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FOGGIA – Vertenza Don Uva Firmato l’accordo salvi 142 lavoratori

Creato il 23 febbraio 2013 da Daunianews

FOGGIA –  Vertenza Don Uva Firmato l’accordo salvi 142 lavoratoriL’«habemus accordo», nasce in un pomeriggio ministeriale disordinato e convulso in cui la paura del «tutti a casa» aleggiava facendo da sottofondo d’obbligo all’annosa vicenda del Don Uva; la firma sull’intesa scaturisce da un «prendere o lasciare», come ultima chance in cui per fortuna ha prevalso alla fine una buona dose di buon senso.
Storia chiusa, vertenza all’epilogo o quasi quella della Casa della« Divina provvidenza ieri pomeriggio dopo cinque tappe al Ministero del lavoro.

Chiuso l’accordo definitivo al Ministero del lavoro con le firme di tutti i sindacati, anche quelli che alla vigilia sembravano restii, poco convinti e più disposti a mandare a monte quelle bozze preliminari d’intesa stese a fatica.
Alla presenza dei funzionari del ministero del lavoro Maria Natale e Vincenzo Sapio dopo un’ampia discussione durata più di cinque ore è stato siglato l’accordo definitivo per il Don Uva di Foggia Potenza e Bisceglie.
Ma in cosa consiste, quali sono i termini ultimativi dell’intesa per i 587 operatori sanitari, metà dei quali raggiungeranno nei prossimi 66 mesi il requisito pensionistico. La restante parte? Contratti di solidarietà, così come aveva prospettato l’Usppi fin dal’inizio per salvare capra e cavoli. Sì, contratti di solidarietà non più per un anno ma per la durata di due anni.

Ecco cosa prevede analiticamente l’intesa fresca d firma dopo il tour de force sui tavoli ministeriali: a Foggia le persone interessate alla vertenza erano praticamente 142 di cui 72 sono quelli che in pratica alla data del 30 giugno 2013 maturano il requisito pensionistico e saranno collocati in mobilità con un contributo dell’Inps di circa 900 euro più l’incentivazione del Don Uva che è pari ad altri 200 euro più assegni.
Questo vuol dire che chi sarà collocato in mobilità potrà percepire fino al 1300 euro al mese.
Gli altri 70 invece sono gli operatori sanitari che resteranno in servizio in contratto di solidarietà, quelli per i quali – per intenderci – il contributo verrà prevalentemente dai lavoratori dipendenti in servizio i quali dovranno rinunciare ad una somma che arietà fra gli 80 e i 120 euro, un piccolissimo prezzo che la comunità foggiana dovrà pagare per permettere ai colleghi di rimanere in servizio e non perdere il posto di lavoro.

Da premettere che a coloro i quali saranno collocati in mobilità (e dovranno quindi necessariamente aspettare il contributo dell’Inps) sarà anticipato per sei mesi il Tfr (al 100% nei primi tre mesi al 50 % nei successivi tre mesi.
Alcune figure professionali previo accordo in sede aziendale potranno essere recuperate e rimesse nelle Unità Operative o dove necessariamente ci sarà bisogno di personale.
Ovviamente si resta in attesa del cosiddetto «interpello» posto al ministero del lavoro che dovrà chiarire se gli stessi lavoratori potranno beneficiare della legge Brunetta (in questo caso andrebbero tutti e 587 lavoratori in mobilità raggiungendo poi la pensione ed evitando anche la solidarietà) o se andare invece con la legge Fornero (in questo caso solo una parte di essi come sta difatti avvenendo).

«Non c’era via di uscita, l’unica strada possibile da percorrere» commentano i segretari provinciali del sindacato Usppi Massimiliano Di Fonso e Massimo Nicastro ed il segretario aziendale Lorenzo Pellecchia della Ugl.
«In questo modo è stato possibile salvare l’ente dal disastro e una parte dei lavoratori che (dopo cinque anni) sarebbe finita in mezzo alla strada.
Siamo convinti che la responsabilità sindacale abbia fatto sì che la vertenza non degenerasse, che si potessero trarre le condizioni di miglior favore per i lavoratori e per l’azienda, di meglio non si poteva fare per una vertenza durata più di due anni emezzo».
[er.tar.] da La Gazzetta del Mezzogiorno

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