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Finalmente a casa: Baan Paa Kaaw/Sakon Nakhon

Creato il 26 novembre 2012 da Italianoabangkok @BeingAndrea
  • Wapi Patumi dista da Sakon Nakhon solamente 137 km ed un numero imprecisato di curve. Da Bangkok i km da percorrere sono quasi 700. In entambe i casi, oltre al numero di curve, anche il tempo che con i mezzi pubblici ci vuole per percorrere la distanza da una città all’altra rappresenta un’incognita difficile da prevedere. Partenza ore 11 arrivo ore 17,50; 3 autobus e 3 ore di sosta in un villaggio di cui non ho scoperto il nome aspettando la “corriera” come in un film italiano anni ‘60, con gente che al posto della valigia aveva uno scatolone legato con lo spago. Le 6 ore e 50 minuti non sono state quelle impiegate per arrivare da Bangkok ma quelle con le quali ho percorso gli ultimi 137 km del mio ultimo viaggio in Isaan.

    Finalmente a casa: Baan Paa Kaaw/Sakon Nakhon
    Alba in Isaan

    Mentre a Bangkok continua a piovere, nonostante si avvicini la festa del Loy Kratong e quindi la stagione dei monsoni sia ufficialmente finita, qui al confine con il Laos e la Cambogia le piogge sono state piuttosto scarse quest’anno e già da diverse settimane la terra è secca e le fragili piante del grano stanno imbiondendo preparandosi così per essere tagliate. La mietitura è iniziata in molti appezzamenti e il mio arrivo a Baan Paa Kaaw senerà per la famiglia di Noom la fine del lavoro nei campi.

    Finalmente a casa: Baan Paa Kaaw/Sakon Nakhon
    Non è un quadro di Monet ma gente vera al lavoro nei campi

    E’ difficile da spiegare a parole ma trascorrere le giornate nei campi con la schiena piegata sotto al sole a mietere è per me qualcosa di estremamente rilassante. Rileggendo quanto appena scritto mi rendo conto che sembri folle, eppure è proprio così. Le giornate in Isaan scorrono praticamente tutte uguali e alla fine ci si sente stanchi fisicamente, pronti a divorare qualsiasi cosa ci venga messo nel piatto e a far riposare i muscoli sul duro pavimento in attesa che un nuovo giorno inizi.

    Nei campi l’arsura della gola non ci impedisce di ridere e scherzare, di alternare a conversazioni serie sulla stagione bizzarra e il cattivo raccolto di quest’anno con argomenti più leggiadri e frivoli. E quando il caldo non ci permette più di parlare ci pensa la radio a tenerci compagnia, a fare da sottofondo ai nostri pensieri.

    Da bambino mi avevano illuso che i galli cantano all’alba; a Baan Paa Kaaw i galli cantano durante tutta la notte. Quando alle 5,30 arriva il momento di mettersi all’opera i galli stranamente svaniscono nel nulla. Quando in lontananza il sole spunta fuori da dietro gli alberi vuol dire che è ora di andare nei campi. Stessa uniforme di un anno fa -felpetta a maniche lunghe, guanti e cappello per proteggersi dal sole e dai ruvidi steli del riso-, stessi movimenti meticolosi -in modo preciso e monotono una mano afferra le spighe allontanandole dal corpo girandole verso terra e l’altra con la falce le taglia con un colpo netto, salendo dal basso verso l’alto-, stessi volti segnati dal tempo: questa volta non c’è la sorpresa dell’anno scorso.

    Finalmente a casa: Baan Paa Kaaw/Sakon Nakhon
    In Thailandia come in Messico: SIESTA TIME!

    Dopo pranzo il caldo obbliga al riposo in attesa che la temperatura si faccia meno rovente.

    Questa volta per me i giorni nei campi sono stati pochi e il senso di familiarità acquisito con la gente e i luoghi hanno fatto si che volassero via letteralmente.

    Arrivato il momento di tornare a casa un nuovo filo di cotone bianco è comparso sul mio polso.

    A completare la lista dei contrattempi che hanno caratterizzato questo girovagare per l’Isaan non poteva non mancare l’inseguimento dell’autobus.

    Finalmente a casa: Baan Paa Kaaw/Sakon Nakhon
    All’inseguimento del bus

    La vicina di casa in ritardo ma nessuno sembra curarsene più di tanto. L’orario del passaggio dell’autobus inesorabile s’avvicina e quando ci decidiamo a chiedere un passaggio a qualcuno di più affidabile le probabilità di arrivare in tempo sono praticamente uguali a zero. Alla stazione dei bus non c’è più nessuno, solo il ragazzetto che vende i biglietti che ci dice che siamo 5 minuti in ritardo e non possiamo neppure richiedere il rimborso: non ci resta che raggiungere l’autobus alla sua prossima stazione, 30 km più avanti dove si fermerà un quarto d’ora.

    Inutile affannarsi perché le cose vadano come vogliamo: lo faranno solo se è destino che lo facciano.
    Andrea in Thailandia

    Posted 1 hour ago

    Tags: Isaan, Thailandia, sakon nakhon, sakhon nakon,


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