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Certo sgranocchiando una foglia di finocchio intinta nell'olio extravergine non pensiamo che Il suo utilizzo ha origini molto antiche tanto che se ne ha testimonianza nelle pergamene risalenti all’antico Egitto. Anche romani e greci veneravano questo ortaggio grazie alle sue proprietà aromatiche e terapeutiche. I greci lo chiamavano “marathron” e siccome questa pianta crebbe in un campo dove si combatté una delle più grandi battaglie antiche, la battaglia prese il nome di battaglia di Maratona. Ma, storia a parte, antichi lo mangiavano per le sue proprietà aromatiche e digestive, ha un sapore che richiama in qualche modo quello dell’anice. Oltre alla pianta dolce, appartenente alla varietà destinata alla produzione orticola, esiste anche la varietà selvatica, la cui pianta può raggiungere un’altezza di due metri. La pianta si adatta abbastanza bene ad essere coltivata nella maggior parte dei terreni. Attualmente viene coltivato nella maggior parte degli orti per la produzione della sua parte commestibile denominata “grumolo” che altro non è che l’insieme delle sue guaine fogliari che giungono a maturazione tre mesi dopo la semina. Forse non sai che il finocchio fa bene al cervello per il buon contenuto di potassio, che è un elettrolita, ovvero facilita il passaggio degli impulsi nervosi in tutto il corpo, soprattutto nel cervello, ed essendo il finocchio un vasodilatatore, viene aumentato l’apporto di ossigeno al cervello con conseguenti per quest’organo così importante. Perché non portarli in tavola più spesso allora? Certo crudi o bolliti sono ottimi ma perché non provarli in un modo diverso, che li vede protagonisti insieme a due prodotti di pregio: olio extravergine e aceto di vino. Una ricetta veloce della mia nonna Amelia, che vedeva però protagonista il coniglio, ma i finocchi lo sostituiscono a meraviglia.
Ingredienti (x4porz.)
6 finocchi medi 3 spicchi d'aglio rosmarino fresco Aceto di vino Chianti Classico Dievole Olio extravergine di oliva Leccino Chianti Classico Dievole sale, pepe nero macinato al momento
Procedimento
Privare i finocchi delle foglie esterne più coriacee, lavare ed asciugare con un canovaccio di cotone e tagliare a metà o in quarti se di grosse dimensioni. In una ciotola sistemare i finocchi, gli spicchi d'aglio, con la buccia, e condire, come se si trattasse di una insalata, con 3 cucchiai di aceto di vino Chianti Classico, sale, pepe nero e 4 cucchiai di olio extravergine Leccino Chianti Classico e ciuffi di rosmarino fresco.
Sistemare ordinatamente in una teglia da forno, unire 4 cucchiai d'acqua, ed infornare a 180ºC con funzione ventilato per 30/35' min.. I finocchi così preparati sono un ottimo contorno per carni bianche arrosto, ottimi anche freddi, da assaggiare come farcitura per un panino con qualche fetta di Finocchiona toscana il mio spuntino preferito.
Per questa ricetta ho utilizzato Aceto di vino Chianti Classico Dievole maturato in botti di rovere per 8 anni. Che ha aspetto limpido, brillante e di colore rosso rubino. Il profumo è acetoso e moderatamente pungente. Il sapore è nettamente intenso, vivace, acido però equilibrato. Da usare su tutte le verdure fresche e cotte in abbondanza a gusto e piacere del commensale. Ottimo anche in cottura su coratella e selvaggina. Ed olio extravergine da olive Leccine Chianti Classico Dievole dal caratteristico colore verde con sfumature dorate profumo fruttato di oliva matura con note di pepe bianco, chiodi di garofano e noce moscata Ideale con Antipasti di mare, fagioli bolliti, insalate di salmone, patate al cartoccio, passati di orzo, primi piatti con molluschi, pesci alla piastra, rombo alla brace, coniglio al forno, pollame ai ferri, formaggi caprini. Qui vino e olio extravergine di oliva vengono prodotti da quasi 1000 anni spesso lottando con un clima tutt’altro che benevolo. Il microclima “chiantigiano” non fa eccezione a Dievole dove infatti gli inverni sono rigidi e spesso nervosi e, dopo alcuni mesi di quiete primaverile, le estati seguono assolate e calde. Solo con la fine di settembre il sole torna dolce e mentre le temperature scendono, lentamente il paesaggio si infiamma con i colori dell’autunno. Dievole conta su olivi in Toscana e nel resto d’Italia. Questo patrimonio inestimabile di piante – geneticamente uniche e spesso tramandate da secoli – è il punto di partenza per produrre una gamma di olio extravergine di alta qualità e forte identità. Tutto nasce dalla materia prima: senza olive di qualità non si può ottenere un olio extravergine di eccellenza. Per questo motivo a Dievole ogni oliveta segue precisi programmi di lavorazioni con l’obiettivo di riportare alla luce produzioni altrimenti perse e riproporre aromi e sapori di oli unici e per straordinario valore sensoriale. Al momento della raccolta ogni lotto di produzione ha la sua carta di identità, nel più assoluto rispetto della tracciabilità, per garantire la piena espressione di un determinato territorio, sia esso legato alla DOP Chianti Classico, sia all’espressione del IGP Toscano o di un 100% Italiano. Dievole si estende su un’area di 400 ettari nel territorio del Chianti Classico a Vagliagli a circa 12 km a nord di Siena. A partire dal piccolo borgo e dall’antica Villa Dievole che domina la vallata da suoi 450 metri slm, la tenuta scende verso sud/est in morbide colline fino a circa 300 metri slm.
www.dievole.it