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FOLLIE E...- Sempre più schiavi, diciamo basta

Creato il 18 novembre 2011 da Calcisulcalcio
Sostituisco oggi Cristian Amadei, impossibilitato a scrivere per impegni personali. Preso alla sprovvista, vi propongo un articolo del Paese Sera Online. Folle chiedere di non essere schiavi?
Alcune decine di lavoratori stranieri si sono riuniti presso la basilica di Santa Maria Maggiore esponendo striscioni che recitano "Stop a razzismo, discriminazione, xenofobie". Il bengalese Siddique Nure Alam, presidente dell'associazione Dhuumcatu: "il governo di Berlusconi e Maroni è stato razzista al 100%, e noi immigrati siamo quasi schiavi dei nostri datori di lavoro"Oggi pomeriggio i lavoratori immigrati si sono riuniti in piazza dell'Esquilino per un presidio, organizzato dall'associazione Dhuumcatu.
I manifestanti hanno esposto sulle transenne alle spalle della basilica di Santa Maria Maggiore due grandi striscioni: uno rosso-giallo-blu (i colori della Romania) che recita "Stop a razzismo, discriminazione, xenofobie" e "No all'espulsione dei cittadini europei di etnia rom dalla Francia", mentre sul secondo, completamente bianco, è stato scritto con uno spray nero "Revolutia Romana 1989-2011".CONTRO LA BOSSI-FINI - Alla base dell'obelisco al centro della piazza è stato affisso lo striscione "Monti adesso smonti la legge Bossi-Fini", mentre su un altro a terra si legge "Monti, più equità? Soggiorno per tutti". Su un furgoncino bianco uno striscione di un'associazione del Bangladesh che sostiene l'iniziativa, mentre due altoparlanti mandano musica indiana. Sono alcune decine i manifestanti stanieri, soprattutto indiani, bengalesi e africani. "Siamo qui - ha detto al microfono il presidente dell'associazione Dhuumcatu, il bengalese Siddique Nure Alam - per denunciare dei fatti: il governo di Berlusconi e Maroni è stato razzista al 100%, e noi immigrati siamo quasi schiavi dei nostri datori di lavoro. A Roma sono state presentate circa 10mila domande per avere il permesso di soggiorno, ma ancora non sono stati rilasciati. Noi non siamo felici di aver lasciato le nostre famiglie - ha aggiunto Nure Alam - se siamo venuti in Italia è perché siamo stati costretti. Molti immigrati sono scappati qui dalla Libia, che è stata bombardata anche dall'Italia, e prima ancora dall'Iraq e dall'Afghanistan. È giustizia questa?".
L'associazione Dhuumcatu denuncia, con un volantino consegnato in piazza, che "Se un lavoratore immigrato non emerso vuole denunciare lo sfruttamento da parte del proprio datore di lavoro presso l'Ispettorato viene accusato di essere un clandestino privo di permesso di soggiorno e minacciato di essere condotto in commissariato. Se un lavoratore immigrato non emerso vuole conoscere il risultato della procedura di emersione che lo riguarda o fornire documenti e informazioni importanti relativi ad essa - si legge ancora nel volantino - viene intimato dallo Sportello Unico della Prefettura a lasciare gli uffici e tornare solamente in compagnia del suo datore di lavoro".
L'associazione chiede quindi al presidente della Repubblica Italiana di intervenire "per dare un briciolo di credibilità a questo Paese, che continua a calpestare i diritti dei lavoratori e degli immigrati, dimenticando che l'Italia è costituzionalmente basata proprio sul lavoro e dimenticando che la Costituzione stessa vieta discriminazioni razziali".(Fonte: www.paesesera.it)

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