Fine d'estate

Da Pep89
Ultimamente mi sto re-interrogando su di me, sulle mie paure e soprattutto su quella paura di cambiamento radicale che non riesco proprio ad abbandonare completamente.
Due settimane fa, un'amica iniziò a farmi domande molto personali e a me andavano bene, non ho nulla in contrario nè nulla di pericoloso (almeno per la legge) da nascondere. Rispondendo, però, provai un forte disagio interiore, che ancora non riesco a spiegare. Mi sentii male, quasi a voler scappare da me... Non so, forse non esistono parole per descrivere come stavo. Ma da quel momento ho ricominciato a farmi domande su di me e a riscoprire il vecchio problema con cui non ho mai avuto il coraggio di fare i conti: il cambiamento!
Molto tempo fa, mi lamentavo di avere una vita troppo abitudinaria, fatta di emozioni piatte e solo qualche piccolo momento di felicità. Col passare dei giorni, mi sono assuefatto e forse anche rassegnato a questa routine e oggi non me ne lamento più. Anzi, sono quasi soddisfatto di questo "traguardo raggiunto". Non potrò raccontare "di quel momento favoloso in cui facemmo / vedemmo / ...", ma sarei anche orgoglioso di non raccontare "di quel momento in cui stavo per morire / uccidermi / essere ucciso / ...".
Ebbene, non me ne rendo conto, ma in realtà mi sono ucciso perchè non ho saputo apprezzare la mia vita, non ho saputo sfruttarla, rinchiuso dietro quella paura di cambiamento. Non necessariamente si debbono vivere vite eccezionali, sempre con l'adrenalina iniettata nel sangue (credo che quella assuefazione sia anche peggiore perchè il gesto finale per massimizzarla sarà morire). Ma vivendo nella mia routine mi precludo piccoli piaceri della vita che sono comuni per tutti, e uno in particolare: l'Amore.
Parlando con un'altra mia amica, questa mi chiedeva se avessi mai pensato a una certa ragazza come possibile "girlfriend" e la mia risposta fu che ho paura. Ho paura di me e ho paura di cosa implicherebbe stravolgere la mia vita per una persona cui voglio bene e ho paura che potrei non essere abbastanza pronto per non ferirla. Naturalmente, come potrei parlare di cose che non conosco?
Infine, domenica scorsa ho sentito aumentare l'affetto per una ragazza, ma mi sono ripromesso di non affrettare i tempi e capire bene se anche lei corrisponde. Mossa azzardata o no, solo il tempo potrà rispondermi. E lunedì pomeriggio, vedendo il cielo coperto da nuvoloni grigi, mi si è accesa come una lampadina ispiratoria e ho iniziato a buttare giù qualche verso.
Stamattina ho rifinito la poesia e stasera volevo condividerla su questo blog. Ciò che è descritto rispecchia in pieno la lotta in me tra cervello e cuore.
"Fine d'estate"
Voglio una tempesta
Che scalfisca la dura terra,
Che scuota il brullo paesaggio,
Che purifichi la greve aria.
 
Dal rosso terreno, un
Denso calore si sprigiona
Ma il saggio villano lo fredda
Per non arrischiar il proprio ventre.
 
Combatte ora il Grande
Giallo con una nuvola grigia,
portata da un fresco vento,
 
ma non cambierà questo
esile equilibrio e nel mio cuore
resterà solo la speranza.
 
Sono ben lungi da essere un poeta o aspirare ad esserlo (sarà che non ho abbastanza fiducia in me, altro mio problema), ma scrivere in versi ciò che sentivo mi ha divertito , ma soprattutto ha permesso di esplorare meglio dentro di me e cercare una risposta a cosa sento e come mi sento.
Umore del giorno: non buono dato il mio raffreddore e mal di testa
Restate in linea!

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