No all'offerta di Ei Towers su Rai Way, anche con l'abbassamento della soglia di validità dal 66,7% al 40%. La secca bocciatura arriva dal vertice Rai, che definisce «strategica» la partecipazione nella società delle torri, nel giorno in cui il consiglio di amministrazione di Viale Mazzini approva - all'unanimità - l'ultimo bilancio della gestione Gubitosi: il gruppo chiude il 2014 con un utile netto pari a 57,9 milioni (47,9 milioni per Rai Spa), a fronte di un utile di 5,3 milioni (4,3 milioni) dell'anno precedente, con risparmi da oltre 80 milioni e l'indebitamento in calo di oltre 125 milioni.
Dopo lo stop della Consob, che nei giorni scorsi ha comunicato a Ei Towers di ritenere «non procedibile» l'opas su Rai Way, di fatto mettendo alle strette la società del gruppo Mediaset sulla necessità di riformulare la proposta di acquisto, il cda della Rai conferma, nero su bianco, che «in ogni caso non avrebbe aderito in alcuna misura all'offerta promossa da Ei Towers, anche a seguito della modifica apportata, poiché considera strategica la propria partecipazione in Rai Way», così come «la permanenza della quotazione della società» e il «mantenimento di un azionariato diffuso». Un rifiuto che però non esclude per Rai Way «opportunità di crescita esterna ed operazioni di fusione e acquisizione» e quindi non chiuderebbe le porte a successive trattative, anche nell'ottica di un operatore unico indipendente. La palla, in ogni caso, è nel campo di Ei Towers, che dovrà decidere la prossima mossa.
Intanto, in attesa che si sblocchi l'iter del disegno di legge di riforma varato dal governo - è alla 'bollinatura' del ministero dell'Economia per essere poi assegnato alla commissione Lavori pubblici del Senato - il cda Rai in scadenza si presenta all'appuntamento con le carte in regola, rivendicando il «pieno raggiungimento» dei target del piano 2013-2015: «equilibrio economico e finanziario, eccellenza dell'offerta e produzione con tecnologia all'avanguardia». Il bilancio andrà all'approvazione dell'assemblea dei soci convocata per il 25 e 26 maggio: fino a quel momento - salvo possibili proroghe - l'attuale vertice resterà formalmente in carica.
In un 2014 complesso - in cui la tv pubblica ha dovuto scontare, tra l'altro, l'impatto degli eventi sportivi per costi da quasi 95 milioni, il taglio da 150 milioni imposti dal governo e una «leggera flessione della raccolta pubblicitaria, pur in presenza di un incremento di quota di Rai Pubblicità» - l'azienda è riuscita a ridurre i costi esterni e del personale, con un risparmio da «oltre 80 milioni», ha ottenuto «un incasso di 280 milioni e una plusvalenza netta di 228 milioni» con il collocamento sul mercato del 35% di Rai Way e può oggi brindare a un «indebitamento in forte calo, per oltre 125 milioni rispetto al 2013 (da 441 milioni a fine 2013 a 315 milioni)». Nel bilancio di fine mandato, il cda sottolinea anche l'impegno per la produzione di cinema, fiction e intrattenimento, la completa digitalizzazione dei tg, le «tante iniziative che stanno progressivamente ridisegnando il modello e l'assetto produttivo aziendale».
L'incognita a questo punto sono i tempi di approvazione della riforma della governance, destinati a incidere sull'applicazione della riforma dei tg. Nelle scorse settimane, il dg Luigi Gubitosi aveva fatto sapere di non voler andare avanti con le nomine delle due newsroom previste nella riforma, ma se i tempi si allungassero potrebbe essere 'costretto' a scegliere i due direttori, per evitare che il progetto finisca con l'arenarsi.