Titolo: Finché zombie non ci separi
(come sopravvivere agli zombie e salvare un matrimonio)
Autore: Jesse Petersen
Editore: Multiplayer.it edizioni
Anno: 2013 (2010)
Genere: comico/horror
Formato: cartaceo/elettronico
Trama:
Conosci Sarah e David…
Sarah e David sono una giovane coppia in crisi: l’alchimia che c’era prima ormai sta svanendo e il loro matrimonio rischia di andare in fumo. Da qui la necessità di seguire una terapia di coppia… una costosa serie di sedute con la dottoressa Kelly, che potrebbe essere l’unica ancora di salvezza per i due sposini. Un bel giorno, proprio mentre sono diretti verso lo studio della psicoterapeuta, Sarah e David notano delle stranezze intorno a loro: la superstrada è deserta, la solita guardia di sicurezza al parcheggio dell’edificio non c’è e la Dr.ssa Kelly sta strappando a morsi la gola di un altro cliente…
A quanto pare Sarah e David hanno scelto il momento sbagliato per uscire di casa, perché stanno spuntando zombie da ogni angolo della strada! Un virus sfuggito a un laboratorio universitario ha trasformato Seattle in una zona di guerra, piena di mostri antropofagi che attaccano le persone. La situazione peggiora di ora in ora. Dopo aver eliminato la vorace (ex) psicoterapeuta, i nostri due protagonisti devono prepararsi a sopravvivere a un’Apocalisse zombie…
Conosci gli zombie…
Sarah e David lotteranno per la sopravvivenza, ma i loro problemi di coppia non svaniranno magicamente solo perché assediati e in pericolo di vita. Riusciranno a unire le forze, salvare la pelle e i loro succulenti cervelli senza uccidersi l’una con l’altro?
Giudizio:
Recensire questo romanzo non è facile. Da un lato c’è la promessa di innovazione e dall’altra la delicata questione dell’ambito zombie, perciò analizzeremo entrambi gli aspetti separatamente prima di giungere alle conclusioni.
Senza alcun dubbio, il libro è stato pubblicizzato – e dunque venduto – come il primo di una serie comica sulla caccia ai non-morti con tutto ciò che ne segue: spargimento di sangue, sacrifici, tanto viscidume tipico del genere. Si parte da uno squarcio di vita quotidiana sino a giungere a una paradossale fuga da Seattle dove i protagonisti sono costretti a lasciarsi alle spalle i vari problemi coniugali e anche qualche amico di troppo. Fin qui nulla di eclatante, la trama non si discosta granché da ciò che il pubblico si sarebbe aspettato da un libro del genere.
I primi problemi arrivano quando è un veterano a mettere le mani sul volume. Saltano agli occhi tante piccole imperfezioni che potrebbero sembrare bazzecole ma che invece rappresentano alcuni degli elementi più importanti per una storia a base di zombie: il contagio e la diffusione della malattia.
È inutile intraprendere una discussione filosofica a riguardo, ci sono migliaia di versioni differenti, ma quando manca la cura dei dettagli – soprattutto di questo tipo – si rischia di far storcere il naso a lettori più attenti. E siamo sinceri: se dal momento del contagio a quello in cui la trasformazione è completa passano circa dieci minuti… non andrò oltre e lascerò a voi il compito di finire la frase per me.
Il linguaggio è eccessivamente scurrile ma, ancora una volta, questo aspetto fa parte del gioco. Quando si vive una situazione di crisi non si è soliti ricorrere a termini quali vossignoria o se v’aggrada. No. Tuttavia, se a termini volutamente meno raffinati si aggiungono dialoghi poco realistici il risultato non è dei migliori.
Il lato comico del libro è tuttavia ben strutturato, non a livello di Zombieland ma abbastanza piacevole da strappare un sorriso anche dopo le precedenti premesse un po’ troppo dure. Inoltre il background da geek dell’autrice emerge spesso nelle citazioni di capolavori del cinema horror nei momenti giusti.
Le valutazioni finali, dunque, saranno due e separate.
La prima, da veterana, è seguita dal consiglio di non farsi troppe illusioni su questo titolo. È piacevole fino a un certo punto ma infastidisce molto se, come me, ci si è lasciati influenzare dalla pubblicità. Un 2 su 5 come storia zombie è decisamente generoso.
La seconda è la seguente: avete una ragazza (o un ragazzo) che non vuole saperne di giocare a the last of us con voi o che trascorre 40 minuti a guardare il cellulare anziché tenervi compagnia durante una puntata di the walking dead in TV? Iniziate dandole/gli questo libro, sarà come far entrare in acqua prima l’alluce per preparare il resto del corpo al freddo. In questo caso il libro può aspirare a un 3,5 su 5.
Avete già letto il libro (o, perché no, l’intera saga) e volete dire la vostra? Non siete d’accordo con la recensione? Sarei curiosa di leggere le vostre opinioni.
[Se siete in cerca di un buon survival horror sugli zombie vi consiglio ancora una volta Diario di un sopravvissuto agli zombie, edito dalla stessa casa editrice e già recensito dalla sottoscritta. Prossimamente recensirò i due volumi seguenti: oltre l'esilio e la clessidra infranta.]
Sull’autrice:
La carriera da scrittrice di Jesse Petersen ha inizio quando suo marito le fa notare che scrivere la rende più felice di ogni altra cosa. Decide così di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. Dopo alcuni anni e libri di diversi generi si fa travolgere dalla mania degli zombie, lasciando in sospeso una commedia Urban fantasy. Ora non le basta più tutto questo e continua a scrivere storie di surreale normalità, fatte di mostri e condite da un forte humor nero.
Quando non scrive Jesse Petersen vive a Tucson con suo marito e due gatti. È appassionata di videogiochi, di montagna, di reality e di tutto ciò che è cultura geek. Adora condividere esperienze e idee con i suoi fan, con cui si tiene in contatto attraverso il suo blog.
Christine Amberpit