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Flash di memoria di N. Losito

Creato il 14 ottobre 2013 da Nictrecinque42 @LositoNicola

Una delle più grosse iatture che possono capitare a chi ha una certa età è perdere la memoria. Lo dico con cognizione di causa: oltre ad avere perso la memoria a breve (tipo, che cacchio ho mangiato oggi a pranzo?) adesso io ho anche parecchie difficoltà a ricordare con esattezza episodi importanti del mio passato.

Tempo fa (quattro anni o giù di lì) promossi un concorso letterario in rete fra gli utenti di un social network in cui i partecipanti avevano la libertà di scrivere un racconto partendo dalla visione della foto di un castello sconosciuto ai più. Il titolo era La conquista del maniero e la foto era questa:

 

CastelloIncantato

Anch’io presi parte alla gara. Quanto segue è ciò che presentai allora… e, naturalmente, essendone io l’organizzatore, NON mi diedi da fare per vincere il concorso. 

Occhiolino

Scriverlo fu per me un vero e proprio divertissement.

Buona lettura.

Nicola

Flash di memoria

Da parecchi minuti ho davanti a me una foto.

La sto guardando e riguardando e una strana sensazione che non so bene come definire, mi martella la testa.

Sono affascinato e turbato allo stesso tempo.

È l’immagine di un castello antico che si riflette in un’acqua tremolante di un colore blu più blu del blu del cielo.

Sarà un effetto fotografico dovuto al fondo del fossato, penso.

Poi, all’improvviso, un flash mi attraversa la mente.

Ma io lì ci sono già stato!

Non ricordo quando, non ricordo con chi, non ricordo dove, ma quel castello sono sicuro di averlo già visto.

Maledetta vecchiaia! Possibile che mi sia così rimbambito?

Ogni volta la stessa storia! E questo mi succede anche quando guardo la televisione.

Zac!

Un flash mi avverte di qualcosa che dovrei ricordare, spremo le meningi ma è inutile, tutto inizia e finisce lì.

Sfoglio una rivista e zac! Un nuovo e non richiesto flash di memoria m’informa che quell’uomo o quella donna li ho già visti da qualche parte. Poi, però, non mi viene in mente nient’altro.

Merda, merda, merda!

La mia giornata è fatta di flash che si accendono e si spengono subito e che mi lasciano scombussolato per colpa di ricordi che non s’illuminano mai del tutto.

Io sapevo che a una certa età si perde la percezione del presente, non ci si ricorda cosa si è mangiato a pranzo, o se la mattina si è andati di corpo, ma non ero preparato all’effetto passato, a quello che torna a vivere con prepotenza dentro di te e per la testa ti fa girare mille particolari incredibili che non riconosci, ma che un tempo, forse, erano stati importanti.

Un amico, stagionato come me, mi ha raccontato che, a tre anni, ha pianto per un cane che non gli voleva stare in braccio, e che, sempre da piccolo, suo nonno lo ha difeso davanti alla madre per un pantaloncino che si era strappato attraversando una rete metallica.

Cose banalissime, eppure lui le ha ricordate.

Con quei frammenti, comunque, lui ricostruisce avvenimenti passati, ricompone la sua vita, io invece, porca miseria, sono costretto all’oblio più profondo!

Solo flash inutilizzabili per me.

Però stavolta alla mia memoria non gliela do vinta.

Quel castello l’ho già visto e, anche se fosse l’ultima cosa che faccio oggi, voglio assolutamente ricordare dov’è, quando ci sono stato e anche se ero da solo o in compagnia!

Che ci vorrà mai? Basta che faccia mente locale ed eviti di perdere subito la pazienza.

Ok, sono un pochino rincoglionito, ma mica sono stupido. Ho studiato, ho fatto l’università, diavolo, conterà pur qualcosa!

Comincio l’indagine facendomi delle domande circostanziate.

Castelli con quelle caratteristiche dove possono trovarsi?

In Inghilterra, in Francia, in Italia, in Germania, in Spagna: la risposta è facilissima. Poi ci ragiono su meglio.

In Spagna? No, in Spagna no. Là hanno subìto troppo l’influenza araba e di arabo in quel castello non c’è proprio niente.

