Leafie -La storia di un amore
La seconda giornata del Florence Korea Film Fest si è aperta con l’anteprima nazionale di Leafie -La storia di un amore, film d’animazione che uscirà nelle nostre sale il prossimo 20 Aprile distribuito dalla coraggiosa Mediterranea Productions di Angelo Bassi. Quest’ultimo, presente in sala, ha fatto sapere che il film sarà distribuito in tutta Italia in un discreto numero di copie(tra le 80 e le 100). Un plauso doveroso a questa società indipendente di produzione e distribuzione cinematografica senza la quale difficilmente sarebbe approdato qui da noi un prodotto di questo tipo. La storia parla di Leafie, una gallina in fuga dal suo allevamento che viene attaccata da una donnola e riesce a salvarsi solo grazie all’aiuto di un germano reale di nome Wanderer. In seguito ad un nuovo attacco della donnola chiamata One Eye, Wanderer e la sua compagna rimangono uccisi e Leafie si ritrova a dover covare il loro uovo. Una volta schiuso, l’anatroccolo, chiamato Greenie da Leafie per una caratteristica macchia verde che ha sulla testa, scambia la gallina per la sua mamma per poi notare, una volta cresciuto, di quanto invece siano diversi nell’aspetto. A causa di ciò il rapporto tra i due sarà messo a dura prova, ma Leafie dimostrerà a Greenie, grazie al suo coraggio e al suo gran cuore, di essere una mamma davvero unica e speciale.
Il film è stato visto da più di 5 milioni di spettatori in patria ed ha avuto un enorme successo anche in Cina, ottenendo incassi superiori a Kung Fu Panda 2. Un successo meritato per un film che conquisterà grandi e piccini grazie alla bella storia narrata, tratta dall’omonimo best-seller di Hwang Sun-mi. La pellicola si segnala inoltre per i colori suggestivi e meravigliosi che riproducono al meglio il mondo della natura in cui è ambientata. Il disegno non strizza l’occhio al gusto occidentale, mantenendo le caratteristiche prettamente asiatiche nella descrizione fisica dei vari personaggi. Una storia straordinaria che sottolinea il valore della vita e della libertà con un finale forte, commovente e drammatico molto lontano e assolutamente inedito rispetto ai film d’animazione statunitensi che siamo abituati a vedere sui nostri schermi.My Sassy Girl è una delle commedie di maggior successo nella storia del cinema coreano, divenuto ben presto un film di culto nel sud-est asiatico, dove ha ottenuto incassi lusinghieri non solo in patria ma anche ad Hong Kong e in Giappone. I due giovani interpreti Cha Tae-hyun e Jeon Ji-hyun sono davvero bravissimi, specie quest’ultima, nel rendere il particolare ed atipico rapporto che intercorre tra i due protagonisti.
La pellicola, uscita in Corea più di dieci anni fa ma tuttora inedita qui da noi, è una stralunata e divertente commedia che cambia spesso e volentieri registro, passando dal romantico al demenziale, dal grottesco al drammatico fino ai toni intimisti della parte finale. Buona la regia di Kwak Jae-yong, autore anche della sceneggiatura tratta da una storia di Kim Ho-sik, a cui si può rimproverare solo una certa prolissità che lo porta a tirare il racconto troppo per le lunghe prima di arrivare alla bella ed efficace conclusione. Fosse durato una mezz’ora di meno sarebbe stato un film decisamente migliore e ancor più godibile, senza quei momenti di stanca in cui si fatica un po’ nel seguire una vicenda che tarda ad arrivare alla conclusione. Una piccola pecca per un film divertente e fuori dagli schemi, che ha nei due attori principali uno dei suoi punti di forza.War of the arrows
L’evento principale della seconda giornata del festival è stato l’anteprima europea del film War of the arrows, alla presenza del regista Kim Han-min. Si tratta di una pellicola storica d’azione, record d’incassi in patria dove è stata vista da quasi otto milioni di persone, piazzandosi in testa al botteghino nel 2011.
Siamo nel 1636 quando il regno di Joseon, antico nome della Corea, viene invaso dall’impero manciù della dinastia Qing che deporterà quasi 500.000 coreani in Manciuria. Il giovane ed infallibile arciere Nam-Yi, scampato alla distruzione del suo villaggio, si mette sulle tracce della sorella Ja-in e del suo fidanzato Seo-gun, catturati dai manciù nel giorno delle loro nozze, per cercare di liberarli. Lo stesso Nam-Yi è però braccato dallo spietato Jushinta e dai suoi feroci guerrieri, pronti a tutto per catturarlo dopo che alcuni loro compagni sono stati trafitti dalle sue frecce letali.
Il regista Kim Han-min gira un solido ed avvincente film d’azione in costume, mantenendosi per certi aspetti fedele alla realtà storica, grazie anche al rigore filologico dato dai dialoghi in lingua manciù tra i soldati Qing. Un cappa e spada, o meglio cappa e arco, visto che al cospetto del micidiale arciere Nam-Yi impallidisce persino l’elfo Legolas della trilogia dell’anello, coinvolgente e dal ritmo serrato. Buona parte del film è incentrata sulla spietata e forsennata caccia all’uomo tra i boschi che ha il suo apice spettacolare nell’incredibile sequenza a cavallo tra due gole rocciose. Durante la visione del film viene più volte alla mente Apocalypto di Mel Gibson: le due pellicole infatti, con i dovuti distinguo di natura storica e geografica, sono accomunate dal tema principale della caccia all’uomo, angosciante e senza tregua, con tanto di bestia feroce che s’intromette negli sviluppi narrativi con le sembianze di una pantera nel film americano e di una tigre in quello coreano. Probabilmente il regista Kim Han-min ha visto e apprezzato non poco l’opera di Gibson, rimanendone influenzato per la realizzazione di questa sua ultima fatica che è e rimane soprattutto un film di genere, come ha tenuto egli stesso a sottolineare a fine proiezione.
Magistrale il lavoro fatto in sede di montaggio che ha conferito al film una tensione elevatissima come raramente capita di vedere sul grande schermo. Felice e azzeccata la scelta di Park Hae-il come attore protagonista, già visto in pellicole come The Host e Memories of Murder. Fa piacere vedere che in una paese come la Corea del Sud le pellicole di genere, dal thriller all’action passando in questo caso per il film in costume, possano scalare le classifiche e imporsi all’attenzione della stampa, a differenza di quanto accade in Italia negli ultimi tempi, dove solo la commedia nostrana, assai lontana dai fasti d’un tempo, riesce a sbancare i botteghini.Boris Schumacher
Scritto da Boris Schumacher il mar 26 2012. Registrato sotto FESTIVAL. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione