Il terremoto generato dall'esplosione del video on demand, che ha definitivamente modificato gli equilibri del mercato televisivo Oltreoceano, sta facendo sentire i suoi effetti anche nel Vecchio Continente. Non solo per l'arrivo di Netflix, che sbarcherà a ottobre anche in Italia, ma anche per le ultime strategie degli operatori di telecomunicazioni che stanno entrando con forza nel settore dei contenuti. L'accordo tra Sky e Telecom Italia va in questa direzione e si parla di possibili intese anche tra l'ex monopolista tlc e Mediaset. In Gran Bretagna è successo anche di più, perchè British Telecom ha acquisito i diritti di Champions e Premier League con un investimento di due miliardi di sterline. Per non parlare delle mosse di Vodafone, tra ingresso nella cable tv e offerta video, o dell'acquisizione di Canal Plus da parte di Telefonica in Spagna.
Dell'evoluzione del settore televisivo si occupa l'ultimo rapporto di ITMedia Consulting, che evidenzia uno scenario in frenetico cambiamento, trainato dallo sviluppo della banda ultra larga e dalla crescita dell'offerta su mobile. Negli Usa il fenomeno dell'on demand è già una realtà, nella quale Netflix la fa da padrone con 5,5 miliardi di dollari di ricavi, 60 milioni di abbonati, 18 dei quali fuori dagli Usa, e ormai consolidati investimenti nella produzione di fiction.
Nel 2014 il video entertainment ha rappresentato Oltreoceano circa il 60% del consumo di banda, con Netflix al 35% in download nei momenti di maggior consumo, seguito a distanza da Youtube, iTunes e Amazon. Non è chiaro quali saranno gli equilibri che si creeranno in Italia, che - evidenzia il rapporto - è in ritardo, come la Spagna, rispetto agli altri grandi paesi europei per le note problematiche infrastrutturali. Qui le pay tv, Sky e Mediaset, si stanno comunque attrezzando con le loro offerte internet a fronteggiare l'arrivo di Netflix. In questi paesi in ogni modo ITMedia Consulting prevede livelli di crescita superiori a quelli di Gran Bretagna, paese leader nel Vecchio Continente, Francia e Germania, dove il mercato è già notevolmente cambiato.
Nel complesso il totale delle entrate da servizi di video on demand in Europa Occidentale raggiungerà 2 miliardi e 140 milioni alla fine del 2015, con 823 milioni di euro generati da abbonamenti (modello Netflix), 760 milioni di euro dai filmati gratuiti con pubblicità, il resto da servizi a pagamento per singolo prodotto. In seguito l'offerta a pagamento in abbonamento continuerà ad acquistare rilevanza e i ricavi complessivi raggiungeranno 3 miliardi e 580 milioni di euro nel 2018, con una crescita media annua del 22%.
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