Fisco, Cgia: dal 2016 la Local tax assorbirà il 65% delle entrate tributarie comunali

Creato il 11 aprile 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Dal 2016 la Local tax, che sostituirà l’Imu e la Tasi, assorbirà il 65% circa delle entrate tributarie comunali. Tra le grandi città italiane l’incidenza dovrebbe attestarsi al 69% a Milano, al 66% a Roma, al 57% a Bologna e al 52% a Firenze, Genova e Torino. Abbondantemente al di sotto della media nazionale i risultati emersi a Perugia (47%), a Palermo (45%), a Reggio Calabria (38%) a Venezia (36%) e a Napoli (33%). E’ quanto emerge dai calcoli effettuati dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

(blog.simimmobiliare.it)

Dal 2016 la Local tax assorbirà il 65% delle entrate tributarie comunali. “Oltre all’imponente sforzo economico che i proprietari degli immobili sono chiamati a sostenere – commenta il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – gli italiani sono costretti a farsi carico di un costo addizionale per espletare tutte le operazioni di pagamento che non ha eguali in Europa”. Secondo i dati della Banca Mondiale, infatti, per onorare le tasse nel nostro Paese sono necessarie 269 ore all’anno, pari a 33 giorni lavorativi. Nell’area dell’euro solo il Portogallo registra una situazione peggiore della nostra.

“Misura giusta, ma non abbastanza. Tagliare drasticamente il peso fiscale sugli immobili”. Pertanto, prosegue Bortolussi, “ridurre il numero di tributi che grava sulla casa è un provvedimento che va nella direzione giusta, ma non basta. E’ ancor più indispensabile tagliare drasticamente e in misura strutturale il peso fiscale che preme sugli immobili. Ricordo che tra il 2010 e il 2014 la tassazione sulla casa è quasi raddoppiata, mentre il valore economico delle abitazioni è mediamente sceso di oltre il 16%. Due fenomeni di segno opposto che hanno contribuito a ridurre la ricchezza degli italiani”.

I dettagli della ricerca dell’Ufficio studi della Cgia. Prendendo come riferimento i dati medi nazionali, infatti, l’Ufficio studi della Cgia ha potuto constatare che in un’abitazione di tipo civile (categoria catastale A2) tra il 2010 e il 2014 il valore di mercato è sceso del 16,4% (da quasi 200.000 a poco meno di 170.000 euro), mentre le imposte ordinarie (cioè quelle generalmente versate da tutti i proprietari, come i rifiuti e la Tasi) sono aumentate del 86% (da 300 a 560 euro). Pertanto, l’incidenza delle imposte sul valore dell’abitazione è passata dall’1,5 per mille al 3,3 per mille. Ciò vuol dire che l’incremento è stato del 119%. Inizialmente, aggiunge Bortolussi, “si parlava di Service tax, poi di Isi, Imposta per i servizi indivisibili, successivamente di Trise, di Tuc, e infine di Iuc, che attualmente include la Tasi, l’Imu e la Tari. In attesa della Local tax, non ci rimane che incrociare le dita e sperare che gli esperimenti e il dilettantismo di coloro che li hanno compiuti siano finalmente terminati”. (ADNKRONOS)


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