Questa sera alle 21 la cantante Alessandra Amoroso canterà l’inno di Mameli introducendo la sfida calcistica tra Fiorentina e Napoli valida per la finale di Coppa Italia. La formazione partenopea ci ritorna dopo appena 2 anni, quando si aggiudicò il trofeo battendo la Juventus per 2-0.
Risultato a parte, questa sera i napoletani (30.000 circa) avranno gli occhi addosso dell’Italia. Non tanto per motivi calcistici, visto il non prestigiosissimo significato della Coppa Italia, bensì sul comportamento dei tifosi azzurri mentre sarà suonato e cantato l’inno nazionale.
Due anni fa in molti lo fischiarano, mentre Arisa lo cantava, e tutti i media nazionali e non, parlarono di questa vicenda in maniera negativa. Questa sera cosa succederà? Il dibattito è aperto, in molti durante questi giorni di vigilia nei social ma anche partecipando a programmi radiofonici hanno fatto capire che lo fischieranno, altri, invece, reputano questo tipo di comportamento ingiustificato o comunque un modo di protestare che non serve esponendo i napoletani all’ennesima gogna mediatica.
Senza volerci dilungare sui temi storici di cui abbiamo parlato a più riprese sul nostro giornale, è chiaro che il risentimento napoletano nei confronti di questa Italia, soprattutto pensando al Nord è molto forte. Una politica che poco pensa, ed anzi tartassa e non considera il Sud, sono la ciliegina sulla torta ad una situazione che vede Napoli sulla bocca di tutti. Per alcuni fischiare l’inno sarà un dovere, per altri cantarlo un onore.
Sono ormai anni che calcio, politica, ideali e pregiudizi si mischiano tra loro. Due anni fa fu gogna mediatica per i napoletani che fischiarono l’inno e la storia si ripeterà se questo dovesse accadere nuovamente stasera. Ma una cosa ci teniamo a sottolineare e a far emergere con forza. Questi stessi media che criticano questo tipo di comportamento con fermezza dovrebbero farlo anche quando sugli stadi si espongono striscioni o si cantano cori che inneggiano al Vesuvio, al colera, alla spazzatura e tanto altro che offende e discrimina un cittadino napoletano. Quando questo accade siamo italiani? Oppure lo siamo solo quando fischiamo l’inno?