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Flying Disk – Circling Further Down

Creato il 27 febbraio 2015 da Iyezine @iyezine
Flying Disk.Tale spiegamento di forze congiunto appare ben giustificato da un lavoro che, senza troppi indugi, ci esplode letteralmente nelle orecchie, facendoci capire subito che qui non siamo alle prese con li lamenti post adolescenziali di emaciati nerds, bensì con la ben più sana e sacrosanta incazzatura di tre giovani alle prese con il simpatico modo di merda che quelli della mia generazione hanno lasciato loro in eredità (checché ne dicano e pensino illustri ex-compagni di lotta dal loro cantuccio riscaldato da un sempre gradito vitalizio …) Venendo all’aspetto prettamente musicale, i Flying Disk non sono né geniali né particolarmente originali ma possiedono una dote un grado di sparigliare sempre le carte: quella freschezza che, unita alla conseguente urgenza espressiva, rende Circling Further Down quella botta di adrenalina che ogni tanto bisogna ricevere per spalancare gli occhi su una società che restituisce solo calci in culo a chi pensa di potervi scendere a patti. La traccia che ho più apprezzato, Disconnect, è appunto una chiave di lettura ideale, con il suo titolo, per il lavoro del terzetto piemontese: in un momento storico nel quale ognuno di noi è costantemente connesso con qualcosa o qualcuno, disconnettere metaforicamente la nostra mente è l’unico mezzo rimasto per ottenere una visione limpida di una realtà che a troppi conviene mostrarci deformata ad arte. Lo stoner/hardcore/noise dei Flying Disk (stili denunciati in sede di presentazione, ai quali aggiungerei però elementi del grunge più punkizzato ed anche influssi più illustri quali il Rollins solista ed i RATM) è lo strumento adatto per tentare di aggredire ed abbattere convenzioni e convinzioni errate: la loro attitudine diretta e priva di particolari mediazioni si rivela esplosiva quando viene miscelata con la potenza dei riff e delle ritmiche, e con la controllata rabbiosità vocale esibita dal convincente Simone. Nove brani veloci, sintetici, taglienti come affilati rasoi, sono il viatico per un percorso musicale che potrebbe lasciare il segno nel prossimo futuro; già ora i Flying Disk, con questo lavoro, per quanto breve, si sono ritagliati il loro posticino nella scena musicale alternativa italica, e ve lo dice uno che, di solito, non sobbalza sulla sedia quando ascolta il genere musicale suonato da questi ragazzi …Tracklist: 1.Recycled Plastic 2.No Dead In My Lawn 3.Scrape The Bottom 4.I Don't Feel Anything 5.Disconnect 6.Three As Seven 7.Martina's Shoes 8.Another Place, Another ManLine-up: Mattia Fenoglio - drums Simone Calvo - guitar & vocals Luca Mauro - bassFLYING DISK - Facebook" itemprop="reviewbody" />

Recensione

  • Etichetta:Vollmer Industries / Tanto Di Cappello / Rude / Dreamingorilla / Scatti Vorticosi / Taxi Driver / Canalese Noise
  • Anno:2014
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E’ un pool di etichette ad occuparsi della pubblicazione dell’esordio di questi tre ragazzi fossanesi chiamati Flying Disk.

Tale spiegamento di forze congiunto appare ben giustificato da un lavoro che, senza troppi indugi, ci esplode letteralmente nelle orecchie, facendoci capire subito che qui non siamo alle prese con li lamenti post adolescenziali di emaciati nerds, bensì con la ben più sana e sacrosanta incazzatura di tre giovani alle prese con il simpatico modo di merda che quelli della mia generazione hanno lasciato loro in eredità (checché ne dicano e pensino illustri ex-compagni di lotta dal loro cantuccio riscaldato da un sempre gradito vitalizio …)
Venendo all’aspetto prettamente musicale, i Flying Disk non sono né geniali né particolarmente originali ma possiedono una dote un grado di sparigliare sempre le carte: quella freschezza che, unita alla conseguente urgenza espressiva, rende Circling Further Down quella botta di adrenalina che ogni tanto bisogna ricevere per spalancare gli occhi su una società che restituisce solo calci in culo a chi pensa di potervi scendere a patti.
La traccia che ho più apprezzato, Disconnect, è appunto una chiave di lettura ideale, con il suo titolo, per il lavoro del terzetto piemontese: in un momento storico nel quale ognuno di noi è costantemente connesso con qualcosa o qualcuno, disconnettere metaforicamente la nostra mente è l’unico mezzo rimasto per ottenere una visione limpida di una realtà che a troppi conviene mostrarci deformata ad arte.
Lo stoner/hardcore/noise dei Flying Disk (stili denunciati in sede di presentazione, ai quali aggiungerei però elementi del grunge più punkizzato ed anche influssi più illustri quali il Rollins solista ed i RATM) è lo strumento adatto per tentare di aggredire ed abbattere convenzioni e convinzioni errate: la loro attitudine diretta e priva di particolari mediazioni si rivela esplosiva quando viene miscelata con la potenza dei riff e delle ritmiche, e con la controllata rabbiosità vocale esibita dal convincente Simone.
Nove brani veloci, sintetici, taglienti come affilati rasoi, sono il viatico per un percorso musicale che potrebbe lasciare il segno nel prossimo futuro; già ora i Flying Disk, con questo lavoro, per quanto breve, si sono ritagliati il loro posticino nella scena musicale alternativa italica, e ve lo dice uno che, di solito, non sobbalza sulla sedia quando ascolta il genere musicale suonato da questi ragazzi …

Tracklist:
1.Recycled Plastic
2.No Dead In My Lawn
3.Scrape The Bottom
4.I Don’t Feel Anything
5.Disconnect
6.Three As Seven
7.Martina’s Shoes
8.Another Place, Another Man

Line-up:
Mattia Fenoglio – drums
Simone Calvo – guitar & vocals
Luca Mauro – bass

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