Stati Uniti d’America e Russia. Capitalismo e comunismo. Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski da un lato, Vladimir Putin dall’altro. La visione di un mondo spaccato in due da due opposte ideologie è il leitmotiv che ci accompagna da sempre.
Oggi sono gli avvenimenti in corso in Ucraina che rispecchiano l’opposizione delle due rispettive fazioni, mentre l’opinione pubblica pecorona non sa più cosa pensare e chi supportare. Nonostante l’Unione Europea appoggi da sempre le decisioni della Casa Bianca, da buon alleato storico degli USA, una quantità sempre più ingente di persone si sta domandando chi abbia poi davvero ragione, chi meriti più credibilità e soprattutto chi stia agendo su una base morale di valori, svincolati dal mero interesse economico e dettati dalla volontà di costruire un vero regime di pace internazionale, nel rispetto dei diritti fondamentali d’ogni persona.
Difficile questione. Una cosa è certa, da sempre gli Stati Uniti hanno agito in base al proprio tornaconto economico ed alla volontà di auto-proclamarsi portavoce della coesione internazionale, della pace e della stabilità mondiale.
La contrapposizione con la linea politica sovietica è un a priori delle decisioni strategiche dell’impero americano, che continua a demonizzare l’idea di una Russia comunista.
Una contrapposizione che, ridotta ai minimi termini, si rivela essere puro dogmatismo e si manifesta nella volontà di definire sempre un nemico a cui contrapporsi, un public enemy, che mina quello che Henry Kissinger ha apertamente (e finalmente) definito come l’Ordine Mondiale, nel suo ultimo libro, intitolato, appunto “World Order”. Sia questo nemico la Russia, il Medio Oriente, la Cina,… basta che si contrapponga al sistema made in USA.
Non c’è dubbio che noi, comuni mortali, siamo vittime di quello che ascoltiamo in televisione e leggiamo sui giornali o sul web e, da bravi europei, continuiamo a credere ciecamente ai portavoce della nostra politica estera, gli Stati Uniti.
Barack Obama e tutto il suo seguito ci ricordano continuamente come la Russia sia pericolosa e che Vladimir Putin stia minando l’instaurazione di quell’Ordine Mondiale, necessario a creare e mantenere un clima di “pace internazionale”.
È una pura questione di controllo e dominio.
Il mondo è ben lontano dall’essere in grado d’instaurare tale regime di pace, le smanie di potere e controllo dominano le decisioni politiche americane e sebbene qualcuno gli abbia già detto che non sono loro, gli Stati Uniti, ad avere il diritto di decidere, Obama, Brzezinski e company continuano ad agire, sentendosi sempre dalla parte della ragione.
Nel frattempo è stata scritta una lettera e firmata, ad oggi, da oltre 17mila persone, la maggiorparte europei, numero in continuo aumento, in cui si chiede apertamente scusa a Vladimir Putin ed a tutto il popolo russo, per le azioni perpetrate dai governi europei filo-americani e per la continua disinformazione attuata dei mass media occidentali, chiaramente di parte. Nella lettera, che potete leggere di seguito, si paragona Valdimir Putin all’ex-presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy.
La lettera, disponibile in più lingue all’indirizzo http://dearputin.com/it/, recita così:
Caro Presidente Putin, Popolo della Russia,
La preghiamo di accettare le nostre scuse per il comportamento dei nostri governi e dei media. Le Nazioni Occidentali, guidate dagli Stati Uniti, sembrano determinate ad iniziare una guerra con la Russia. Una persona sana di mente avrebbe riconosciuto le terribili conseguenze di una tale guerra e avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per evitarla. In realtà è proprio quello che lei sta facendo. A fronte di un flusso infinito di bugie e provocazioni è riuscito a non coinvolgere la Russia in un conflitto nucleare.
Gli eventi che circondano la guerra in Ucraina sono stati volutamente capovolti per rappresentare voi come un aggressore, quando i fatti dimostrano chiaramente il contrario. Bande neo-naziste commettono atrocità contro i cittadini della Novorussia su base giornaliera, ricevendo un sostegno politico e finanziario da parte dei governi occidentali. L’esercito ucraino ha bombardato regolarmente posti di blocco e città russe, compresi i rifugiati che cercano di fuggire dal paese. La Russia è stata accusata di aver abbattuto l’aereo della Malaysian Airlines, MH17, anche se l’evidenza suggerisce che il volo è stato abbattuto dall’esercito ucraino. Quando offrivate aiuti umanitari alla popolazione del Luhansk vi hanno accusato di contrabbando di armi in Ucraina.
