“l’Italia è un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza”
Così ha lasciato scritto il ragazzo suicidatosi oggi a Roma. Il terzo dall’inizio dell’anno, solo nella Capitale. Un salto e via. Tutto finisce. Niente più sorrisi, lacrime, risate, litigate, amicizie, amori, passioni. Finisce tutto lì, sull’asfalto, con l’ultimo battito del cuore.
Se mai questo Paese avrà leggi di tutela per gay, lesbiche e trans, queste leggi saranno state scritte con il sangue delle vittime di ieri, di oggi e (ahimè) di domani.