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Finalmente, Ave Cesare – Recensione Ignorante

Creato il 11 marzo 2016 da Mandolinif @MandoliniF

AVE-CESAREAve Cesare: Voto 7,5

Un bel regalo alla storia del cinema, specialmente a quegli unsung heroes che tirano le fila per far andare tutto liscio nella fabbrica dei sogni.
Con questa definizione spiegherei, in poche parole, ciò che nel profondo mi ha lasciato la visione di Ave Cesare, ultimo film dei fratelli Cohen dal 10 marzo nelle sale cinematografiche italiane.

Mi ci è voluto un po’ ad arrivare a questa sintesi.
In principio – ed in maniera sicuramente più banale – ho percepito Ave Cesare come un omaggio alla storia del cinema, specialmente a tutti i classici degli anni ’40/’50 in cui è ambientato: dai kolossal, ai western, fino ai musical con marinai canterini (famosi in Italia come “musicarelli”, definizione che adoro specialmente quando ti vedi apparire un Little Tony o un Gianni Morandi vestito da marine pronto ad andare in guerra cantando), passando per i saloni borghesi in stile “Eva contro Eva” fino agli…acquari??? Ok questa parte è un po’ confusa, ma immagino sia un mio deficit.

Tornando a noi: un omaggio. Il film inizialmente può sembrare un omaggio a quell’epoca ma non credo lo sia. Anzi, direi che è una parodia votata a mostrare, ai nostri occhi post-moderni, tutte le debolezze del cinema (e del pubblico) che in quegli anni era proibito mostrare.

Questo di fatto è il ruolo del protagonista Eddie Mannix (Josh Brolin, che fa un lavoro attoriale eccelso): mantenere lo sporco sotto il tappeto. E così gli attori cani vengono promossi a ruoli di primo piano senza che i registi possano lamentarsi, le dive devono rimanere simbolo di femminilità anche se volgari come scaricatori di porto e gli stessi registi si credono dei novelli creatori divini anche se devono maneggiare materiale scadente. In pratica Joel e Ethan Cohen hanno riscritto Boris, la cosa migliore capitata all’Italia dal Risorgimento in poi, adattandolo alla Hollywood della golden era.

Contrariamente a quanto viene mostrato dal trailer Ave Cesare è un film corale dove nessuno dei grandi nomi presenti (George Clooney, Scarlett Johansson o Channing Tatum solo per citarne alcuni) la fa veramente da padrone, lasciando le redini della pellicola (sì, mi piace pensare che i film siano ancora in pellicola) e della storia narrata in mano a Brolin.

La sceneggiatura, che raramente coi Cohen delude, è quella di un classico thriller comico à la Grande Lebowski, con ampi spazi dedicati alla critica sociale resa tramite il ricorso all’assurdo e al grottesco (penso in particolare [SPOILER MINORI AHEAD] al dialogo di Mannix con le quattro personalità religiose cristiane ed ebraiche o le scene tra Clooney/Whitlock e gli sceneggiatori membri del Partito Comunista USA [FINE SPOILER MINORI]).

In generale il tema del film è il mantenimento dello status quo – sia che si tratti di come le star di Hollywood vengono percepite dal pubblico, sia a livello storico ed economico su scala globale – ben sapendo che questo status è impossibile da mantenere.

È un ritorno voluto ad un epoca più naif del cinema e della società, dove solo chi è capace di vedere i fili che legano le diverse realtà ne esce bene, mentre gli altri personaggi sono o utili idioti (questo lo scopo del character di Clooney, ma anche di quello di Alden Ehrenreich, la star dei western Hobie Doyle) o comunque collusi con un sistema (Johansson e Tatum) in cui chi dovrebbe vigilare (i media, rappresentati da Tilda Swinton nel doppio ruolo di Thora e Thessaly Thacker) tiene più alla propria immagine/fama/nome piuttosto che ai fatti.

Unico neo che mi sento di segnalare nel film è il finale troppo affrettato. Risulta anticlimatico, lasciando un po’ una sensazione di “Già finito? Sicuri?”, cosa che, a ben vedere, altro non è che un marchio di fabbrica dei Cohen.

Riassumendo: di sicuro non siamo davanti ad un nuovo Fargo, Grande Lebowski ma nemmeno Fratello Dove Sei?, però si può dire che, dopo qualche passo falso di troppo negli ultimi titoli usciti, i Cohen hanno saputo tirar fuori un film alla pari delle aspettative, il che non è poco.

CONSIGLIO FINALE: Ave Cesare!

Francesco Mandolini

PS
Se era veramente lui e non una controfigura, Tatum balla da Dio.

PPS
Scarlett “Freakin'” Johansson.


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