SEREGN DE LA MEMORIA Circolo culturale
Via Maroncelli, 6
Seregno
Tel. 0362-327220
COMUNICATO STAMPA
Sabato 20 settembre 2014 alle ore 17.30
Presso la sede del Circolo culturale Seregn de la memoria
sarà presentato:
Il necessario amore
di Riccardo Olivieri
terzo libretto d’artista per il 2014 e sessantunesimo della Collana Fiori di Torchio
curata da Corrado Bagnoli, Piero Marelli e Pierantonio Verga.
Per l’occasione, un’incisione di Pier Sandro Del Rio
numerata e firmata sarà inserita nella pubblicazione.
Riccardo Olivieri, nato a Sanremo nel 1969, dopo l’Università ha lavorato tre anni in Piemonte, poi ha vissuto in Lussemburgo e in America Latina dai 26 ai 30 anni. E’ rientrato a Torino nel 2000, dove attualmente vive e lavora come ricercatore di marketing. Nel 1998 ha vinto la sezione “Poeti Liguri nel Mondo” del Premio “LericiPea”. Nel 2001 ha vinto il Premio “Dario Bellezza” e ha pubblicato la raccolta di poesie Diario di Knokke, Nuova Compagnia Editrice, segnalata al Premio Montale 2002. Nel 2004 è stato segnalato al Premio “DeltaPOesia”, nel 2006 ha pubblicato per Passigli Poesia Il risultato d’azienda che ha ricevuto il Premio “Maestrale”. Nel 2008 Raffaelli Editore ha pubblicato Il disgelo, segnalato al Premio Pascoli 2009, vincitore del premio “Città di Atri 2010” , classificato terzo al “premio Alpi Apuane 2011”. Olivieri è stato inserito nell’antologia “Storia militante della poesia italiana 1948-2008” (Moretti & Vitali) uscita a luglio 2009. Le poesie estratte dalla nuova raccolta Difesa dei sensibili hanno vinto il Premio Pavese 2010 – Sezione Poesia Inedita. Olivieri è tra i poeti che Davide Rondoni presenta nella trasmissione tv “Antivirus” in onda su TV2000 . Nel 2012 esce per Passigli Difesa dei sensibili, secondo classificato al Premio Alpi Apuane. Nel 2013 Olivieri vince il Premio Lerici Pea – Sezione Poesia Inedita.
Dalla presentazione di Corrado Bagnoli a
Riccardo Olivieri
Il necessario amore
noi stagno malsaldo e il sole che /- invece d’aiutarci /- ci ferisce: il quadro sul quale si apre la parola di Olivieri sembra quello di una sconfitta, della constatazione amara che, in questo nostro mondo, anche il bene sembra addirittura rivoltarcisi contro. Ma l’assunzione di questo punto di vista astratto e generale sul quale sembra che gli uomini tutti concordino, è lentamente e gradualmente spostato, fino ad essere decisamente contrastato e contraddetto dalle parole che il poeta sceglie per proseguire nel suo viaggio tra le cose. La consapevolezza di un’altra vita, di un bene che rimane bene e non si trasforma in un’arma che ci ferisce, affiora quando gli occhi si fermano su piccoli dettagli, respiri, luce e gesti buoni che non solo si ritagliano uno spazio nel ricordo, ma sono presenti e vivi, sono carne e fatica che hanno costruito una casa salda, uno spazio che si allarga e si conferma anche nel cuore dei giorni difficili, una condivisione che rimane. La certezza di un destino che ci abbraccia e che è più grande delle nevrosi dentro le quali sembra che anneghi oggi il mondo, si manifesta ancora nell’inquadratura piccola di una stanza d’ospedale, nella macchina da presa che può soltanto registrare la presenza di un padre e di una madre che in silenzio custodiscono il sonno del figlio, mentre lo sguardo e la parola del poeta sanno dell’eternità, dell’esserci da sempre di questa custodia, di questa attesa e presenza. Una presenza che nel silenzio si fa viva nella discrezione di una chiesa, con una mano tesa che accoglie il dolore e