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Anche se In ritardo, in ampio ritardo, a breve inizierà il congresso del partito democratico, unico partito italiano di rilevanti dimensioni che utilizza ancora metodologie democratiche e partecipative per confrontare e condividere le proposte politiche e programmatiche.
Altri, che hanno l'orgoglio di farsi chiamare movimenti, ritengono che in tempi di guerra più che un congresso, sia necessaria una più efficiente disciplina, preferiscono delegare ad un dettagliato e partitocratico regolamento la coesione del proprio gruppo dirigente, il progetto politico invece resta ancora il manifesto più di uno schiamazzo che di una rivoluzione, l'ennesimo che fatica a trasformarsi in un tangibile risultato amministrativo.
Meno interessante assistere invece al reiterato partito personalistico che non si riforma nemmeno davanti alle condanne del proprio leader, nessuna delega alle giovani generazioni, il partito rimane specializzato in prodotti politici che hanno lo scopo di soddisfare ampie fasce di consenso e che riproducono una destra modellata per le rivendicazioni individuali ed egoistiche dei propri consumatori.
Ma è il partito democratico che rimane l'oggetto dell'attuale mistero, dopo la non vittoria elettorale e le scissioni manifestatesi nei primi e importantissimi passaggi istituzionali di questa legislatura, dovrà affrontare le velleità di vecchi e nuovi leader, riconoscere l'utilità di una fratricida rottamazione, evitare le future cariche di razza dalmata.
E allora, si darà nuova forza alla parola, articolate analisi politiche dovranno spiegare più che il recente passato, il più immediato futuro, oltre alle mozioni e alle rivalità delle fazioni schierate, il congresso dovrà riaccendere una fiamma che dia il bagliore non di una tormentata fusione fredda, ma la luce di una coraggiosa energia alternativa.
Il partito democratico rimane il progetto di molti ambiziosi e rivoluzionari ricercatori che non intendono arrendersi davanti all'ennesima delusione, si sono preparati per affrontare le sfide più difficili e hanno l'entusiasmo per cercare nuove risposte.
Ma se non tutti riescono a cogliere l'importanza della sfida, della promessa, se si preferisce adeguarsi a più comodi compromessi, se si ritiene sufficiente salire su carri di inutili vincitori, allora ci si accontenterà delle convenienze e si spegneranno gli entusiasmi per conseguire una nuova scoperta.
Prima che il partito democratico riprenda il cammino dovrà essere rianalizzato l'intero impianto teorico, agevolato il confronto delle tesi, si dovrà comprendere più che convincere, ridefinire gli obbiettivi di azioni che devono convergere e coinvolgere, provare a non farsi intossicare dal fascino di una insana competizione che principalmente permette di misurare le diversità e che individua più che acclamati leader sterili divisioni.
Ma chi non é abituato a vincere perde l'orizzonte, ripercorre strade battute, emula processi osceni e vincenti, pensa a costruire l'esercito, a porvisi a capo, organizza le gerarchie, si adegua alle strategie, l'apice vibra a tal punto che i cocci del partito aspettano ordinatamente nella loro posizione innaturale e cercano di capire se a breve saranno nuovamente raccolti.
Aspettare é la parola d'ordine, tutti in attesa dei risultati di un altro esperimento, a volte così vicini a volte così lontani da questa nuova scoperta, i primi test non danno buoni segnali, speriamo a breve di visionare le ricette, poi finalmente capiremo se siamo in grado di disporre di un nuovo principio attivo o di un eccipiente. Le primarie hanno rappresentato l'avanguardia, ora serve adattare ed implementare lo statuto, migliorare la proposta, ridefinire i compiti, rispondere alle richieste di chi chiede il rinnovamento degli organi dirigenti, migliorare gli strumenti per trasformare le diverse opinioni politiche in azioni condivise, utilizzare le potenzialità delle nuove tecnologie, stabilire i principi, aderire ad una carta costituzionale del partito democratico che dimostri che l'impegno che ci assumiamo garantisce la necessaria credibilitá per chiedere ancora una volta la fiducia dei cittadini.
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