1983: Vivement dimanche! di François Truffaut
Ventunesimo e ultimo film di un Maestro del cinema.
Dal romanzo Morire d’amore (The Long Saturday Night 1962) di Charles Williams, un omaggio ai b-movie noir e alla sophisticated comedy della Hollywood classica (guardando i protagonisti del film vengono subito in mente Myrna Loy e William Powell, Katherine Hepburn e Spencer Tracy), ma anche alla sua compagna Fanny Ardant, qui splendida protagonista assoluta, da lui sposata un paio d’anni prima (1), forse poco credibile come umile segretaria di cui il capo non si accorge… ma è talmente affascinante che tutto le si perdona.
A volte grottesco e volutamente inverosimile nella sua trama eccezionalmente intricata, ancora oggi a distanza di tanto tempo si mostra vivace e pieno di ritmo, piacevolissimo nella sua leggerezza e ironia. Il che è confermato dal perdurante entusiasmo della critica:
“La sceneggiatura miscela con notevole abilità l’humour e la suspense, in un film in cui più che la trama, volutamente intricata e traboccante di colpi di scena e di personaggi bizzarri, conta l’atmosfera piacevolmente retrò” (Manuel Celentano), “Truffaut ha fatto un bel film “alla maniera di…” ricalcando il cinema nero hollywoodiano degli anni ’40 nella grana del bianconero, nell’uso delle luci, nel taglio delle inquadrature, nel ricorso agli stereotipi del genere” (il Morandini), “Ancora una volta il rivoluzionario del cinema francese, a cinquant’anni suonati, si conferma lucido e provocatorio” (Maurizio Imbriale), “Ultimo interessantissimo lavoro, siglato in regia da François Truffaut. Il cineasta francese chiude la sua carriera con un film citazionista, in questo rappresentato dalla splendida Fanny Ardant, quintessenza di tutte le precedenti “eroine” coinvolte nel giallo, spesso senza preavviso. La tensione è stemperata da un tono lieve di commedia che lo rende appetibile all’intero arco di pubblico, adolescenti (intelligenti) compresi” (il Davinotti), “Evidente una forte componente onirica del film, un’altra indiretta riflessione sul fenomeno cinema, su ciò che in esso ci attrae, ci affascina, ci coinvolge…” (Franco La Polla).
p.s.
Splendida la fotografia di Nestor Almendros (abituale collaboratore di François Truffaut, Eric Rohmer, Martin Scorsese, Terrence Malick, a lui dobbiamo -tra l’altro- lo splendore de I giorni del cielo, Kramer contro Kramer, Laguna blu, La scelta di Sophie, L’ultimo metrò).
note
(1) “Vivement Dimanche! è il suo testamento cinematografico, è la sintesi, il perfetto equilibrio tra i due oggetti d’ amore, la donna amata e il cinema, quello americano nella sua accezione mitica…” (Paolo D’Agostini)
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