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Flipback è un tascabile vero!

Creato il 30 maggio 2014 da Maria Grazia @MGraziaPiem

Flipback è un tascabile vero!

Penso che il libro tascabile così come lo conosciamo sia un ossimoro perfetto, una promessa di comodità e un formato troppo grande per entrare davvero in tasca. Ora le cose sono cambiate: adesso c’è Flipback che, ATTENZIONE ATTENZIONE, è un vero tascabile.


Flipback è un formato così grazioso ed elegante che viene voglia di gustarlo qui e subito o di custodirlo gelosamente, come si fa con un bacio di Mattinata o con un monile.

12cm x 8cm con un peso di 150gr circa: un po’ più stretto di una penna e di poco più pesante del solito etto di affettato che ordino in salumeria. E ora capisco perché ho scelto Quattro etti d’amore, grazie. Sul libro della Gamberale non posso dirvi molto perché sono ancora nel pieno della lettura, quello che posso notare sono i pro e i contro di questo formato.

I pro di Flipback

  • è pratico e maneggevole: 12cm x 8cm per un peso di 150gr circa, dipende dal numero di pagine
  • è un tascabile vero: entra nella tasca interna di una borsetta come in quella dei pantaloni e così accontenta tutti, donne e uomini
  • si sfoglia in verticale ed è perfetto per la lettura in tram, sul bus o in movimento
  • la carta è impalpabile come quella usata di solito per le edizioni pregiate
  • le segnature sono cucite con il filo di cotone
  • il blocco di pagine che costituisce il vero e proprio libro è rinforzato sul dorso e sui laterali, così la coperta si stende tutta e il libro è libero di muoversi assecondando la lettura

I contro di Flipback

  • la carta è leggera, troppo leggera. Così leggera che voltando pagina con un flip verso il basso è quasi impossibile non sgualcirla, anche perché basta avere il polpastrello un po’ umido e si attacca al dito. E in estate si sa che è un attimo
  • la font scelta è un bastoni, la stessa del Kindle. Forse è meno leggibile di un graziato e per qualcuno la dimensione del carattere potrebbe essere troppo piccola per avere una lettura comoda
  • prima di superare un certo numero di pagine, il blocco sottostante è più pesante di quello superiore e rischia di trascinarlo giù facendo perdere il filo e la pagina
  • il formato è a metà strada tra un’agendina e una Moleskine: mi sarei aspettata un segnalibro di stoffa cucito alla parte superiore del dorso. Mondadori, pensaci per le prossime edizioni anche perché qualsiasi pezzo di carta messo tra le pagine a mo’ di segnalibro è troppo piccolo e rischia di cadere. E, di nuovo, si perde il filo del racconto

Si legge in verticale con una mano. Entra nella tasca di una borsa. È cucito su dorso e laterali della coperta. Flipback Mondadori
Dopo i pro e i contro mi sono chiesta: è un formato pratico e leggero, perfetto per leggere ed essere trasportato ovunque, ma perché Flipback è nato proprio adesso? Forse è un tentativo di avvicinare più persone alla lettura, un libro mignon è più invitante e leggero di un mattone, e il lettore della domenica sceglie il suo libro anche in base al numero di pagine e al suo peso. Forse, vista la rivoluzione apportata dagli e-book, si è pensato al Flipback per assecondare le nuove abitudini di lettura e renderla il più possibile simile allo schermo di un PC o di un e-book reader. Ora che ci penso, Flipback strizza l’occhio al Kindle non solo per la font ma anche per il colore della pagina che definirei di un quasi bianco opaco.

Flipback farà leggere di più? Se l’intento è questo io mi auguro davvero che riesca! Per quanto mi riguarda leggo libri da sempre, mattoni mattoncini o e-book che siano a me interessa la storia e qualità della scrittura. Una considerazione, questa, che mi fa pensare alle parole di Giovanni De Mauro:

“È colpa solo degli altri? È colpa solo di chi non legge, della crisi, della rete? Possibile che non abbia qualche responsabilità anche il livello complessivo dell’offerta editoriale? Possibile che non ci si chieda quali sono, oggi, tutti questi libri che le folle dovrebbero accorrere in massa a comprare e che invece colpevolmente vengono lasciati sugli scaffali delle librerie?”

Ho riportato la parte finale di Scaffali, l’opinione di Giovanni De Mauro che potete leggere integralmente su Internazionale. Se invece volete dire la vostra sul formato Flipback accomodatevi, i commenti sono tutti per voi.
P.S. Non so ancora come va a finire, ma mi piacciono lo stile di Chiara Gamberale e la trama di Quattro etti d’amore, grazie, un po’ meno il booktrailer che vi propongo.


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