Finché morte non li separi

Campbell tomato soup, Andy Warhol
Sigla iniziale: musichetta immotivatamente vivace che tenta di essere avvincente con scarso successo.
Riassunto delle puntate precedenti: Rug è indeciso, vorrebbe dare una svolta alla sua vita con l’ennesimo matrimonio, ma qualcosa lo frena. Brut ha preso la situazione in mano e pare averlo messo alle strette. Rug sente di essere un po’ ingrassato, ma non così tanto da cedere alle restrizioni di Brut. Brut gli ha chiesto di sposarlo nella chiesetta di Oh mio dio ancora voi, chiesetta che a Rug proprio non piace, ma ci si è trovato a celebrare il suo matrimonio ormai già quindici volte e pensa che una volta più, una volta meno, non può far differenza. In verità, non vorrebbe sposarsi affatto, l’estate sta arrivando e, nonostante i suoi sessant’anni suonati, vorrebbe viverla da single con qualche scappatella nella nota casa d’appuntamenti in riva al mare Là dove batte il sole. Brut ha subodorato qualcosa, facendo leva sul suo indiscutibile sexappeal da baldracca in pensione, al quale sa che Rug non sa sottrarsi, minaccia di lasciarlo. Questa volta, con molta difficoltà, lui sembra resistere a tutto quel fascino e…
Puntata numero: ho perso il conto.
- Rug, non puoi dire di amarmi e non volermi sposare.
- Brut, non ho mai detto di non volerti sposare, ho soltanto detto: non adesso.
- Non adesso? Perché mai?
- Perché l’abito da sposo mi sta stretto!
- Allargalo!
- È un modello Tarzanful e i modelli Tarzanful non si allargano, si rovinerebbe.
- Balle! Tu sei un sarto!
- Brut, sei in errore. Non sono un sarto, ma uno stilista.
- È la stessa cosa.
- Tecnicamente non è la stessa cosa...
- Poche storie, prendi ago e filo e allarga quel maledetto vestito.
- Giammai!Piuttosto mi metto a dieta.
- Dieta? Rug, sai a cosa vai incontro se ti metti a dieta?
- Dici che io…
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- Rug, tu, cosa? Rug, sembri imbalsamato…
- Dici che io dovrei rinunciare alle mie frittelle di mele preferite per entrare in quel vestito?
- Sì, niente frittelle per almeno dieci mesi.
- Allora, no!
- No, cosa?
- Non ti sposo!
- E me lo dici così?
- Ho detto: no. Sono due lettere, non mi sembra difficile, non posso aver sbagliato.
- Potresti farmi capire che ti dispiace, avere un’espressione più triste, mentre me lo dici.
- È l’unica che ho, Brut. Sai che dopo quel…
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- Rug, ma che hai oggi? Quel, cosa?
- Quello spavento che mi son preso in terza elementare alla festa di Fig…
- Oh, sì, Fig… prometteva bene già da piccolo. Adesso è…
- Brut!
- Non penso possa essere brutto! Fig rendeva giustizia al suo nome, era proprio figo!
- Brut sei tu!
- Io brutta? Ma se anche quest’anno mi hanno assegnato il titolo di Miss non presentarti più!
- Brut, non far finta di non capire. Smettila di lusingare Fig. Sei quasi mia moglie?
- Mi sposi?
- No, ma dopo il nostro quindicesimo divorzio sei sempre quasi mia moglie.
- Ti odio!
- Io non posso nemmeno mostrarti quanto ti odi io. Dopo quello spavento a quella festa la mia faccia non si è più riassestata e vivo con questa eterna espressione…
- Imbecille.
- Che dici, Brut?
- Dicevo… imbecille, quel Fig, a proposito, sai ancora dove vive?
- No, ma potrei ingaggiare…
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- Ingaggiare?
- Brut, vedi perché non ti sposo? Tu non comprendi le mie intenzioni. Non ci arrivi da sola?
- Un detective?
- No! Una sfida con me stesso per superare questo trauma. Quando riavrò le mie espressioni sarò io il più bel pensionato del quartiere, altro che Fig!
- Figurati!
- Non mi trovi il pensionato più sexy, eh?
- Certo che sì, dicevo, figurati Fig che invidia che proverà. L’idea del detective per trovarlo non sarebbe male, chissà che fusto è diventato in tutti questi anni, magari è anche ricco…
- Fusto? Chi? Cosa? Perché? Dove?
- Calma, Rug! Una domanda alla volta che è già tanto.
- Che domanda?
- Allora, mi sposi?
- Potrei pensarci e dirti di…
Sigla finale:la stessa di prima, ma con un sound più romantico e sexy, anche se ne appare oscura la ragione.
[Scusa nonna M, ho dovuto farlo :D]