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Finalmente il PostModerno

Creato il 14 marzo 2013 da Giorgiofontana
Finalmente il PostModernoL’uomo moderno, quello che ci rappresenta nel mondo occidentale, nasce con la coincidenza di due eventi diversi tra loro ma che cambiano radicalmente l’antropologia socioculturale dell’uomo.
Nella seconda metà del 1400 la navigazione, icona della mobilità tra mondo antico e contemporaneo,  vede l’apporto di nuovi strumenti, tecnologie e modi di produzione che consegnano l’opportunità alle menti curiose per esplorare gli oceani e varcare senza soggezione le colonne d’Ercole.
In Germania Gutemberg, probabilmente suggestionato dalla scoperta proveniente dall’Asia, ancora parliamo di connessioni tra Mondi, produce i libri a stampa con caratteri mobili e consegna alle menti curiose e aperte l’opportunità dell’accesso alla conoscenza.
Il periodo che ne consegue, il Rinascimento, è la commistione perfetta tra risveglio della Scienza, creatività nell’Arte e le basi dell’Economia attuale, basata sul commercio, gli investimenti e la finanza. La Prospettiva è l’invenzione che sintetizza e metaforizza tutto questo.
La Prospettiva è una convenzione simbolica come lo è la lettura; leggere è un’attività innaturale, presuppone la conoscenza di un codice convenzionale e un processo di trascodifica delle parole in immagini.
La Propsettiva, col suo punto di fuga multiplo, apre la visione antropocentrica verso l’infinito, oltre il pregiudizio ed il buon senso e lo proietta verso l’esplorazione. Cosa c’entra tutto questo con noi? Sono passati 500 anni e sembra che si stia chiudendo un ciclo vitale. La comunicazione umana sta accelerando con l’apporto tecnologico e scientifico e questa accelerazione produce un’energia che non è più possibile distribuire in modo equilibrato e neppure assorbibile senza che la sua risultante sia un violento incidente.
Come si dice, cadere non è pericoloso, è l’impatto seguente che è letale. Se dovessi definire la social tv, alla luce di questa introduzione, direi che essa è il processo prospettico di un mezzo, la vecchia televisione, a cui manca, per la sua natura di collettore di immagini bidimensionali. L’uomo che è nato dalla lettura e dalla stampa è l’identità individuale, la consapevolezza che scelte e comportamenti devono essere messi in relazione tra il sè e la  collettività, mentre l’uomo medievale era un individuo il cui confine era quella necessaria coesione del microcosmo, dentro il quale era imploso l’antico Impero.
L’identità individuale ha avuto la sua crisi con l’impatto tra individuo e regimi totalitari, tra modo di formare il pensiero liberale e relativista con quello ideologico e invasivo dei mezzi di comunicazione di massa.
Nella seconda metà del 900 fino a ieri l’individualismo ed il pensiero multiforme ha avuto le sue prospettive nei diritti civili, nelle lotte antimilitariste, nell’arte underground, nello spiritualismo e nelle droghe sintetiche. Un magma denso che a poco a poco è diventata la liquidità postmoderna, dove l’unica ideologia rimasta è il misurazionismo.

Social tv significa epifenomeno mediatico misurabile; la sua crescita negli USA è stata complessivamente del 386% nel 2012 rispetto all’anno precedente con 874 milioni di interazioni quando nel 2011 erano state 189 milioni, questo secondo i dati di Bluefin Labs, uno più autorevoli osservatori americani del settore.
Gli eventi televisivi che hanno goduto del maggior successo sono stati Le Olimpiadi e le elezioni presidenziali, come eventi ripresi dalla televisione, ma anche, se non soprattutto, eventi televisivi, come x-factor e i grammy award.
In questo senso il reality sta godendo di una seconda giovinezza, inteso non tanto come genere quanto come commistione tra realtà e rappresentazione, in cui il plus è quel ‘coro’ attorno all’avvenimewnto, questo sì in tempo reale e questo sì senza mediazione autorale e senza direzione.
Ci si deve interrogare se questa mancanza di mediazione apporta o sottrae senso.

La social tv è un epifenomeno, io l’ho definita in questo modo in un mio articolo e avevo definito anche 3 precise condizioni perchè ci si potesse trovare dentro:
“Perchè si possa parlare di social tv, a mio parere, ci devono essere: 1) un evento che determini il tempo narrativo 2) un device televisivo che sincronizzi l’evento al lato social 3) una community di conversatori che interagiscono tra loro”
La novità assoluta è la sincronicità tra due oggetti, Internet e la televisione, di cui il primo è un luogo e l’altro un media che rappresenta e trasmette luoghi.
Il luogo, a sua volta, in cui si consuma la nuova liturgia, è una rete di persone che si conoscono in modo virtuale. Come nel Medioevo il luogo astratto, il divino, si impersonificava nelle istituzioni medievali, le gerarchie religiose e la terra, il Papa e l’Imperatore, oggi una religione globale immanente, figlia della deregulation post industriale più che della cultura libertaria, la Coscienza globale interconnessa, incontra gli investimenti finanziari e la liquida potenza dell’informazione applicata al business. Per il business tutto questo dovrebbe avere un senso preciso.
Avere di fronte il consumatore non in una pelle astratta ( come panel probabilistico ), ma nella sua rappresentazione virtuale, realmente presente ma trasposto.
Un utente, consumatore, prosumer che rivela i tanti target di cui fa parte, partecipando al lavoro, non retribuito, della creazione dello spettacolo.
Nuovi modelli di marketing saranno generati dalla social tv, tutti ne sono certi, anche se ancora non ne sono stati definiti.
La sfida è aperta e stimolante. Per l’uomo comune, invece, un nuovo Medioevo che si muove dalle convinzioni inamovibili della transizione di fine dell’Impero, fino alla ricerca di Nuovi Mondi con molte eresie e molti desideri. Qualcosa che cerchi nella sempre più diffusa mancanza di libertà individuale il Senso della propria umanità, perchè è dentro la crisi che si costruisce il futuro, o almeno così è se vi pare. La pulsazione della Storia, in conclusione, quell’andare avanti, fermarsi per poi riprendere il battito è legata a tanti fattori.
Migrazioni, scoperte geografiche, scientifiche e tecnologiche, rivoluzioni sociali e impatti mediatici.
A dispetto della velocità del nuovo moloch elettronico la Storia occidentale sembra congelata.
La politica è sempre la cartina di tornasole per capire il fermento che tiene vivo un modello.
La crisi del comunismo e del capitalismo poi, ci hanno fatto capire che erano modelli socio-economici che vivevano l’uno di riflesso per l’altro, si davano un senso vicendevole.
La televisione è stato il driver ideologico di quell’impero simmetrico che sta morendo.
La social tv ne è, in qualche modo, l’esecutore testamentario.

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