“Ho visto il bambino investito in pieno da un liquido azzurro. Sul giubbotto che indossava sono comparsi dei fori enormi e ho capito subito che quel liquido fosse acido”. È questa la testimonianza choc di una delle passanti che si trovava in via Andrea Doria, nel quartiere Fuorigrotta a Napoli, poco dopo le 10 di ieri.
L’acido sarebbe stato buttato dal palazzo del civico 22, ancora nessun indagato. Ma molti puntano il dito contro una donna che si sarebbe resa protagonista di altri episodi simili.
Molte persone hanno potuto vedere la scena raccapricciante: una vera e propria pioggia di acido versata da un balcone che ha investito il bambino rom, di circa tre anni, e, in parte, la donna che si trovava con lui.
I due sono subito scappati e portati nella Farma Ferrara, una farmacia che dista pochi metri da via Doria. “Gli abbiamo subito tolto la felpa che indossava che si era bucata su più punti“, racconta la dottoressa Ferrara che è stata la prima a soccorrere il bambino, “poi abbiamo cercato di tranquillizzarlo, prima di portarlo all’ospedale Santobono“. Il neonato ha ustioni su tutto il corpo ed è ancora in gravi condizioni, ma è fuori pericolo.
Ancora in corso le indagini, avviate dal Commissariato San Paolo, per capire chi ha gettato l’acido. Ma episodi simili sono all’ordine del giorno, secondo quanto racconta il benzinaio che lavora proprio in via Doria: “molte volte la donna e il bambino venivano da me per chiedermi l’acqua e, quasi ogni volta, capitava che tirassero verso di loro oggetti, acqua e candeggina per farli allontanare. L’acido non è mai stato buttato fino ad oggi, questa è la prima volta“.
I residenti che si trovano nel civico 22 accusano una donna che si è rifiutata di parlare con la polizia.
Indignazione e sgomento nel commento dell’Opera Nomadi: “Napoli è sempre stata una città tollerante, ma è evidente che in alcuni quartieri stiano aumentando i casi di razzismo, l’atteggiamento nei confronti delle persone rom sta cambiando, ma in peggio. L’episodio di oggi ci lascia sconcertati e rattristati ma stiamo ancora aspettando la ricostruzione della storia. Ci sono da chiarire molte cose, come l’identità del bimbo e della donna“.