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Focus: Niente è Come Sembra - La Recensione

Creato il 10 marzo 2015 da Giordano Caputo
Focus: Niente è Come Sembra - La RecensioneC'è una svolta decisiva nella carriera cinematografica di Will Smith. Quel treno che passa solo una volta nella vita (si dice) e che se non lo prendi puoi aspettare che ripassi quanto vuoi, ma sarà solo tempo sprecato. Il treno destinato a Smith si chiamava "Django Unchained", era guidato da Quentin Tarantino, il quale gli aveva persino confidato, fermandosi, di averlo ideato pensando a lui.
Ma su quel treno Smith non ci è montato, ha preferito restare a terra, confinato tra "Men In Black 3" e il talento arrugginito di M. Night Shyamalan, che con "After Earth" ha compiuto esattamente il destino opposto a quello che Tarantino aveva in serbo per lui.
Con questa premessa comincia ad essere molto più chiaro il ruolo che "Focus: Niente è Come Sembra" assume nei suoi confronti, ovvero un opportunità di rilancio e di ripresa a seguito di un periodo - durato due anni - di mancate certezze, passato a rimpiangere le scelte sbagliate e a maledire quelle fatte.
Non è un caso infatti che il personaggio di Smith nella pellicola diretta da Glen Ficarra e John Requa sia la versione truffaldina di "Hitch: Lui Si Che Capisce Le Donne", un ladro esperto e affascinante che insegna alla giovane e alle prime armi Margot Robbie i trucchi del mestiere per trasformarsi in una ladra a tutti gli effetti. Così come ancora più scontato è che la conseguenza di tale coinvolgimento sarà una storia d'amore telefonata, al quale però entrambi reagiranno in modo diverso, complicandola, poiché in gran conflitto con il codice (non scritto) dei truffatori.
Focus: Niente è Come Sembra - La RecensioneUna pellicola riparatoria, quindi, in cui i registi Ficarra e Requa perdono totalmente i pregi con i quali erano stati capaci di mettersi in mostra in "Crazy, Stupid, Love" incoraggiando una sceneggiatura (scritta da loro) che oltre ad avere dalla sua la complicazione di apparire piatta e prevedibile, non fa nemmeno attenzione a rendere sostenibile e divertente l'intera prima parte dedicata a mettere in bella vista le prodezze magiche e illusorie del maestro Smith e la sua squadra. Nonostante questo, a stupire maggiormente e ad aumentare la gravità del fallimento, è il mancato raggiungimento persino del profilo romantico e amoroso contenuto al suo interno, quella cura superficiale con cui va a nutrire il suo nucleo principe, assai in linea con la filmografia dei due registi, eppure diametralmente opposto alla lucida e incoraggiante performance intravista nella loro precedente (e corale) uscita.
Fortunatamente ha la testa di non voler puntare in alto "Focus: Niente è Come Sembra", quella consapevolezza, saggia, di essere intrattenimento veloce, da fruire in maniera spedita e da dimenticare, poi, a tempo di record. Un' onestà che tuttavia non gli impedisce né di uscire incolume come progetto e né di essere salvato sebbene, furbamente, la sua intenzione sia vincere l'intero montepremi puntando integralmente sulla confezione: cedendo dunque il palco a Smith, al volto e alla bellezza illegale della Robbie e ad una fotografia leccata e laccata, utile a fornire quel tocco in più di estetica laddove oltre non c'è assolutamente altro.
Un lavoro su commissione non proprio sufficiente, in sintesi, realizzato con il minimo delle forze e il massimo disinteresse, ad uso e consumo di un protagonista magari in parte (così come la sua variante femminile), ma non in grado di riscattare e raddrizzare quella parentesi accennata in apertura.
Resta palese però quanto Hollywood abbia intenzione di recuperare al più presto uno dei suoi migliori esponenti al box-office, lanciandogli un salvagente che comunque, per quanto cucito sulle sue misure appare obiettivamente sgonfio e non sufficiente a ritrovare la riva.
Ma quando si perde il treno, forse, è proprio questo il problema, non c'è nessun'altro mezzo o aiuto capace di incanalarti in un destino alternativo o di curarti le ferite. Quando si perde il treno, un treno poi così esplicito come quello capitato a Smith, la punizione divina probabilmente vuole che la mediocrità ti circondi per sempre.
Cosa che, se guardiamo attentamente, pare stia capitando a Will Smith da quel giorno in poi...
Trailer:

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