Nessun aumento per il canone Rai, che per il 2014 resta bloccato a 113,50 euro. Per la prima volta dopo sette anni, il ministero dello Sviluppo economico non ha ritoccato l'abbonamento alla tv pubblica. «Le risorse vanno trovate con la lotta all'evasione del canone», twitta il ministro Flavio Zanonato annunciando la firma del decreto, poi comunicata ufficialmente da azienda e Mef. Nessuna reazione ufficiale da Viale Mazzini, che aveva chiesto l'adeguamento del canone all'inflazione, mentre l'Usigrai bolla la decisione del ministero come «incomprensibile e inaccettabile».
Il blocco del canone, spiega il ministero, è stato deciso «per coerenza con l'attuale quadro economico e normativo»: anche la Rai rientra, come le altre amministrazioni pubbliche e società controllate, nella spending review. Piuttosto il governo, dice Viale Mazzini, si è impegnato a «intensificare la lotta all'evasione», che secondo gli ultimi dati della Corte dei Conti ha superato quota 550 milioni. I metodi - si apprende - sono allo studio degli uffici competenti della stessa azienda e del Mef, che punta - anche nelle pieghe del contratto di servizio - all'ottimizzazione delle risorse, in linea con il piano di risanamento dei conti della tv pubblica avviato dal direttore generale Luigi Gubitosi.
Ma se il Codacons plaude alla scelta di Zanonato («Il mancato aumento è una vittoria per i cittadini»), l'Usigrai parla di «colpo ai conti aziendali»: «Della Rai - è il monito del sindacato dei giornalisti della tv pubblica - ci si occupa solo per far cassa e sottrarre risorse, ma non per approvare norme per liberarla dal controllo del governo e dei partiti. Ancora una volta si fa un generico riferimento al recupero dell'evasione del canone senza però introdurre strumenti certi».
«Se si vuole davvero combattere l'evasione - aggiunge il segretario Usigrai Vittorio di Trapani, interpellato dall'ANSA - sono necessari provvedimenti seri, come l'introduzione del canone in bolletta o la sua trasformazione in tassa di scopo. Vanno trovati sistemi per pagare meno, anche in maniera progressiva rispetto al reddito in modo da andare incontro ai ceti meno abbienti, pagando tutti. Questa è la strada per affrontare in modo serio il tema della risorse». Di Trapani ricorda anche che il canone Rai, «che in pratica equivale a due tazzine di caffè al giorno», è «tra i più bassi d'Europa: in base ai dati dell'European Broadcasting Union, siamo al 13/o posto tra i servizi pubblici europei e in rapporto al Pil la posizione in graduatoria scende ancora di più. Come ascolti, invece, siamo al quinto posto».
Intanto l'Autorità per le Comunicazioni ha archiviato l'esposto presentato dal capogruppo di FI alla Camera, Renato Brunetta, contro la Rai per la puntata di Che tempo che fa del 20 ottobre in cui Fabio Fazio ospitò Diego Armando Maradona e che finì al centro delle polemiche, in particolare per il 'gesto dell'ombrello' rivolto dell'ex pibe de oro contro Equitalia. L'Agcom ha riconosciuto la correttezza della Rai, in particolare del presidente e del direttore generale che avevano espresso «grande disappunto»
Firmato il decreto che NON aumenta il canone #RAI per il 2014. Le risorse vanno trovate con la lotta all'evasione del canone #mise
— flavio zanonato (@flaviozanonato) 20 Dicembre 2013