non lo nasconde, lo accompagna, consente anzi di transitarne il buio, di poterne attraversare la terra arida e segreta che ci è toccata in sorte. La consapevolezza di un destino buono, di una possibilità di viverla davvero questa vita si gioca tutta nell’istante, nel qui, nell’oggi, ancora nel silenzio tra i pini e il mare, nell’attimo preciso in cui si dice un sì. E la poesia, questa poesia è compagna del viaggio dentro il quale si acquisisce una nuova conoscenza di sé e del mondo, ne diviene anzi lo strumento privilegiato proprio perché costringe lo sguardo a passare per quei particolari attraverso i quali anche il significato del tutto può essere intuito, colto e custodito. E’ una poesia, quella di Olivieri, in cui c’è una piena corrispondenza tra ciò che il poeta intende e quello che la parola fa; c’è in queste pagine una dimostrazione chiara di ciò che la poesia può essere quando accetta di essere quel sì da dire al mondo proprio e soltanto perché il mondo c’è: poesia come sguardo e abbraccio, cura e offerta.
Nella stessa occasione sarà inaugurata la mostra
Spazialismo
di Pier Sandro Del Rio
Pier Sandro Del Rio nasce a Carbonia , in provincia di Cagliari, nel 1960. Frequenta dal 1975 la Libera Accademia di pittura di Nova Milanese sotto la guida del maestro Vittorio Viviani. Nel 1987 frequenta la scuola di scultura Paolo Borsa presso la Villa Reale di Monza. La prima esposizione in pubblico è del 1974 a Nova Milanese. Costante poi è il percorso espositivo in ambito nazionale in mostre collettive, rassegne tematiche , premi e concorsi. Espone dal 1992 in mostra personale a Nova Milanese, Cinisello Balsamo e Paderno Dugnano. Negli anni 1995, 1996, 2005, 2006 e 2010 partecipa alla rassegna internazionale Bice Bugatti e Giovanni Segantini di Nova Milanese; nel 2010 è invitato al Premio Maccagno allestito al Civico Museo Parisi Valle. Vive e lavora a Nova Milanese.
Dal testo introduttivo del catalogo della mostra a cura di Corrado Mauri
La costanza del lavoro e la rielaborazione attenta delle forme diventano gli elementi positivi nella formazione di un proprio stile, soprattutto in quegli artisti che fanno una scelta di espressione più razionale che istintiva . Del Rio è senz’altro tra questi: da anni persegue una ricerca ben precisa in cui non è solo importante il cambiamento delle forme usate, quanto il loro determinarsi nei rapporti sia compositivi, sia di colore. Egli ha così sviluppato una continua rielaborazione, superando la fase che possiamo dire prettamente formale, giungendo ora alla creazione di opere dove la conoscenza acquisita si manifesta attraverso una tensione emotiva sia delle forme in senso plastico, sia dei rapporti di colore. Nei pastelli sentiamo il controllo di queste forme nell’uso di una gamma ristretta di colori che si bilanciano tenendo conto dei valori tonali, ma anche timbrici. Del Rio conduce la sua espressione artistica con metodo e a passi ben meditati, conscio del percorso illimitato che offre l’arte; perseguendo continue tappe, ognuna delle quali costituisce il risultato dello studio e della perseverante applicazione di una sensibilità sempre più rarefatta ed estrema, sempre più razionale e capace di dominare la materia, sempre più appartenente alla sfera del pensiero piuttosto che a quella dell’istintività.
La mostra resterà aperta dal 20 settembre al 4 ottobre 2014
presso la sede di Seregn de la Memoria e si potrà visitare
con i seguenti orari: Martedì – Venerdì, dalle 16.00 alle 18,30
Sabato dalle 10.00 alle 12.00