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FOGGIA -«Ospedali riuniti» Una banca dati su fenomeno obesità

Creato il 16 febbraio 2013 da Daunianews

FOGGIA -«Ospedali riuniti» Una banca dati su fenomeno obesità Dal 14 al 20 gennaio 2013 a circa 90/92 pazienti afferenti all’unità di Gastroenterologia Universitaria, degli OORR di Foggia, è stato sottoposto un questionario nutrizionale e tutti i dati raccolti sono stati inviati a una Banca dati nazionali, con l’intento di studiare una popolazione non selezionata di pazienti con problematiche gastroenterologiche.

Il centro di Foggia è stato tra quelli che ha raccolto più dati e per tale motivo è stato selezionato ulteriormente per eseguire uno studio nutrizionale sui pazienti celiaci.

La malnutrizione, può essere conseguenza di un’alimentazione per difetto o per eccesso, rappresentando quindi le due facce opposte della stessa medaglia. La raccolta dati è stata curata dalla dr.ssa M.
Altomare Cocco con l’aiuto de dr. Muscatiello consigliere nazionale gastroenterologi italiani.

Per malnutrizione, si intende uno “stato di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo, conseguente alla discrepanza tra fabbisogni e introiti alimentari tali da comportare un incremento delle patologie.
I dati preliminari sui pazienti foggiani hanno evidenziato che su 10 pazienti partecipanti allo studio, più della metà presentavano una cattiva nutrizione per eccessivo introito di nutrienti, rispetto ai reali fabbisogni.

Le patologie più frequenti riscontrate sono state: steatosi epatica da ipercolesterolemia o presenza di calcoli alle vie biliari o alla colecisti di origine colesterinica, riscontrate soprattutto in pazienti con sovrappeso addominale o grave obesita’ che presentavano anche: diabete, ipertensione arteriosa, patologie cardiovascolari da dislipidemia.

Siamo tutti a rischio di ingrassare, grazie a questa “suscettibilità” genetica del nostro corpo che tende ad accumulare grasso (cioè energia di riserva), per periodi di carestia.

Allora che cosa fare? Se sui fattori genetici, non si può intervenire si deve cercare di agire modificando quelli ambientali. La restrizione energetica, rappresenta la pietra miliare, per la riduzione del peso e le diete bilanciate ipocaloriche sono un approccio terapeutico razionale dell’obesità.
Il livello di restrizione calorica deve indurre in linea generale una perdita di peso pari a 250 -750 g. per settimana, anche se tale perdita può variare con l’attività fisica.
Diete fortemente ipocaloriche (800 kcal, non sono da consigliare ed il loro utilizzo deve essere ristretto a circostanze del tutto eccezionali in cui sia imperativo il bisogno di un rapido decremento del peso (obesità patologica). Repentini e marcati dimagrimenti così come lunghi digiuni,potrebbero indurre una veloce mobilizzazione di grassi dai tessuti di deposito.
Esagerate restrizioni dietetiche comportano perdite rilevanti della massa magra e quindi del tessuto fisiologicamente più attivo e, rappresentano un fattore di rischio per sviluppare (soprattutto negli adolescenti) un disturbo del comportamento alimentare.
Basta solo il dimagrimento del 5-10% per abbattere di molto il rischio di malattia che l’obeso ha in più rispetto al normopeso, purchè il peso raggiunto venga mantenuto costante. per sempre ed evitare la sindrome a “yo – yo ”, dimagrire e poi ingrassare che, ha un effetto deleterio sui vasi sanguigni, e può diminuire l’aspettativa di vita.
da La Gazzetta del Mezzogiorno

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