L’altro ieri notte si sono giocate le ultime partite della Summer League di Orlando e le prime dell’NBA Summer League di Las Vegas, che durerà fino a Domenica prossima, 22 Luglio. Vediamo quindi quali sono stati i giocatori più positivi ad Orlando, quelli che hanno deluso, e quelli che hanno iniziato col botto a Las Vegas. L’occhio di riguardo è per i rookie, alla prima vera occasione di mettersi in mostra al mondo con le casacche della loro nuova squadra.
Come spesso succede, i “giovani veterani” dell’NBA, al secondo o terzo anno, hanno dominato i loro compagni con meno esperienza. Ad Orlando i primi 4 top scorer sono stati Lance Stephenson (19.8 ppg), Alec Burks (17.2), MarShon Brooks (17) ed Austin Daye (15.8). Burks e Brooks sono in procinto di iniziare il loro secondo anno di NBA e dovrebbero trovare sempre più spazio nelle rispettive squadre (Utah e Brooklyn, a meno di trade), in particolare sembrano entrambi molto adatti al ruolo di 6° uomo, essendo scorer molto esplosivi. Stephenson e Daye invece, al secondo e terzo anno, hanno avuto difficoltà a guadagnarsi minuti sul parquet nonostante il talento eccelso, per motivi extrasportivi (sto parlando di te, Lance), o di discontinuità di prestazioni. Chissà che questa Summer League non sia un buon trampolino di lancio. Fra gli altri giocatori che si sono distinti troviamo: Tyshawn Taylor e Tornike Shengelia, guardia ed ala rookie dei Nets, il primo dei quali è rimasto molto aggressivo nelle 4 partite da lui giocate (15.5 ppg) ma che dovrà migliorare molto le sue capacità decisionali (2.4 assist con 4.0 turnover), mentre Shengelia ha mostrato una combinazione di fisico (2.06 cm, 103 kg) e talento molto intrigante; Jared Sullinger, che ha alternato due ottime prestazioni (20 p, 50 fg% e 16 p, 58 fg%) a due da rivedere (8 p, 25 fg% e 11 p, 22 fg%), ma che se non altro è rimasto sempre attivo sui tabelloni (8.3 rpg); i rookie di Orlando, Andrew Nicholson e Kyle O’Quinn che sembrano già NBA ready e potrebbero ereditare i minuti di Howard se questo venisse finalmente scambiato; Perry Jones III che ha giocato solo due partite causa infortunio ma che ha già fatto pentire molte squadre per non averlo scelto prima al draft; infine due big men che probabilmente rivedremo nelle summer league del prossimo anno, cioè Enes Kanter e Andre Drummond, che avranno bisogno di molti anni per svilupparsi ma che hanno mostrato lampi di talento da quintetto titolare. Menzioni d’onore per E’Twaun Moore, Jacob Pullen, Kim English e per altri tre che hanno regalato diverse schiacciate da top10, Miles Plumlee, Reggie Jackson e Jeremy Evans.
Per quanto riguarda Las Vegas, hanno iniziato col piede giusto diversi rookie: Donatas Motejunas, scelto l’anno scorso da Houston ma rimasto in europa un anno, è stato l’MVP del giorno, grazie a 25 punti (con 11/13 dal campo) e 9 rimbalzi contro i Toronto Raptors, in cui hanno ben figurato Terrence Ross (21 pp) ed Ed Davis, al secondo anno in NBA, autore di 18 punti, 8 rimbalzi e 3 stoppate. Bella anche la sfida fra Michael Kidd-Gilchrist (18 p, 8 r, 5 a, 4 s) e Thomas Robinson (19 p, 5 r, 2 s ma anche 8 turnover), vinta dal primo sia individualmente che di squadra, con i Bobcats che contro i Kings ripr
Stanotte sono state invece giocate quattro partite per la seconda giornata di Las Vegas Summer League, cioè Grizzlies – Knicks, Warriors – Nuggets, Lakers – Kings e Rockets – Wizards: ottimi Josh Selby (al 2° anno, 20 p con 5/7 da tre) ed il rookie Tony Wroten per Memphis, autore di 19 punti, 8 rimbalzi, 6 assist e 2 rubate in 25 minuti, che dissipa alcuni dubbi sulle sue capacità di tiratore (2/3 da tre, 7/8 ai liberi quando al college tirava con il 16% e 58% rispettivamente). Se impara a tirare sempre così, potrebbe diventare un vero e proprio steal (scelto con la 25°). Nella seconda partita si raffreddano sia Harrison Barnes (13 p, 7 r, 4 s, ma 5/17 dal campo) che Klay Thompson (17 p, 6 r, 4 a, ma 5/14 dal campo e 6 turnover) anche se quest’ultimo aveva iniziato con un devastante 4/4 da tre punti nei primi 5 minuti di gioco. A far vincere i Warriors ci pensa però il play Charles Jenkins con 24 punti ed ottime percentuali, ed un buon Festus Ezeli (11 p, 7 r, 3 b). Per i Nuggets c’è l’esordio di Evan Fournier, abbastanza timido nella sua prima uscita ufficiale (10 p, 5 r), che conferma qualche dubbio sul suo tiro perimetrale (1/5 da tre), e segni di crescita di Jordan Hamilton, guardia al secondo anno, autore di 18 punti con 5 rimbalzi. Fra Lakers e Kings si vede qualcosa di buono da Robert Sacre (11 p, 10 r, 50 fg%), scelto al 2° giro dai Lakers e molte cose buone da Josh Akognon, piccolo (1.80 m) playmaker giramondo (ultimi due anni giocati in Cina), autore di 25 punti in 22 minuti per i Kings. I ben più pubblicizzati Jimmer Fredette e Thomas Robinson però, continuano a deludere: Jimmer ne fa 15 con 4 assist ma con 3/11 dal campo e 3 turnover, mentre Robinson va in doppia-doppia (14 p, 12 r, anche 4 assist) ma con 3/13 dal campo, sbagliando tanti appoggi, perdendo palla 3 volte e venendo stoppato 4 volte sotto canestro da avversari di dubbio calibro, dando ragione a chi lo ritiene troppo undersized per il ruolo. Nell’ultima partita, Royce White continua ad essere timido (4 p), Motiejunas torna sulla terra (1 p, 0/5 fg), mentre Lamb (26 p, 3/8 da tre) e Terrence Jones (16 p, 5 r in 20 min) continuano a dominare. Per Washington buona la prestazione di Bradley Beal (14 p, 5 r, 4 a ma 5/10 ai liberi) e ci sono segni di vita del play ceco Satoransky (11 punti, 4 nella prima partita).