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Ma su quel treno Smith non ci è montato, ha preferito restare a terra, confinato tra "Men In Black 3" e il talento arrugginito di M. Night Shyamalan, che con "After Earth" ha compiuto esattamente il destino opposto a quello che Tarantino aveva in serbo per lui.
Con questa premessa comincia ad essere molto più chiaro il ruolo che "Focus: Niente è Come Sembra" assume nei suoi confronti, ovvero un opportunità di rilancio e di ripresa a seguito di un periodo - durato due anni - di mancate certezze, passato a rimpiangere le scelte sbagliate e a maledire quelle fatte.
Non è un caso infatti che il personaggio di Smith nella pellicola diretta da Glen Ficarra e John Requa sia la versione truffaldina di "Hitch: Lui Si Che Capisce Le Donne", un ladro esperto e affascinante che insegna alla giovane e alle prime armi Margot Robbie i trucchi del mestiere per trasformarsi in una ladra a tutti gli effetti. Così come ancora più scontato è che la conseguenza di tale coinvolgimento sarà una storia d'amore telefonata, al quale però entrambi reagiranno in modo diverso, complicandola, poiché in gran conflitto con il codice (non scritto) dei truffatori.
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Fortunatamente ha la testa di non voler puntare in alto "Focus: Niente è Come Sembra", quella consapevolezza, saggia, di essere intrattenimento veloce, da fruire in maniera spedita e da dimenticare, poi, a tempo di record. Un' onestà che tuttavia non gli impedisce né di uscire incolume come progetto e né di essere salvato sebbene, furbamente, la sua intenzione sia vincere l'intero montepremi puntando integralmente sulla confezione: cedendo dunque il palco a Smith, al volto e alla bellezza illegale della Robbie e ad una fotografia leccata e laccata, utile a fornire quel tocco in più di estetica laddove oltre non c'è assolutamente altro.
Un lavoro su commissione non proprio sufficiente, in sintesi, realizzato con il minimo delle forze e il massimo disinteresse, ad uso e consumo di un protagonista magari in parte (così come la sua variante femminile), ma non in grado di riscattare e raddrizzare quella parentesi accennata in apertura.
Resta palese però quanto Hollywood abbia intenzione di recuperare al più presto uno dei suoi migliori esponenti al box-office, lanciandogli un salvagente che comunque, per quanto cucito sulle sue misure appare obiettivamente sgonfio e non sufficiente a ritrovare la riva.
Ma quando si perde il treno, forse, è proprio questo il problema, non c'è nessun'altro mezzo o aiuto capace di incanalarti in un destino alternativo o di curarti le ferite. Quando si perde il treno, un treno poi così esplicito come quello capitato a Smith, la punizione divina probabilmente vuole che la mediocrità ti circondi per sempre.
Cosa che, se guardiamo attentamente, pare stia capitando a Will Smith da quel giorno in poi...
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