Con le richieste di costituzione di parte civile, tra le quali quella del Commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiusura e antiracket, prefetto Elisabetta Buongiorno, è cominciato oggi dinanzi al Tribunale di Foggia il processo al ‘clan Notarangelo’.
Sono imputati il presunto capo Angelo Notarangelo, detto ‘cintaridd’, il fratello Giuseppe, il cugino Luigi e Girolamo Perna, arrestati il 19 luglio dello scorso anno dai carabinieri a Vieste (Foggia) per una serie di estorsioni e di intimidazioni nei confronti di operatori turistici del Gargano: a questi sarebbe stato offerto un servizio di guardiania in cambio, secondo quanto appurato dagli inquirenti attraverso le denunce delle vittime, di 1.000-1.200 euro mensili.
Oggi hanno chiesto di costituirsi parte civile il prefetto Buongiorno, autorizzato dal ministero dell’Interno, il Comune di Vieste e la Federazione nazionale delle associazioni antiracket.
In aula ci sono, tra gli altri, il sottosegretario all’Interno Carlo De Stefano, il presidente onorario della Federazione delle associazioni antiracket, Tano Grasso, il prefetto di Foggia, Luisa Latella, e i dirigenti provinciali delle forze di polizia.
Nel corso della prima udienza del processo a carico del clan Notarangelo, uno degli imputati, Luigi Notarangelo, ha avuto un malore a causa di gravi problemi di salute di cui soffre da tempo ed è svenuto. L’uomo è accusato di concorso in tentativo di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Notarangelo – cugino del presunto boss del clan accusato di estorsioni a commercianti garganici – è stato condotto negli Ospedali Riuniti di Foggia, su decisione del presidente della seconda sezione penale, Carlo Protano, e parere favorevole del pubblico ministero Giuseppe Gatti. L’imputato soffre di problemi cardiaci e il suo avvocato, Michele Arena, tempo fa aveva sostenuto la incompatibilità delle condizioni di salute del suo assistito con il regime carcerario. Il legale è ancora in attesa del completamento della perizia chiesta per il suo assistito.
TRIBUNALE AMMETTE PARTI CIVILI - I giudici hanno accolto le due richieste di costituzione di parte civile. Le richieste erano state avanzate dalla Federazione delle associazioni antiracket italiana (Fai), attraverso il commissario straordinario del governo, Elisabetta Buongiorno (che ha partecipato all’udienza), e l’associazione antiracket di Vieste. Il processo è stato aggiornato al 4 marzo.
Alla costituzione di parte civile della Fai si era opposto il collegio difensivo dei quattro imputati. I legali avevano sostenuto che la locale associazione antiracket non aveva diritto a costituirsi perchè nata nel dicembre del 2009, cioè un anno dopo il verificarsi degli episodi estorsivi addebitati agli imputati.
Quanto alla Fai, la difesa aveva sostenuto che la Federazione non era portatrice di un interesse autonomo in quanto la mafia garganica non avrebbe una valenza nazionale come quella siciliana, campana o calabrese. Eccezioni che il tribunale ha poi respinto.