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Guardo fuori dalla finestra, il giardino è ammantato di un verde brillante, microscopiche gocce d'acqua guizzano vivaci dall'innaffiatoio per posarsi ovunque, sull'erba, sugli alberi, sui roseti e sui cespugli, come se una mirirade di diamanti si fosse distesa su ogni cosa; l'aria è pregna dell'odore del verde, della magnolia, dell'acacia, del tronco dei pini, delle betulle e della terra umida, è l'odore dell'estate, il profumo notturno della mia estate in questo giardino, da sempre. E a fare da sfondo una distesa nero-blu di stelle infinite, e una luna che ciclicamente rischiara le notti del mondo intero. Ogni anno che passa la luna si allontana impercettibilmente dalla terra. Solo 3,8 cm. Tra trecentomila anni sarà troppo lontana per poterla vedere dalla terra. Come faranno gli amanti senza nessuno che illumini le loro promesse d'amore eterno? Chi sarà testimone dei milioni di baci che ora vengono debolmente scaldati dalla sua luce azzurrina?Possibile pensare che nulla si rifletterà sul mare? A chi altro di ugualmente fascinoso i poeti dedicheranno intere odi? Il volto di chi cercherà la madre insonne, cullando un neonato tra le sue braccia? Per allora non saremo più qui, e nessuno saprà che noi che siamo qui in questo momento, avremmo rimpianto la luna al posto loro, ma non posso fare a meno di pensarci, di chiedermi come faranno senza luna. Chissà, forse costruiranno una luna artificiale uguale alla nostra, la lanceranno nello spazio e la legheranno a terra con una corda per non rimanere mai più senza, o proietteranno nei cieli il suo ologramma, ma non sarà la stessa cosa. E se da una parte mi sento triste al pensiero che non ci sarò per vedere che futuro avrà la nostra terra, l'umanità, il progresso, d'altro canto sono molto più triste se penso a chi non avrà l'opportunità di starsene seduto a naso all'aria a guardare la luna con qualcuno. Noi ce l'abbiamo, non è semplicemente incredibile?
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