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Focus on: Forbrydelsen / The Killing

Creato il 13 giugno 2011 da Pianosequenza

Focus on: Forbrydelsen / The Killing

Forbrydelsen / The Killing (Forbrydelsen)
Danmarks Radio (DR), 2007 (Danimarca, Svezia, Norvegia) Prima stagione - 20 episodi da 55'
Durante la notte di Halloween scompare una ragazza, Nanna Birk Larsen (Julie R. Ølgaard). Nessuno inizialmente sembra accorgersene: il resto della sua famiglia (padre, madre, due fratellini) è infatti fuori città mentre gli amici la credono in compagnia dell'ex fidanzato. Il giorno successivo, la detective Sarah Lund (Sofie Gråbøl) festeggia con i suoi colleghi l'addio alla polizia di Copenaghen, che lascerà per trasferirsi in Svezia con figlio e nuovo compagno. Tutto sembra sereno mentre percorre per quella che crede essere l'ultima volta le pacifiche strade della capitale danese, tappezzate di manifesti elettorali. Ritraggono Troels Hartmann (Lars Mikkelsen), giovane politicante in ascesa, che lotta col machiavellico sindaco uscente per la poltrona più prestigiosa della città. Queste tre realtà, apparentemente distanti tra loro, sono però pronte ad entrare in collisione. Chiamata a collaborare con il suo sostituto, Jan Meyer (Søren Malling), per quello che sembra un banale caso di aggressione, l'ultimo prima dell'addio allo scoglio con l'amata Sirenetta, la detective Lund giunge al ritrovamento, in un canale, del corpo straziato di una giovane. Si tratta proprio di Nanna Birk Larsen, la ragazza che nessuno credeva scomparsa. Ed è morta, annegando, intrappolata nel cofano di una delle automobili al servizio della campagna elettorale di Hartmann. Lund ritarda quindi la sua partenza, intraprendendo una indagine estremamente complessa che finirà col divenire vera e propria ossessione.
La portata del lavoro svolto dagli autori di Forbrydelsen (Søren Sveistrup, Torleif Hoppe, Per Daumiller e Michael W. Horsten) nel contesto della televisione pubblica danese Danmarks Radio è epocale. Il loro serial infatti si propone di seguire, in venti episodi da circa un'ora l'uno, i venti giorni che succedono al ritrovamento del corpo della ragazza e l'evolversi delle indagini sul suo omicidio. Presto iniziamo a comprendere come la faccenda sia molto meno banale di quanto siamo abituati a vedere, perché in ognuno di questi “frammenti” della grande fotografia generale sono aggiunti nuovi interrogativi piuttosto che rivelate soluzioni ai precedenti. Condividendo idealmente la filosofia tanto cara ai colleghi americani dell'estinto Lost, gli autori danesi riescono ad incuriosire lo spettatore proponendogli sempre una realtà alla quale manca qualche cruciale dettaglio. Così tutti i capisaldi del whodunit, quelle premesse che dovrebbero permettere ad un osservatore smaliziato di scoprire per primo sospetti e potenziali colpevoli, sono abbattuti, in nome di uno sviluppo travolgente e mai scontato. Forse solo nelle ultimissime puntate, quando si è ormai vaccinati alle trovate degli sceneggiatori, una sommessa ammirazione si sostituisce alla sorpresa per l'ennesimo colpo di scena, contemplando l'affascinante quadro generale infine privato dei tendaggi che ne avevano sempre nascosto artatamente qualche particolare.
Si farebbe torto a chiunque volesse intraprendere questa stimolante avventura svelando troppo sugli sviluppi della trama, ma anche solo alcune considerazioni sono sufficienti a mostrare come Forbrydelsen rappresenti un illuminato emblema per il suo genere. L'approccio degli autori alla narrazione delle indagini è uno dei motivi di maggiore discontinuità con il passato; è infatti concesso agli "eroi" della storia di seguire con convinzione intuizioni sbagliate o moralmente discutibili, che si tratti di mettere a rischio innocenti o condizionare la situazione politica della città. Questa umanizzazione dei protagonisti, mostrati con tutte le loro profonde debolezze (dalla implacabile Lund all'idealista Hartmann) contribuisce alla grande verosimiglianza dell'intera storia oltre a costituire l'ennesimo motivo di incertezza. Il colpevole non è lo spiacevole sospettato che tutti additano sin dall'inizio, bensì un'idea in perenne evoluzione, in accordo con nuove “piste” e spiazzanti rivelazioni. Ogni episodio segue le tre linee narrative della storia, orchestrandole con gusto; sulla storia “principale”, quella relativa alle indagini della Politi, si inseriscono infatti altri due plot: il primo riguarda Theis e Pernille, i genitori della vittima, combattuti tra il desiderio di giustizia e la voglia di assicurare una vita “normale” ai due figli più piccoli, mentre il secondo segue Troels Hartmann durante la sua tribolata campagna elettorale, funestata da un profondo ed imprevedibile coinvolgimento nell'omicidio della ragazza. Tutti gli avvenimenti hanno luogo in una Copenaghen meravigliosamente fotografata, nella quale dominano pioggia perenne e colori gelidi; persino gli interni sono raramente luminosi, nascondendo spesso sguardi ed espressioni dei protagonisti – in materia insegna il grande cinematographer Gordon Willis, divenuto celebre per aver “nascosto” gli occhi di Brando ne Il Padrino. Anche il cast, rigorosamente locale, contribuisce alla ottima riuscita del serial dimostrandosi all'altezza dell'intera produzione, “confezionata” restando nei canoni consoni ad un Cinema di buonissima qualità. Non sembra un caso che la inevitabile traduzione americana, girata a Seattle mutilando soggetto e personaggi, sia ben meno efficace. Dai nuovi produttori (Fox/AMC) arriva infatti l'idea di sacrificare la cifra stilistica per inserire complotti islamici e casinò indiani. Inutile proseguire. Nonostante la scelta della Danmarks Radio di proporre altre due stagioni (la terza è ancora inedita), c'è l'impressione che difficilmente si riuscirà a rivaleggiare con questi venti episodi. Hanno creato un nuovo punto di riferimento nel mare magnum dei serial tv polizieschi.

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