Sappiamo tutti che l’innovazione è la parola d’ordine del momento, che la capacità di generare innovazione è un mezzo indispensabile per accrescere la forza competitiva delle aziende, sappiamo anche che nell’editoria l’innovazione avrebbe dovuto affrontare tante sfide, i numerosi passaggi della grande trasformazione che ha mutato in questi anni il mestiere dell’editore e l’intero settore…ma non è accaduto.
Molti editori, forti del loro ruolo, hanno ignorato a lungo i mutamenti che la rete ha imposto, altri si sono accorti in ritardo del potere delle piattaforme digitali e, quando hanno deciso di fronteggiare la marea montante, hanno agito sull’onda della paura. Come? Cercando, in un primo momento, di opporsi al digitale, poi di dialogare infine, come al solito, tagliare posti e costi. Il tutto prima di accorgersi che la tecnologia era inutile frenarla, tanto meno combatterla: avrebbe controllato lo sviluppo del settore, la distribuzione, la vendita dei libri, le pratiche di lettura. Ma questo è il senno di poi.
Ora, dopo 15 anni e passa di web, è chiaro a tutti che l’intero settore è messo male, che non si tratta di pubblicare i titoli anche in e-book, che di digitale non si vive, di soli e-book si muore. A meno di non chiamarti Amazon. E di poter dettare legge agli altri.
Flipback, a portata di tasca
In questo quadro Mondadori – che in Italia è il Gruppo leader del mercato librario – ha annunciato da qualche giorno un’ innovazione che, più che innovazione, potrebbe essere una provocazione: una collana di libri denominati Flipback che rimette a centro campo il libro cartaceo, mutandone la forma.
Il progetto è stato realizzato in partnership con l’editore olandese Jongbloed, che detiene il brevetto dei Flipbooks. Si tratta di piccoli libri, poco più grandi di un’agendina, base 12 cm altezza 8, che si leggono in verticale, sono leggeri, tascabili, tutto sommato raffinati, realizzati con carta di bassa grammatura, segnature cucite con un filo di puro cotone.
Le pagine non si sfogliano, si capovolgono, si girano cioè dal basso verso l’alto, anche con una sola mano, sono morbide e duttili al tatto, ci assicurano quelli che li hanno toccati.
“Lo specchio di pagina è quello dell’e-book, l’esperienza tattile è quella il libro tradizionale”, così ci ha detto in Mondadori Marco Rana, Direttore marketing editoria di catalogo.
Come piccoli hard cover
I Flipback hanno la copertina rigida, che si sviluppa graficamente in orizzontale. Niente da dire, saranno di certo graziosi. Non li ho ancora maneggiati, usciranno in libreria l’8 maggio prossimo e costeranno mediamente tra i 9 e i 12 euro.
Del resto un libro mignon, ne sono certa, è una tentazione, è come un oggetto goloso, ti viene sempre voglia di toccarlo, manipolarlo. In più lo tieni in tasca come un e-reader, e non ha bisogno di… ricarica.
Salto mortale all’indietro
E il nome…da dove è venuto fuori? “Il nome, nell’etimo, allude alla forma” dice Marco Rana “Flipback è il salto indietro da fermo: è dunque il tentativo di restare dentro un codice di prodotto uguale a se stesso”. Come dire… un esercizio acrobatico. Un salto mortale: braccia avanti, braccia indietro, braccia in alto, piega le ginocchia e.. oplà. Se va male, per inciso, salta l’osso del collo (ma anche la schiena).
Un best seller piccolo piccolo
Nella collana dei Flipback sono previsti i titoli più gettonati di Mondadori, si va dalla trilogia delle Cinquanta sfumature di E.L.James, a Splendore della Mazzantini, da Inferno di Dan Brown a La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano. Uscirà in versione flip back, in contemporanea con l’uscita in hardcover, anche L’ufficiale e la spia di Robert Harris. Difficile pensare a un flicbook di Guerra e Pace ma se si tratta di un romanzo di duecento pagine può andare no?
Il libro è ‘anche’ di carta
Qual è il senso di questo progetto, abbiamo chiesto a Marco Rana. “Abbiamo voluto lavorare lavorare sull’innovazione di prodotto, l’innovazione non è sempre digitale. Il libro è anche di carta: non ci sono né ragioni emulative con l’e-book, né ragioni sostitutive”. Ok…innovazione. Innovazione di prodotto.
Un libro que no puede esperar
Anche l’editore argentino Eterna Cadencia ci ha provato a fare innovazione di prodotto: s’è inventato, qualche anno fa, un libro con la scadenza: il Libro que no puede esperar. Si tratta dii un libro stampato con un inchiostro speciale che scompare completamente a contatto con aria e luce, a due mesi dall’apertura della confezione. Lo scopo? Motivare coloro che acquistano libri a una lettura immediata. Anche qui, innovazione di prodotto.
Il cantiere dell’editoria è aperto
Lavorare sulla forma-libro può essere una delle possibilità. Le soluzioni sono ancora tutte da trovare. Bisogna guardare ai contenuti, valorizzare la lettura, migliorare le biblioteche, creare strutture editoriali più adeguate, pensare in modo aperto al self publishing...e tanto altro, di cui si parla ancora poco. Come si parla poco del fatto che se entri in una libreria devi farti coraggio perché ti senti perso, tanta è la massa di titoli che ti circonda, e non sai dove mettere le mani.
64.000 nuovi titoli ogni anno di cui il 60 per cento non vende neppure una copia… perché mai se ne stampano tanti? E se i cinque grandi editori italiani vendono quasi il 90% dei primi 500 libri più venduti…allora che senso c’è in tutto questo? Le statistiche sulla lettura sono sconfortanti, le piccole librerie chiudono, le grandi vendono di tutto, tra un po’ ci troveremo anche la frutta e la verdura.
È una faccenda complessa, lo so. Voi cosa ne pensate?