allora ne verrete distrutti = trasformati.


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