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Foglie

Da Miwako
Mi da del lei, nonostante io sia quasi "piccola" a confronto.
Indossa un giubbotto trapuntato, scuro, e una sciarpa color crema.Ha i capelli corti, sale e pepe. Le stanno bene.Non ho idea di cos'abbia comprato, mi hanno distratta i suoi occhi.Intensi, profondi, pieni. Grigi come i gatti, blu come il mare quando è quasi notte. E poi sono discreti. Forse nemmeno si notano se l'osservatore non è attento. Non fanno rumore, ma sussurrano cento cose insieme. Cenotuno, forse, con quella forma a fogliolina di betulla che non avevo mai incontrato prima.Senza nemmeno avere il tempo di rifletterci, con una fila di persone dietro di lei e il silenzio surreale provocato dalla radio inceppata, esito nel riporre lo scontrino in busta, alzo il viso e le dico:
"Signora, lo sa che ha degli occhi bellissimi?"
Lei mi guarda. Attonita.Penso che, forse, avrei fatto meglio a tacere. Lei mi guarda.Mi guarda dentro, coi suoi occhi divenuti leggermente più lucidi.Mi guarda, e dice con aria incredula:
"Io? Nessuno, in 64 anni di vita, me l'aveva mai detto."
Trattiene il fiato per la coda di un secondo, e poi sorride:
"Mai ... La ringrazio."
Le allungo la busta con il libro, e la signora con gli occhi belli se ne va. Sorride.Sorrido anch'io.
Chiunque, almeno una volta nella vita, dovrebbe sentirsi dire di avere dei begli occhi.

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