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Partita dai molti volti, quella che ha opposto due tra le squadre aspiranti forse alle posizioni che garantiscono la partecipazione ad una competizione europea.
La Fiorentina sblocca subito il risultato, con l'ex romanista Alessio Cerci, che si conferma anche oggi come il suo uomo più in forma e decisivo.
La squadra viola però è subito sembrata non in grado di sfruttare il momento di difficoltà della Lazio, che nonostante l'evidente contraccolpo subito e la difficoltà nel costruire gioco, sembrava superiore nella semplice somma aritmetica delle capacità tecniche individuali in campo.
Così piano piano i biancolcelesti sono riusciti, nonostante gli evidenti squilibri tattici a centrocampo, a risalire la china e a pareggiare con una giocata del brasiliano Hernanes, che si liberava di De Silvestri con un bel gioco di gambe e batteva Boruc.
Da notare come il profeta brasiliano fosse stato fino a qual momento completamente avulso dalla manovra della sua squadra, ma si sa che questi giocatori possono decisere una partita in qualsiasi momento.
Dal pareggio la Lazio è sembrata più padrona del gioco della Fiorentina, ma entrambe le squadre sono sembrate incapaci di organizzare un vero forcing offensivo e si sono affidate più che altro ad azioni personali: troppo spuntata la Fiorentina e troppo distanti e mal serviti dal centrocampo le due punte laziali, Klose e Cissé.
Il copione si ripete pari pari nel secondo tempo, con la Fiorentina vicina al gol ancora con Cerci, il suo attaccante più pericoloso, ma Marchetti gli si sa opporre con successo in più di una occasione.
Sono le sostituzioni a decidere la partita, con la Lazio che dimostra di avere una panchina più ricca di qualità e con l'allenatore Reja che trova (per scelta ragionata o per caso?) il giusto equilibrio a centrocampo.
Sostituiti infatti lo stanco Radu, Gonzalez e l'evanescente Cissé con Lulic, Sculli e Matuzalem la Lazio trova equilibrio e miglior possesso di palla, mentre la scelta di Mihajlovic di sostituire Vargas e Lazzari con Silva e Kharja non ha lo stesso effetto.
Più padrona del gioco e più precisa nella manovra la Lazio finisce per passare con Klose. Il centravanti tedesco si conferma cecchino implacabile e condanna i viola alla sconfitta ancora una volta con il suo terzo gol nel campionato italiano.
Alla fine ha vinto la squadra con il più alto tasso tecnico, anche se a volte il suo allenatore sembra volersi complicare le cose da solo, come è troppo spesso accaduto in passato.