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FOLLIE E SCOMMESSE - Riforma della Giustizia, no grazie, non è il momento!

Da Calcisulcalcio
FOLLIE E SCOMMESSE - Riforma della Giustizia, no grazie, non è il momento!
Studiare per 14 anni nel migliore dei casi, fare praticantato per almeno altri due, superare 3 o 4 concorsi molto duri, diventare Uditore Giudiziario ed esserlo per due anni, superare un ulteriore concorso, seguire una serie interminabile di corsi di preparazione ad esami in materie concernenti diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo.
Superare prove orali di: diritto civile ed elementi fondamentali di diritto romano; procedura civile; diritto penale; procedura penale; diritto amministrativo, costituzionale e tributario; diritto del lavoro e della previdenza sociale; diritto comunitario; diritto internazionale ed elementi di informatica giuridica, il tutto ovviamente nel migliore dei casi, e senza poter ripetere l'esame per più di tre volte e senza aver superato i 40 anni.
Questa la vita del Magistrato per diventare Giudice oppure Pubblico Ministero, eppure ci sono persone che pensano a loro come il nemico, come le "toghe rosse", come gente dalla quale difendersi perchè non si riesce proprio a batterli in nessun modo.
Nonostante tutto questo, però, ci sono ancora persone che rinunciano ad avere una vita normale, fatta di cene, discoteche e pub, amici, calcetto e divertimenti vari, per dedicarsi allo studio, al far rispettare le leggi, una vita dedicata alla Giustizia.
I giorni nostri sono duri, molti sono gli interrogativi senza risposta, in molti argomenti le opinioni e le idee contrastanti trovano ascolto, ma in questo caso non ci può essere nessun discorso plausibile.
Riformare la giustizia permettendo ai cittadini si servirsi dello Stato per citare un Giudice o un Magistrato che ha seguito la loro pratica o li ha giudicati, equivale a far diventare inquisitori persone che non hanno nessun fondamento della materia.
Non voglio nemmeno pensare alle motivazioni che hanno spinto il ministro Alfano a presentare la legge, non voglio cadere nei soliti argomenti che inzeppano i telegiornali, se sia una legge pilotata per difendere l'indifendibile, voglio solamente far aprire gli occhi ai lettori.
Non si può cancellare l'ultima parvenza di civiltà, di giustizia.
Almeno in questo caso non ci deve essere divisione di opinioni, si sta smantellando il tessuto della nostra società, si sta calpestando anni e anni di duro studio e lavoro, si sta passeggiando sulla Giustizia.
Chiunque abbia ancora la possibilità di porre un veto, lo faccia, o sarà davvero difficile fermare le future conseguenze scatenate da questa riforma.
Che siamo tutti uguali davanti alla legge è un principio fondamentale che giornalmente viene calpestato nel nostro paese, ma dare la possibilità, senza un freno, ad ogni cittadino di chiedere risarcimento a chi lo ha giudicato, inizierebbe una spirale di cause che intaserebbe ancora di più la macchina giudiziaria.
Essere colpevoli al di sopra di ogni sospetto è difficile da dimostrare anche in evidenza di prove, ed è per questo che i processi durano molti anni, vizi di procedura e avvocati ogni giorno impegnati nella difesa dei cittadini, rendono la materia molto complessa, non si può proporre una riforma in una situazione incerta come quella che sta attraversando il nostro paese, dove la maggioranza non è solida, dove nessun politico rinuncia ai propri privilegi ma tramite leggi e finanziarie taglia in tutti i campi, istruzione e cultura sopra a tutto.
Ci vuole stabilità e legalità per poter riformare la Giustizia in un paese di fama mondiale, stabilità e legalità che attualmente nel nostro paese non ci sono.
di Cristian Amadei

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