In Inghilterra un castello così ce lo vedrei, ma lo escludo subito.

In Inghilterra non ci sono mai stato.

In Italia? Mah, così a lume di naso, direi di no. Il castello è troppo austero, le mura non sono imbrattate da scritte e poi nel fossato non ci sono le erbacce tipiche di un’incuria tutta italiana.

Non è un pensiero molto patriottico, lo ammetto, d’altronde, architettonicamente, il castello non parla italiano, perciò, via anche l’Italia.

Rimangono Francia e Germania. Dici niente!

In queste due nazioni, di castelli ce ne sono a centinaia, come faccio a individuare la località giusta?

Non mi resta che accendere il computer e fare una ricerca su Internet. Già, ma cosa indico nella casella cerca.

Provo a inserire il termine “Castello”.

Google quasi mi fa una risata in faccia. Infatti, in 26 nanosecondi mi spara 94 pagine di indirizzi…

Castello Sforzesco a Milano, Castello di Gropparello, Castello Estense di Ferrara, ecc…

Clicco su Gropparello, vuoi vedere che Internet mi smentisce e il misterioso maniero che sto cercando è proprio in Italia?

Guardo l’immagine che compare a video. Il castello raffigurato non assomiglia neanche lontanamente a quello della mia foto, ma, soprattutto, è situato sopra una roccia in mezzo alle montagne. No, così non va. La ricerca che ho messo in ballo è troppo generica. Devo affinarla. Digito “Castello con fossato” in cerca. Anche così, però, non cavo un ragno dal buco. Sullo schermo mi ritrovo 70 pagine che mi ci vorrebbe una vita per guardarle tutte.

Spengo il computer.

Qualcuno poi mi spiegherà come i ragazzi di oggi riescano a fare le ricerche su Internet!

Io non trovo mai niente.

Sono depresso. Quella foto mi fa impazzire. Eppure mi ricorda qualcosa…

Merda, merda, merda!

Odio essere vecchio.

Non mi resta che una carta da giocare.

Il Jolly.

Cioè mia moglie Chicca, l’enciclopedia vivente.

Tengo questa carta sempre per ultima perché, a dire il vero, mi secca un po’ fare ogni volta la figura dello smemorato.

La chiamo, le piazzo la fotografia in mano e con tutta la buona grazia e la furbizia di cui sono capace le domando:

«Vediamo se ti ricordi di quest’antica fortezza…»

Mia moglie si aggiusta gli occhiali, si sofferma pensosa a guardare la foto, poi sentenzia:

«È il castello di Chenonceaux in Francia dove 60 anni fa ci siamo sposati. Perché me lo chiedi? Vuoi prendermi in giro?»

Deglutisco e la saliva mi va di traverso. Mentre tossisco, provo a riordinare le idee. Quando riesco a parlare, con un gran sorriso le dico:

«Fantastica questa foto, l’ho ritrovata in un libro che stavo consultando. Ricordo che quando l’ho fatta, in cielo non c’era nemmeno una nuvola e temevo che i riflessi dell’acqua avrebbero rovinato l’ultimo scatto che avevo nella macchina fotografica. Invece, guarda te! È davvero riuscita benissimo, vero?»

Chicca si allontana, ma, dall’espressione della sua faccia, è chiaro che ha capito che mi sto arrampicando sui vetri.

Tento di salvarmi in corner.

«Un gruppo di amici sta organizzando un viaggio proprio a quel castello. Potremmo accodarci e festeggiare là le nostre nozze di… di…»

«…di diamante?» mi suggerisce lei.

Niente da fare.

Sono proprio invecchiato…

Merda! Merda! Merda!

Fine

P.S.

A mia parziale giustificazione per non avere individuato il nome del castello, devo aggiungere che la foto del concorso era ingannevole. Rivelava solo una parte della costruzione e non il tutto. Infatti il castello di Chenonceaux, situato nella valle della Loira in Francia, nella sua interezza è questo:

CastelloChenonceaux

In questa foto, lo avrei riconosciuto subito…

Anche voi, vero? 

GRIN_C~1

Crediti: il racconto è tratto dal mio romanzo Alla bisogna tango si balla.


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