Fiamme gialle in Comune. Dopo il Noe gli investigatori – di nuovo a Palazzo di città per la verifica sulla gestione


Discarica in fiamme
Le discariche ex Agecos, Frisoli e quella annessa all’impianto di biostabilizzazione, la così detta «discarica di soccorso», sono al centro di nuove indagini da parte delle forze dell’ordine.
Martedì scorso la Guardia di Finanza ha acquisito presso la segreteria generale del Palazzo di città atti e delibere riguardanti i tre impianti dove negli ultimi dodici anni sono stati smaltiti i rifiuti della città.
Mentre una decina di giorni fa all’assessorato ai Lavori pubblici è giunta una lettera dei carabinieri del Noe attraverso la quale si chiedevano riscontri e delucidazioni sempre sulle stesse discariche. Sulle montagne di rifiuti che hanno trasformato irrimediabilmente la località Passo Breccioso e per la cui bonifica il Comune ha anche perso una serie di finanziamenti, l’attenzione degli investigatori potrebbe preludere all’apertura di un nuovo filone d’inchiesta da parte della magistratura. E, forse, l’acquisizione degli atti di questi giorni è susseguente già all’apertura di una nuova inchiesta.
Gli impianti di smaltimento sono già finiti nell’occhio del ciclone, la discarica Frisoli fu sequestrata nell’ottobre 2008 per irregolarità di natura ambientale.
Il tribunale di Foggia da tempo ne ha disposto la messa in sicurezza e la definitiva chiusura. All’interno dell’impianto opera l’impresa Frisoli per la realizzazione dei «muri armati» (muri composti da rifiuti opportunamente trattati). Un contratto da 18 euro per tonnellata di rifiuto trattato, circa un milione e 800 per 100mila metri cubi, secondo il valore stimato.
Attualmente l’unica discarica in funzione, quella di «soccorso» annessa all’impianto di biostabilizzazione, opera in forza di un’ordinanza sindacale dello scorso anno. Ma stando ad alcune indiscrezioni è quasi satura.
Manca comunque l’autorizzazione integrata ambientale che deve rilasciare l’assessorato all’Ambiente della Provincia e presso il quale si è già tenuta una riunione ai primi di febbraio. Il Comune ha ottenuto un lasso di tempo per presentare sia i progetti di chiusura definitiva degli impianti esauriti che per quelli per la discarica legata al biostabilizzatore. Attualmente di questo impianto è in funzione solo il lotto A, relativo a circa la metà del catino della discarica stessa.
Resta da allestire con le opere di drenaggio e impermeabilizzazione il lotto B (per il quale sono indispensabili 3 milioni di euro che al momento il Comune di Foggia non ha nel proprio bilancio).
Resta irrisolto il problema dell’area di servizio annessa alla discarica che, per errori di progettazione da parte degli allora tecnici di Amica, ricade in zona interessata da vincolo ambientale (P.A.I.). Bisogna costruire un muro di cemento armato per contenere eventuali alluvioni ed evitare disastri ambientali.
Se ne parla da due anni. Come è noto l’Amiu la gestione della discarica di soccorso non l’ha voluta inserire nel contratto di servizio con il Comune di Foggia. Il presidente Gianfranco Grandalino a fine gennaio nel corso di una riunione al Comune disse: «Chiunque dovesse farsi carico della gestione della discarica, per le informazioni in mio possesso, dovrebbe fare una ricognizione con la Regione Puglia e con i Noe». Rischi ambientali e penali erano dietro l’angolo.
Antonella Caruso da Corriere del Mezzogiorno/Foggia
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