Sono passati due mesi e quattro giorni dall’ultima volta che ho scritto.
Non sono morta assiderata, anche se, oggi March 18th 2014, ci sono ancora montagne di neve per le strade e il pericolo di una snow storm è sempre dietro l’angolo.
Beh... che accidenti ho fatto in questi due mesi e quattro giorni? Cercherò di fare un sunto.
Sono andata a New York e tra un incidente e l’altro (bus cancellato, bus rotto in mezzo all’autostrada in piena tormenta di neve), sono riuscita a fare “Carrie” per un paio di giorni.
Ho finito le mie ricerche e la settimana prossima mi imbarco con il mio bel poster su un volo per Chicago per presentare un mio studio.
Ho visto la grande bellezza in italiano al cinema e mi sono sentita orgogliosa del mio Paese quando è scoppiato l’applauso nella sala stra-piena.
Ho pattinato lungo il Rideau Canal. Vi ricordate? Vi avevo parlato di questa enorme pista di pattinaggio (la più grande del mondo) che non è altro che la superficie di questo fiume che si snoda per il centro di Ottawa. E qui voglio soffermarmi su un piccolo aneddoto divertente, che rappresenta appieno la mia natura da cartone animato.Era una domenica pomeriggio. Non faceva freddissimo, ma non c’era neanche il sole. In compagnia di Gisele, la mia fantastica landlady, mi sono diretta in autobus verso il centro di Ottawa. Una delle entrate della pista si trova proprio a pochi passi dal Parlamento. Non avendo i pattini, ho dovuto noleggiarli.
Mi sono ritrovata in mano un paio di pattini dell’anteguerra da UOMO che non sono riuscita a chiudere completamente.
BENE.
Il fiume era popolato da pattinatori esperti che sfrecciavano a destra e sinistra facendomi venire un infarto ogni volta che mi passavano accanto, bambini che si lanciavano a kamikaze sulla mia rotta, papà che trascinavano gli slittini dove erano incastrati i figli rossi come dei peperoni per il freddo…In tutto questo io mi reggevo a malapena in piedi (anche se in passato avevo pattinato sul ghiaccio) e appena Gisele mi lasciava la mano, anche solo per soffiarsi il naso, io lanciavo un urlo disperato. Traballando pericolosamente, ma senza aver fatto ancora un capitombolo, mi sono lanciata nella mischia per prendere un caffè. Ecco che mi avvicino a una specie di paninaro canadese che, al posto dei panini vende caffè, cioccolata, e dolci altamente calorici.
Alzo una mano per attirare l’attenzione di una cameriera (molto stile Carrie che chiama un taxi) e inizio la mia ordinazione:
"... a small coffe for me and...”Sparisco della vista della cameriera che si affaccia dal bancone e mi vede con il muso spiaccicato nella neve.
“Are you ok?”Che domande.. sono appena caduta DA FERMA, senza guanti, di faccia nella neve ghiacciata.
Secondo te posso essere ok??? Cerco di ricompormi con nonchalance, ma appena Gisele prende in mano i caffè inizia a scivolare sul posto.
I caffè vengono salvati miracolosamente da un individuo che esulta come se avesse salvato le tigri bianche dall’estinzione. Risultato: mani congelate, quattro ginocchi blu, fiacca sulla caviglia sinistra e mal di gambe per i successivi tre giorni. Però posso dire: Pattinare sul Rideau Canal -> DONE!
Dopo sei mesi di astinenza, ho deciso di organizzare uno Spritz party at my place.Apriti cielo!
I canadesi hanno scoperto l’Aperol e adesso non ne vogliono più fare a meno.L’Aperol, anche se lo si trova nei LBCO (i supermarket dell'alcohol)più forniti al modico prezzo di 25 CAD (tasse escluse), è praticamene sconosciuto alla stragrande maggiornaza dei bevitori, ma anche dei barman. Alla domanda:
“Do you know what is a Spritz?”
“What??”
“Ehm Aperol?”Nada de nada. L’unico locale dove l’ho trovato è il Social in centro a Ottawa. Ho dettato io la ricetta dello Spritz, ma il risultato è stato un crodino annacquato.
Prometto da brava ex boyscout (facevo parte delle coccinelle), che non farò passare altri due mesi prima di scrivere ancora!
Ah quasi dimenticavo: se vi state chiedendo che fine abbia fatto la pupa pelosa (June)... tranquilli è viva e vegeta. Un po' grassottella, ma ho già provveduto a comprare le crocchette controllo peso!