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Fiore e la regina luna (seconda parte)

Da Fiaba


Martedì 15 Febbraio 2011 21:15 Scritto da marzia.o

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Le scarpette d’argento di Fiore si posarono sul morbido tappeto di trifoglio, la leggera brezza proveniente dal lago incantato fece fluttuare ancora gli abiti d’organza e seta della bambina; Fiore fece scorrere lo sguardo su ciò che la circondava, tutto era come le aveva raccontato Filù, i giunchi, i loti e le canne di bambù ondulavano dolcemente e le ninfee ondeggiavano placidamente sulle calme acque del lago, sentierini circondati da steccati ricoperte di campanule bianche portavano alle case degli gnomi, e degli elfi, al centro del lago un isola non tanto grande con una grande quercia, a Fiore sembrò immensa, il suo tronco era talmente grosso che ci sarebbe voluto tutto il suo villaggio e forse più per abbracciarlo, i suoi rami s’innalzavano verso il cielo immensi e maestosi, e da terra si potevano vedere solo i rami più bassi, le sue radici penetravano nella terra dell’isola imprigionandola interamente, ai piedi della grande quercia, proprio in mezzo a due grandi radici vi stava un castello, dunque era quella la dimora della regina luna, pensò Fiore, mentre con lo sguardo ammirava il castello.

Filù richiamò l’attenzione di Fiore dicendole:
«Ho mandato Fiorenza ad avvertire la regina luna che siamo arrivate, perché non ti siedi, sarai stanca per il viaggio, tu non sei abituata a volare».Fiore pensò che Filù avesse ragione, in fatti si sentiva un po’ stanca, non tanto per il volo, anche se all’inizio aveva fatto un po’ fatica a star dietro a Filù e a Smeraldina, ma poi col passare del tempo era diventata brava, ma era soprattutto per gli eventi, aveva incontrato un fatina, la quale le aveva detto che la regina Luna del regno incantato voleva parlare con lei, aveva lasciato la sua casa, nel villaggio di non so, e ora sapeva che si chiamava Fiorinpopolo, poi un topolino le aveva dato da bere l’acqua del lago e sulla schiena le erano spuntate delle ali; Fiore vide che accanto a lei cera una radice, la quale sembrava un sedile, vi si sedette e appoggiò la schiena al tronco dell’albero chiudendo gli occhi, tutto era così tranquillo che a Fiore venne sonno, stava per addormentarsi quando sentì uno strano brusio attorno al lei, chi affermava: “Si è lei vi dico, si è rimpicciolita”, e subito qualcuno rispondeva “Ma no, è una dei quattro bambini incantati”. Fiore riaprì gli occhi, si trovò circondata dagli abitanti del regno incantato, le fatine che con le loro ali le volteggiavano intorno, gli elfi vestiti di verde con minuscole spade ai fianchi la osservano con attenzione, ometti buffi con la barba folta la scrutavano, persino alcuni animali del bosco erano venuti a guardarla, alcuni cerbiatti, scoiattoli e farfalle alle ali dai multi colori, uno scoiatolino le saltò in grembo e allungo una zampetta, nella quale teneva un mirtillo, Fiore pensò che rifiutare l’offerta dello scoiatolino avrebbe potuto offenderlo, aprì la mano verso di lui e lui vi poso il piccolo frutto, Fiore poi mangio il mirtillo e sussurrò:«È molto buono».Alla sua affermazione tutti esultarono, e uno di cerbiatti gli si avvino, per cogliere la sua carezza, erano ancora tutti presi a commentare ciò che era appena accaduto quando fra i presenti si fece strada una buffa signora, che portava un vassoio pieno di cibo, tutti si fecero da parte per farla passare, e Fiore sentì qualcuno chiamarla: “Olandina la moglie dello gnomo Gobino”.

Olandina aveva in testa un buffo capello bianco che sembrava una barchetta rovesciata, i capelli erano intrecciati in due lunghe trecce, una camicetta bianca con un bolerino nero e i bottoncini dorati, una lunga gonna rossa con un grembiule bianco; Olandina, con fare deciso disse ai due che erano dietro di lei con tavolo su cui posare il vassoio:«Dai Gobino e anche tu Giacomino, portate qui il tavolo, questa bimba fata deve mangiare».

Gobino e il figlio Giacomino spinsero il tavolo verso Fiore, i due gnomi indossavano una camicia a quadretti due bretelle rosse che sorreggevano un paio di pantaloni alla cavallerizza verdi e stivaletti di foglie di quercia; quando il tavolo fu pronto Olandina poso il vassoio e Fiore mangiò tutto di gusto, disse ad Olandina che era tutto molto buono, la donnina fece portare via tutto e se ne andò.

Fiore si domandava quando avrebbe visto la regina Luna, in quel momento si sentì un frullo d’ali del vento leggero si sollevo e una luce chiara apparve vicino  a  Fiore e subito dopo una bellissima donna dai capelli biondi intrecciati con piccole rose bianche e le sue ali risplendevano come l’argento, non c’era bisogno che qualcuno dicesse alla bambina chi fosse quella donna alata, quella creatura bellissima era la regina Luna.

La magica Regina disse«Ben tornata figlia mia, ora seguirmi».«Mia signora, io non capisco, perché mi hai mandato a chiamare?; cosa vuoi da me?», domandò Fiore, ma la regina le rispose:«Ti dirò tutto quando saranno qui anche i tuoi fratelli ora vieni».Attraversarono il lago sfiorando appena la superficie dell’acqua, si posarono delicatamente sul trifoglio, proprio di fronte al castello.

La porta del castello si aprì senza che nessuno la toccasse, Luna entrò seguita da Fiore, il grande atrio era fresco e nonostante e luminoso, i pavimenti erano color ambra lucida, tavoli carichi di fiori erano ovunque, il grande scalone di legno intarsiato, saliva sui due lati del salone, Fiore si chiese a cosa serviva quello scalone se era abitato da creature alate e la regina le disse:«Mia cara non tutte le creature del paese incantato anno le ali».«Ma come facevi a sapere a cosa stavo pensando?».«Sei mia figlia e la tua mente e la mia sono unite, ora che sei qui».

Mentre parlavano erano giunte in cima, Fiore notò che sul ballatoio si apriva solo una porta, e sulla porta vi erano incise due ali e una spada, per lo meno era quello che sembrava a Fiore, la regina fatata le spiegò che le ali erano il suo simbolo mentre la bacchetta era il simbolo del suo sposo, poi alzò il braccio e pronunciò una formula magica: « Ciò che è nascosto si mostri, che la porta del mondo fiorito appaia, e che la fata dei fiori possa entrarvi per dargli nuova vita», nel momento in cui la regina Luna finì la sua formula una porta apparve e inciso cerano due ali e una rosa, Luna sussurrò: «Entra».

Fiore quasi tremante allungo la mano per aprire la porta ma essa si aprì da sola al suo interno c’era una stanza, era luminosa piena di fiori, farfalle dai multi colori volavano da un fiore all’atro il cinguettio di delle rondini che e degli altri uccellini rendevano armoniosa la danza delle piccole fatine dei fiori, in un angolo vi era una scaletta che portava un piccolo soppalco, dove vi era un letto, le lenzuola erano fatte di petali di fiori e la coperta di erba medica. Fiore all’improvviso si sentì stanca, si sdraiò sul letto mentre le fatine dei fiori l’aiutarono a coprirsi, e nonostante che il sole brillava Fiore s’addormentò sognando, i fiori,le fate e tutte le creature magiche che aveva incontrato quella mattina e la bellissima regina Luna.

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