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Firenze fiorente

Creato il 24 marzo 2011 da Lollo
Firenze fiorenteSe Parigi val bene una messa, allora Firenze val bene una sveglia alle cinque di mattina. Ripeto, alle cinque di mattina. Una gita con il corso di storia dell’arte rinascimentale, tutti insieme appassionatamente per divertirci e osservare le meraviglie di questa città-culla. All’andata un raffinato Freccia rossa, al ritorno uno sgangherato intercity, il treno della speranza dove tutto puzza di plastica bruciata e la signora napoletana parla con il figlio e con tutta la carrozza. Sul Freccia rossa sono tutti manager, qualche milanese, qualche romano, tutti impettiti. Hai la cravatta con gli orsetti? Sei un manager. Hai il mocassino Sergio Rossi? Sei un manager. Non hai l’Iphone e non parli al cellulare? Allora non sei nessuno. Al nostro arrivo ci aspettava una guida toscana che ci ha aperto in esclusiva la collezione Contini. Lei con uno strano vestito finto Chanel dal taglio anni ’50, abbinato ad un cardigan “pugno nell’occhio” e un paio di stivaletti dall’aria imbarazzante ci ha mostrato il patrimonio di questo collezionista del primo ‘900. Sulla scia di Berenson ha arredato la sua “umile” dimora con uno straordinario Bellini, un ritratto dolce e melanconico di Veronese e per una sala da pranzo imponente due grandi tele di Tintoretto, con quel suo vertiginoso scorcio.
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Il David di Michelangelo (la copia) guarda di Perseo di Cellini.


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Il primo braccio del corridoio Vasariano.


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La Primavera di Botticelli.


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Palazzo Vecchio.


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Auroritratto di Leonardo da Vinci


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Il corridoio Vasariano con gli autoritratti degli artisti


E che dire del corridoio Vasariano? Oggi chiuso al pubblico, vera perla di questa giornata culturale. Un passaggio che unisce il complesso degli Uffizi, sovrasta Ponte Vecchio e confluisce a Palazzo Pitti immerso in un raggiante giardino dei Boboli. Il corridoio ospita una scia infinita di autoritratti di artisti, dal vecchio Leonardo all’espressivo Carracci, da Guttuso al folcloristico Chagall, tutti lì ad osservarti dritti negli occhi come se ti dicessero “Sono qui, sono immortale, portami dentro di te”. Uno spettacolo da brivido, gli Uffizi poi sono un tesoro raro, un’esperienza mistica attraverso gli occhi soavi delle Madonne di Raffaello, dei bambini perlati del Bronzino e la raffinatezza di un Botticelli. E sapete a chi dobbiamo tutto questo? Ad una donna (guarda il caso). Anna Maria Luisa De Medici, lei si è battuta fino all’ultimo perché tutto l’inestimabile patrimonio della sua famiglia non venisse inglobato nella collezione viennese degli Asburgo-Lorena, nuovi eredi. Se possiamo godere di tutto questa ricchezza intellettuale nella città per cui è stata creata lo dobbiamo solo a lei, che aveva intuito l’ineluttabile rapporto che Firenze ha avuto con l’arte. Giornata meravigliosa, compagni di viaggio sorridenti e divertenti. Un pranzo al Mc Donald’s, baluardo di una fame mitologica, stanchezza prossima allo svenimento e anche un giro di finto shopping. Luisa-Via-Roma compreso. Troppo per tutte le tasche, inavvicinabile per le mie.

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Il campanile di Giotto


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Lollo e la sua faccia da pirla.


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