Il volo incerto… “Flight” Alla seconda giornata di uscita dalla programmazione di Flight, il nuovo film di Denzel Washington ho voluto farmi un regalo di compleanno, andarlo a vedere.
La storia è particolare, attratta dal trailer, che focalizza le immagini nella caduta di un aereo e di tutti i problemi che da esso ne conseguono, quale trovare in primo luogo un colpevole, mi ha trascinata invece in una storia che poco ha a che fare con un disastro aereo, bensì con la debolezza umana…
Il film è di Robert Zemeckis e narra la vicenda personale e lavorativa del comandante William “Whip” Whitaker ( Denzel Washington ) che si risveglia nella sua Orlando in camera d’albergo con l’assistente di volo Katerina Marquez ( Nadine Velazquez ), dopo una notte di sesso, alcool e soprattutto di una notte insonne. Dopo aver usato la cocaina per cercare di svegliarsi, si mette alla guida del SouthJet volo 227 per Atlanta.
Ma quello che doveva essere un ordinario volo da Orlando per Atlanta si trasformerà ben presto in un incubo. Scene d’impatto proprio nell’incipit del film, tengono gli spettatori col fiato sospeso, una straordinaria manovra del capitano “Whip”, il cosìddetto “volo al contrario”, riesce a salvare 96 dei 102 passeggeri, mantenendo in quota il velivolo e riuscendo, grazie a questa acrobazia, a fare un atterraggio d’emergenza piuttosto che a provocare un impatto disastroso con la terra ferma.
All’impatto seguirà un risveglio in ospedale, incredulo di ciò che è accaduto, a far visita al comandante il suo vecchio amico Charlie Anderson ( Bruce Greenwood ), che rappresenta ora i piloti della compagnia dell’area sindacato. Lo metterà al corrente di quanto è accaduto e che tra le vittime c’è proprio lei, la sua amica e collega Katerina Marquez.
I media lo tributano come l’eroe, colui che è riuscito a fare un’impresa impossibile, ma nel giro di un attimo, Whip si troverà a fare i conti con l’NTSB (National Transportation Safety Board) che indagherà sull’accaduto. Confermando che il volo è stato compromesso da una causa meccanica costringerà il comandante Whip a fare i conti con se stesso, con la sua debolezza… Nella storia s’intreccia l’incontro di Whip con una donna in ospedale, Nicole ( Kelly Reilly ), ricoverata dopo una overdose alla quale promette di farle visita quando lasceranno l’ospedale.
Il regista sembra andare di pari passo con i tempi del protagonista, con il suo “lento” risveglio; alla fine, quando tutto sembra essere andato per il verso giusto, perché l’avvocato riuscirà a far invalidare la prova più compromettente, ovvero, l’esame tossicologico, qualcosa scatterà dentro di lui, posto di fronte ad una foto della collega Katerina… ma questo il finale e non posso svelarlo.
Agghiacciante la freddezza della narrazione di un uomo che sembra essersi arreso al fallimento più grande della sua vita, la rottura del rapporto col figlio, il quale durante una lite furiosa grida al padre: “Chi sei…eh? Chi sei? Io non ti conosco!!!”
Un film da vedere, una storia, bella e tragica allo stesso tempo, da raccontare.
Buona visione!
Written by Barbara Filippone