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Fist of Awesome – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 01/01/2014

Cover Fist of Awesome

Mobile - PC TESTATO SU
MOBILE

Genere:

Sviluppatore:

Produttore: I Fight Bears

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 16/10/2013

VISITA LA SCHEDA DI Fist of Awesome

Pro-1Controlli semplici ed immediati Contro-1Ambienti di gioco che presentano alti e bassi

Pro-2Diverte senza grande impegno Contro-2Scarsa longevità della campagna in singolo

Il periodo che va dalla fine degli anni ’80 a buona parte dei ’90 ha visto l’ascesa e il rapido declino del genere dei picchiaduro a scorrimento laterale. Gli intenditori si ricorderanno immediatamente delle leggendarie software house (come Taito e Sega) che hanno dato lustro al genere e si ricorderanno ancor di più i vari Double Dragon, Final Fight e Street of Rage, quest’ultimo ancora oggi da molti considerato come il migliore beat ‘em up a scorrimento mai apparso sulla scena videoludica. Successivamente ad un periodo di oblio, intervallato da qualche cammeo nelle modalità bonus di Tekken, nel 2010 il genere si è fatto conoscere anche tra i più giovani grazie all’uscita su console – oramai old gen – del buon Scott Pilgrim vs. The World. Ora è arrivato il momento, per i beat ‘em up a scorrimento, di adeguarsi nuovamente al crudele progresso tecnologico e tentare la via mobile. Un tentativo è stato portato a termine dai ragazzi di I Fight Bears, giovane (e microscopico) team di sviluppo indipendente con sede a Londra. Con Fist Of Awesome, la loro opera prima, gli sviluppatori si sono basati sulle produzioni sopra citate per far rivivere – non senza una grande nostalgia e grande rispetto – sui dispositivi Android, su quelli della casa di Cupertino, su OUYA e, nel 2014, su PC e MAC, il glorioso picchiaduro a scorrimento.

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ORSI ASSASSINI, UMANI IN GABBIA

Tim Butt è un tranquillo e stereotipato boscaiolo che, volendo parafrasare uno scrittore italiano, con la sua bella camicia a quadri e i pantaloni di velluto si trova invischiato in una strana, brutta, storia. Improvvisamente, la tranquilla realtà che lo circonda cambia e il bosco che considerava casa sua si trasforma in un inferno di animali dagli occhi iniettati di sangue che camminano eretti e danno la caccia agli umani. Un completo stravolgimento della realtà insomma ed il protagonista dovrà ovviamente risolvere la situazione… facendo i conti, tra gli altri, con giganteschi e mostruosi orsi, i veri dominatori di questo strano universo parallelo. Il buon Tim riceve un aiuto inaspettato dalla sua mano sinistra, che d’un tratto diventa più grossa ed inizia addirittura a parlare, ponendosi come una sorta di Virgilio dantesco che vi guiderà e consiglierà lungo tutti gli stage che compongono questa pazza avventura. La cosa bella è che l’assurdità del concept ed il protagonista funzionano e sono supportati da una struttura di gioco altrettanto riuscita e davvero immediata.

Il sistema di controlli non abbisogna di molto tempo per essere capito e padroneggiato appieno. Gli sviluppatori hanno saggiamente eliminato i controlli virtuali – che sarebbero sicuramente risultati scomodi dati i movimenti repentini delle dita – optando per controlli gestuali più intuitivi. La parte sinistra del touch screen è deputata al movimento laterale del personaggio; mentre la metà a destra è dedicata unicamente alle differenti mosse che è possibile utilizzare durante i frequentissimi scontri. Pugni, calci, prese, salti, pestoni (il classico “stomp” o attacco quando l’avversario è a terra) sono tutti associati ad un preciso movimento del dito. Per i pugni ad esempio basta picchiettare velocemente il polpastrello sullo schermo, mentre per calci, pestoni e prese si va di swipe, ossia si striscia semplicemente il dito nella direzione del nemico di turno. Tutto funziona bene, i controlli si sono dimostrati sempre reattivi, intuitivi e divertenti.

Le modalità presenti non sono poi molte, giusto due, ma garantiscono comunque una buona dose di divertimento e demenziale umorismo. La campagna in sé, in cui è presente anche un piccolo richiamo ai giochi di ruolo (il protagonista infatti guadagna livelli ed è possibile spendere i punti accumulati per aumentarne le caratteristiche di salute, velocità, forza e quant’altro) è relativamente corta, ma la seconda modalità, l’Arena, vi farà perdere delle ore nel tentativo di battere record su record, completare veloci missioni, guadagnare esperienza, decimare orde sempre più pressanti di animali assetati di sangue. L’universo parallelo è, come abbiamo detto, dominato da animali vestiti, senzienti, ma soprattutto assetati di sangue umano, cui danno la caccia senza sosta. I nemici, al di là dei cambi d’abito relativi agli stage di riferimento, non sono molti, ma possiedono differenti pattern d’attacco; questa varietà permette di mantenere viva l’azione e, soprattutto, di usare tutti i movimenti a nostra disposizione senza adagiarsi nel mero, ripetuto, picchiettìo sullo schermo.

IN PRINCIPIO FU IL PIXEL

La creatura di I Fight Bears è, semplicemente, pixel art. Personaggi, stage, menu; tutto si compone di pochi, mastodontici, pixel. Gli stessi movimenti dei personaggi sono volutamente rigidi, quasi elementari, ma tutto ciò funziona. Sembra di giocare a qualche gloria del passato, cosa che fa sempre piacere e che ci fa tornare un po’ bambini. Se una pecca si vuol trovare, la si deve cercare purtroppo sulla scarsa varietà di ambienti di gioco (proporzionali alla durata della campagna in singolo), dominata da alti e bassi, nonché sulla loro relativa ripetitività di fondo, un peccato dato che in determinati punti anche l’ambiente di gioco riesce a trasudare demenzialità ed ironia. Poco o nulla si può dire sul comparto sonoro che si presenta quantomai minimal, con qualche melodia a 8 bit e pochi effetti.

Immagine anteprima YouTube IN CONCLUSIONE
Controlli semplici, struttura di gioco solida, trama assurda con un protagonista altrettanto improbabile e tanta nostalgia ed ammirazione per i capostipiti del genere sono gli elementi che rendono Fist of Awesome un'applicazione divertente ed immediata. Gli unici difetti si possono riscontare nella scarsa longevità della campagna in singolo (ci saranno nuovi aggiornamenti?) e nella ripetitività di alcuni ambienti. Come primo lavoro, I Fight Bears, non c'è male. ZVOTO 7
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