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Correva un'abulica ed indolente mattinata d'estate, ed io, sempre più annoiata, mi accingevo a scorrere meccanicamente l'ormai nota home di Tumblr: mai avrei immaginato che proprio quest'ultima sarebbe stata la fonte della mia nuova ed inaspettata scoperta letteraria. Girovagando qua e là, rimango sorpresa dal compulsivo citazionismo che le blogger americane fanno di un particolare libro: "Flowers in the Attic" di Virginia Andrews. Tutto questo mi coglie decisamente impreparata e si scatena in me la più sordida curiosità: ma che cos'è questo tanto decantato Flowers in the Attic? Scopro che si tratta di un romanzo horror datato 1979 (uscirà circa un anno dopo anche in Italia per la casa editrice Sonzogno con il titolo Fiori Senza Sole, passando tuttavia del tutto inosservato, a tal punto che ad oggi l'edizione italiana è irreperibile), che è diventato un vero e proprio libro Cult per due generazioni di giovani americani appassionati del genere. Non è che il primo della cosiddetta "trilogia Dollanganger", che si compone anche di Petals in the Wind (1980) e My Sweet Audrina (1982). I due capitoli seguenti, però, non bisseranno assolutamente l'enorme successo del primo. Flowers in the Attic affronta tematiche disturbanti e morbose, ai limiti della censura per la puritana America dei primi anni ottanta. La trama è perversa e sinistra, quasi inverosimile: sono i primi, sfavillanti anni cinquanta, gli anni del più grande boom economico di cui gli USA abbiano mai potuto godere, e la famiglia Dollanganger vive serena nei sobborghi di una tranquilla cittadina in Pennsylvania. La situazione precipita con la morte improvvisa del capofamiglia: i quattro figli della coppia, chiamati affettuosamente Dresden Dolls (se vi siete mai chiesti da dove provenga il nome del gruppo di Amanda Palmer..bhe,ora lo sapete) per via della loro pelle di porcellana, vengono rinchiusi in un'angusta soffitta dalla madre e dall'anziana nonna. Da qui in avanti sarà un'escalation di orrori: incesti, abusi sessuali, sevizie di ogni genere. Particolarmente ributtante l'episodio dell'avvelenamento perpetrato dalla nonna ai danni dei due gemellini più piccoli. Flowers in the Attic si legge d'un fiato, la scrittura quasi dilettantesca della Andrews non sembra essere d'intralcio al dispiegarsi della trama, anzi: rimaniamo incollati alle pagine sino all'inaspettato finale. A lettura conclusa, il libro ci lascia prede di un sottile velo d'inquietudine, che serpeggia svelto sottopelle e che ci accompagnerà per molti giorni a venire. E' l'annichilamento dell'infanzia che la Andrews ci descrive a farci rimanere disgustati: un'infanzia svilita, corrotta, infettata dalle perversioni e infine uccisa. Nel 1987 esce anche un film tratto dal romanzo, diretto da Jeffrey Bloom, che riscuote anche un discreto successo. In Italia lo conosciamo come Fiori nell'Attico. Persino la più famosa figlia di papà di Hollywood, Sofia Coppola, non fa mistero del suo amore per Flowers in the Attic: protagoniste di uno dei suoi più famosi corti, Lick the Stars (1998), sono quattro ragazze ossessionate dalla famiglia Dollanganger.
B.R
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