La cosa è buffa visto che fino ad ora ci conoscevamo solo attraverso di loro.
E' iniziato tutto un po' di tempo fa, una proposta gradita quanto mai inaspettata: perché non ci si incontra tra un mese a Firenze?
La vita alla fine ha costretto alcune a casa e si sa che la vita ha sempre ragione, in qualsiasi dialetto parli, ma ci permetterà di rifarlo tutte insieme, lo so.
Insomma alla fine sul binario 1 della stazione di Firenze eravamo in quattro io, Ilaria, Clara e Sun.
Come raccontare? Non lo so.
Potrei dirvi che ero agitatissima, che avevo paura di quello che avrebbero potuto vedere in me, avevo paura di non piacere. A loro che ormai sono diventate il mio quotidiano.
Tutto vero, anche se ora quello che ricordo è un'assolata Firenze, una passeggiata lunga, una chiacchierata fiume con tre donne che mi sembrava di conoscere da una vita.
Ilaria è una forza della natura, travolgente e solare, che riesce a ridere e a farti ridere di gusto, anche quando racconta di cose che sicuramente l'hanno fatta piangere.
Clara è fresca e limpida come il suono della sua campanella, quello che mi accoglie sempre quando la vado a leggere. Serafica e calma nonostante la tempesta dentro.
Sun, dolce, lieve e avvolgente come il suo nome. Parlavo con lei su Ponte Vecchio e a un certo punto ho realizzato che la conoscevo solo da poco meno di un'ora. "No, impossibile" ho pensato "forse in un'altra vita?"
Poi, sedute al tavolo, due telefonate.
Nina... Ninaaaaa ^_^
Adesso capisco quando Marco parlava del suo suo lato dolce, quello che forse dal blog non trapela appieno. Io l'ho sentita solo un attimo, ma ha una voce soffice, morbida e accogliente! Spero di conoscerla presto, davvero.
E poi Nora, che quando parla sembra che ti accarezzi! Incredibile. Sono stata veramente contenta di sentirla, così vicina anche se distante fisicamente.
E, niente. Sono seguite altre chiacchiere, la corsa al treno, un sms di saluto che conserverò sempre e la voce di Sfolli appena prima di scendere. Altro regalo di una giornata stupenda. Quando sono approdata su FB e ho visto il calendario con i gufi invece di pensare a un nome ho risentito la sua voce che me lo descriveva. Calda come una risata!
Ok, ho finito. Vi dedico questa frase, che ieri mi rigiravo in testa, ma la timidezza mi ha fatto tenere per me, ma che forse sta meglio qui, perché è per tutte voi.
Viaggiare insegna lo spaesamento, a sentirsi sempre stranieri nella vita, anche a casa propria, ma essere stranieri fra stranieri è forse l'unico modo di essere veramente fratelli. Per questo la meta del viaggio sono gli uomini.