Perché siete il bersaglio di queste menzogne e provocazioni? I criminali patologici dell’Occidente stanno spingendo verso un conflitto con la Russia perché hanno bisogno di un nemico esterno. Finché le persone si concentrano sulla “aggressione russa”, queste rimangono all’oscuro dei veri responsabili del declino dell’economia americana e del sistema sociale. In Europa – con la sua storia di guerre brutali innescate da arroganza e avidità – i leader europei hanno subito un collasso morale completo e sono ingenuamente caduti in fila dietro la politica di aggressione imperiale degli Stati Uniti. L’ultimo grande presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, ha descritto il nostro nemico comune nel 1961:
Siamo contrastati in tutto il mondo da una monolitica e spietata cospirazione, basata su mezzi segreti per espandere la sua sfera di influenza, che usa l’infiltrazione al posto dell’invasione, la sovversione al posto delle elezioni, l’intimidazione al posto della libera scelta, la guerriglia di notte invece che di eserciti alla luce del giorno.
Si tratta di un sistema che ha arruolato vaste risorse umane e materiali nella costruzione di una impenetrabile macchina altamente efficiente che combina corpi militari, diplomatici, di intelligence, di operazioni, scientifici, e politiche economiche… Le sue macchinazioni sono celate, mai rese pubbliche. I suoi errori sono sepolti e mai titolati. I dissidenti vengono messi a tacere, non premiati. Nessuna spesa è messa in discussione, nessuna voce stampata, nessun segreto rivelato.
Da quel momento il governo degli Stati Uniti e altre nazioni occidentali sono stati infiltrati da questa “spietata cospirazione”. Anche se non si tratta necessariamente di un unico apparato, crediamo che i suoi leader pensino ed agiscano senza il peso di una normale coscienza umana. Questo è il motivo per cui sono disposti a sacrificare la vita di milioni o miliardi di persone. Essi forniscono ad Israele le armi che vengono utilizzate per il massacro di migliaia di palestinesi. Essi militarizzano la polizia in luoghi come Ferguson, per proteggere e rafforzare il loro potere sulla popolazione. Mentono per iniziare guerre che si prendono la vita di milioni di persone, per aumentare il loro potere politico. Sono deplorevoli.
Proprio come JFK, anche lei ha un curriculum militare; così siete legati da un senso del dovere di proteggere e servire il popolo della Russia. Sembra che come lui abbiate riconosciuto la follia della guerra nucleare e che vi siate attivati verso la pace.7 Lei si rifiuta di approvare le azioni dell’impero americano e sta lavorando per minare il suo potere evitando il rischio di un conflitto militare diretto. Invece la Russia ha sviluppato stretti rapporti con molti paesi attraverso organizzazioni come il BRICS, perdonando i vecchi debiti e lavorando con i suoi partner per raggiungere gli obiettivi che servono gli interessi del popolo. L’idea di partnership internazionali è stata definita un approccio multipolare, ed è in netto contrasto con quelli unipolari, come la politica imperialista degli Stati Uniti in cui le risorse di tutti i paesi sono controllate a beneficio pochi potenti – e a scapito di Noi: il Popolo. Respingiamo l’avidità, l’odio e la sete di potere agognata dai nostri “leaders”. Siamo indignati e disgustati per l’uccisione di milioni di persone innocenti in nome della libertà e della difesa personale. Noi vogliamo la pace e la giustizia per tutti i popoli.Vogliamo una vera e duratura pace, il tipo di pace su cui una volta parlava JFK:
Che tipo di pace cerchiamo? Non una Pax Americana applicata sul mondo con le armi di guerra americane. Non la pace della tomba o la sicurezza dello schiavo. Sto parlando di una pace genuina, il tipo di pace che rende la vita sulla terra un’esperienza da desiderare, il tipo di pace che consenta agli uomini e alle nazioni di crescere nella speranza di costruire una vita migliore per i loro figli, non solo la pace per gli americani, ma la pace per tutti gli uomini e le donne, non solo la pace nel nostro tempo, ma la pace per tutti i tempi.
