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Una donna che muore sembra non faccia più notizia, soprattutto se viene uccisa da un uomo che spesso ha rappresentato il compagno di vita.
"Femminicidio" lo chiamano, ma probabilmente è solo la più bieca, infima forma in cui un uomo riesca ad esprimersi.
Sociologi che dichiarano che in tempi di crisi si verifica un fenomeno che appare strano ma è entrato nella "normalità" e più o meno suona così: più il maschio è in crisi più si rifà sulla donna.
Allora parrebbe tutto giustificabile. Poverino ha perso il lavoro, poverino non sa come andare avanti e quando torna a casa se la prende con una donna, in genere la moglie o la compagna, ma vanno bene anche madri o figlie, non si fanno distinzioni...
E meno male che non lo si chiama quasi più delitto passionale, perchè nell'uccidere una persona, nel toglierle la vita, dopo averla spesso umiliata e seviziata non c'e proprio niente che possa essere assimilato neanche lontanamente alla "passione".
Sono ben altri i fattori che entrano in gioco e forse si dovrebbe tenerne conto caso per caso, ma accomuna spesso il fatto che siano donne che cercano o hanno cercato di allontanarsi da una situazione ormai insopportabile. Allora scatta l'istinto del "nè mia, nè di nessun altro".
Donne che per anni sono divenute trasparenti dentro la casa coniugale, dove avevano attenzione zero, che appena riescono ad allontanarsi suscitano improvvisamente un interesse smisurato negli ex-conviventi e abbiamo la sindrome del "cane a cui è stato sottratto l'osso dimenticato"
Poi arriva ancora la cronaca e scopriamo che la realtà riesce a superare di gran lunga la fantasia. Un'altra donna muore, ma viene trovata praticamente crocefissa, legata ad un garde-rail, in campagna. Non una morte comune, sembra quasi studiata a tavolino.
Per un caso probabilmente fortuito si scopre il colpevole che confessa, con una tranquillità oscena ammettendo che si è spinto oltre, "...non come con le altre". Così quando ha visto che la ragazza stava morendo è scappato ed è tornato a casa. Senza prestare soccorso, però, da uomo, sperando che qualcuno la trovasse e la salvasse.
E' tornato casa, nella sua normalità di figlio, compagno e padre adottivo, senza nessun rimorso.
In quella normalità rimangono altre donne. Una compagna che non ha mai avuto nessun sospetto sulle insane "passioni" di cotanto uomo ed una madre.
Una madre che, purtroppo, si chiederà per sempre dove ha sbagliato, come ha fatto a non capire, cosa si è lasciata sfuggire.... Continuerà a chiederselo per tutti i suoi giorni e forse non troverà mai risposte.
Intanto, fuori, nel mondo qualche altra viene denigrata, svilita, violentata fino ad essere uccisa dentro e fuori...
Fino a quando sopporteremo tutto questo?
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