Fine delle danze

Da All_aria @all_aria

E' una forma del tessuto sociale. E' la ragione stessa dell' agire. E' un cancro da cui nessuno è immune. E'- tu che fai?   - quel che fate voi. E' l' omologazione.
Devi restare, devi andare, devi tornare, devi dire, devi agire, devi seguire.
Devi, perchè è così che si fa. Perchè è così che ti viene chiesto.
Ci si insegna a fare le cose "per bene".
Nascere, crescere, istruirsi, creare dei contatti, relazioni. Poi un lavoro, una famiglia, una routine, uno schema nel quale riconoscersi, un quadro forse, un' immagine di te che sia identificabile con le vite spente che ti camminano intorno. Assopiti. Ascolti, parole di fatti di persone. Una cantilena di pensieri che si somigliano e si assottigliano. Diventano danze di antica provenienza di cui conosci i passi a memoria, è il corpo a darne il movimento, per inerzia, un moto perpetuo. E giri e giri e giri ancora, sino a non sentire la testa, sino a vedere stanze muoversi, nell' illusione che quello spazio sia più grande di quanto i tuoi occhi non dicano. E poi lo vedi il confine, è lì dove è sempre stato. Poco, troppo poco. Perchè non ti bastano i confini della ragione.
Esci, vai là fuori,  fatti riconoscere,  che qualcuno in grado c'è  di vedere oltre te. 


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