La vera pace e la giustizia sono impossibili, fintanto che la “spietata cospirazione” rimane nascosta nell’ombra, al governo degli Stati Uniti e di altre nazioni. Preghiamo che attraverso i nostri sforzi reciproci possiamo contribuire a sconfiggere criminali assetati di potere e senza scrupoli che cercano di schiavizzare tutti noi. Preghiamo affinché possiamo tutti promuovere una vera pace che renda la vita sulla terra degna di essere vissuta.
Sinceramente,
Da dove nasce tutto questo amore filo-russo? È solo la risposta alla delusione del sistema capitalista-guerrafondaio di Kissinger e soci americani o è l’alba di una nuova era di coscienza civile dei cittadini europei, alla ricerca della verità attraverso il dialogo? O le pecore hanno solo bisogno di cambiare pastore?
Matteo Vitiello
L’intervista a Henry Kissinger
You’ve just written a book called World Order. Is there an absence of order in the world right now?
This is one of the most chaotic periods that I know about. Every part of the world is redefining itself. Some internally—like China. Some externally: The European system hasn’t dominated the world; it’s been abandoned in Europe. And the U.S. is moving into a new period in which the dominance enjoyed in the immediate postwar period economically is no longer there. On the other hand, we are still the central element in creating a new order. Without our participation, it’s difficult to see how a new system can emerge in most parts of the world.
Obama has a lot on his plate now with the rise of Islamic State. What’s the right response?
When the throats of Americans are cut on international television and they’re then decapitated, and these are innocent bystanders who were picked as victims, the fundamental values of the United States are insulted. And that must have some retaliation. For that we do not need allies. That we can do on our own.
If the president’s advisers tell him the U.S. needs to put boots on the ground, should he listen to them?
Yes, but not ours. The militia groups that we were trying to create in Syria, that we never quite managed to do, would find the most useful employment if they were used against [Islamic State]. We have to remember, we are dealing with 20,000 fanatics—a relatively small group that’s had astonishing success because of the weakness of the opposition. We should be able to fragment them, then defeat them with intelligence operations.
One cannot overstate the question of Putin’s intent. What Putin wanted above all was an understanding with the U.S. that recognized the vulnerability of Russia’s position: the long frontiers with China and the Middle East, with some respect for its historical memories. That was not forthcoming. He reacted after what he considered a period of deliberate humiliation during the Olympics. We have been drawn into a series of tactical decisions. We cannot accept the proposition that Russia can dictate the outcome of its bordering nations by the constant use of military threat.
Will the sanctions influence Putin?
Not the way they’re being conducted. I have thought throughout the crisis that we should have tried to break the momentum by raising a more important question: How do you reconceive Ukraine? If Ukraine is considered an outpost, then the situation is that its eastern border is the NATO strategic line, and NATO will be within 200 miles of [Volgograd]. That will never be accepted by Russia. On the other hand, if the Russian western line is at the border of Poland, Europe will be permanently disquieted. The strategic objective should have been to see whether one can build Ukraine as a bridge between East and West, and whether one can do it as a kind of a joint effort.
Is Putin putting more thought into what he’s doing than we give him credit for?
The Russians play chess; we play poker. They have lived in a very different environment and have had to think about the relationships of societies to each other. We have lived in a relatively secure environment, and therefore any disturbance to that environment we believe has some practical solution that can be implemented in a short period of time. So what Putin thinks is what he really said in the incendiary speech he made after the occupation of Crimea. The idea that the West systematically humiliated Russia after the collapse of the Soviet Union is a very widespread idea in Russia. He has succeeded beyond what could have been his expectation when this crisis started.
Compare Obama’s foreign policy to George W. Bush’s.
Bush faced an extremely difficult problem. We were attacked. We had to reestablish our credibility. In reestablishing respect, we were bound to unleash latent forces. Obama seemed to think that confessions of American guilt would gain public support abroad. The long-term outcome is in between these two positions.
[Trascrizione: Bloomberg Business Week]