Ma dietro a una situazione di apparente stasi, qualcosa si sta muovendo. A una precisa domanda del delegato Fiom, e cioè cosa ne sarà del gruppo domani, dal momento che a fine ottobre il presidente di Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini ne ha annunciato la cessione, i vertici dell’azienda hanno glissato. Non hanno risposto.
Bassanini ha specificato che il disimpegno della Cdp (la catena di comando è questa: Fincantieri fa parte di Fintecna, holding del Tesoro ceduta alla Cassa insieme a Simest e Sace) non sarà totale, ma che sarà tenuta una quota di minoranza dal braccio operativo Fondo strategico italiano. In questo senso – Bono questo non l’ha mai escluso – potrebbe riaffacciarsi l’ipotesi di una quotazione in Borsa, anche se la Cdp si impegnerebbe anche nella ricerca di un partner industriale o finanziario (del resto, la visita del premier Mario Monti in Qatar serviva anche a fa conoscere le aziende oggi in pancia alla Cdp). Ma come per le commesse, anche in questo frangente le cose sono destinate a muoversi con lentezza. Probabilmente la Cdp vorrà un piano industriale – così come per le altre società passate sotto il suo ombrello. Senza dimenticare che Fincantieri sta portando avanti un processo di acquisizione con Stx Offshore, azienda che per dipendenti, fatturato e stabilimenti vale quanto la stessa Fincantieri, ma che come suggerisce il nome opera in settore commercialmente più vivace di quello delle navi da crociera. Il ritiro dello Stato non è comunque immediato: «potrebbero passare anni» assicura una fonte di settore, perché l’obiettivo, almeno sulla carta, non è la dismissione, ma la valorizzazione. Tra l’altro l’operazione Stx, annunciata come in dirittura d’arrivo a fine mese, sta subendo a sua volta dei ritardi e dei rallentamenti.
Intanto, la situazione all’interno del gruppo illustrata ieri è questa: la capacità di lavoro degli otto cantieri è di 13 milioni di ore, al momento c’è lavoro solo per 7,5 milioni di ore. L’accordo sulla cassa integrazione scade a fine 2013, dopodiché sarà necessario trovare una nuova quadra col governo. «Anche arrivassero le commesse – segnalano Bruno Manganaro e Giulio Troccoli della Fiom genovese - i tempi rimarrebbero lunghi, perché parliamo di prototipi. Quindi è necessario un lavoro di progettazione a monte». Del resto, segnala Troccoli, gli scarichi di lavoro oggi cominciano a sentirsi proprio negli uffici: effetto diretto del calo di domanda del mercato. «È stata nuovamente ventilata l’ipotesi e la disponibilità – dice Tiziano Roncone, segretario generale Fim Liguria – a realizzare altri prodotti che non siano solo navi, vedremo se questo potrà in futuro portare a qualcosa». «L’azienda ha in sostanza confermato l’accordo dello scorso 21 dicembre – dice Antonio Apa, segretario generale Uilm Liguria - con l’impegno a non chiudere alcun cantiere». Sestri Ponente impegnerà circa 300 lavoratori fino a ottobre 2013, con la chiatta e i cassoni per la “Costa Concordia”. A Riva la cassa è destinata ad aumentare con il trasferimento della Fremm, sul cui programma – anche in questo caso – il governo non ha fatto chiarezza. Infine, Muggiano: la situazione meno critica, con due sottomarini in ordine e trattative – riservatissime – per due nuovi maxi-yacht.
Fonte: Shippingonline
Iscriviti alla Newsletter del Dream Blog Cruise Magazine!