Naturalmente questo vale anche quando si sta da soli. Forse soprattutto quando si è da soli, perché tutto ruota attorno al proprio sé e alla mancanza di complicità dell’altro.
Viaggiare significa rispettare: chi ci è attorno, l’ambiente circostante e il mezzo di locomozione che si utilizza.
Oggigiorno è sempre più facile però incappare in occasionali compagni di viaggio che sono alieni a questi nostri pensieri e che risultano fastidiosi, sgradevoli e decisamente maleducati.
In aereo è abbastanza difficile essere tormentati, visti gli spazi ridotti ma in treno e autobus, bisogna avere molte volte il pelo sullo stomaco.
Noi amiamo il treno, anche se le Ferrovie dello Stato ce lo fanno dileggiare, odiare, grazie a biglietti cari, servizi scadenti e orari mai rispettati, e amiamo lo scivolare lento, rassicurante del paesaggio sulle rotaie. È qualcosa che ci accomuna, ci perseguita da una vita. L’incedere ossessivo del finestrino lungo campi, paesi. Una grande bolla dove poter leggere, ascoltare musica o far pascolare gli occhi. Ma ecco che tutto questo può essere vergognosamente rovinato da vari scocciatori di cui parleremo e a cui cercheremo di porre rimedio in qualche modo.
L’uomo telefonino
Totalmente incapace di inserire la vibrazione sul suo dannato aggeggio una volta sedutosi.
Già al suo arrivo è attaccato come una spia alla porta, al suo cellulare, e con fare petulante strazia, grazie a un volume vocale fuori scala, la pace del vagone.
E mentre continua la sua conversazione, iniziata chissà quando, inciampa, incespica nel trolley, si divincola dalla giacca che prova a togliersi, dalla ventiquattrore che gli cade. Ma non molla. Come un Diavolo della Tasmania è incollato al telefonino, principale pensiero.
Finalmente si siede e tutti sperano che sia finita, che abbia placato la sua sete di eloquio.
Ma ecco il segnale del ricevuto sms, forte come le trombe del giorno del giudizio, implacabile come i cannoni di Navarone, con suoni che ricordano i laser di Star Wars o le esplosioni di Platoon. Lui controlla da dietro i suoi occhiali da sole, iper tecnologici degni del migliore agente S.W.A.T., sorride e comincia a rispondere.
Naturalmente non ha inserito il mute sulla tastiera e quindi comincia la sinfonia di BIP, TULU’, ZWAP, SWIP, SUIIIING, capace di potrebbe scuotere anche il più grande amante di dodecafonica.
Attorno a lui gli sguardi si fanno torvi, sembra accorgersene e ripone il cellulare sul tavolinetto.
Si ritorna ai propri pensieri e affari, sicuri che abbia capito l’antifona.
La Cavalcata delle Valchirie?! Gigi d’Alessio!??! Cos’è questa improvvisa musica?!?! Semplice! La sua suoneria che squilla…
Riprende il via la conversazione e il circo. “Altro giro, altra corsa siori!”. E la meta è lontana.
Per questo un i-pod in treno è sempre necessario. Insieme a un crick, ma purtroppo appesantirebbe il vostro bagaglio.
L’uomo finestrino.
Si siede nervoso, sempre accanto al finestrino. Imbandisce il suo spazio, la sua porzione di tavolino, come la tavola di domenica e una volta fatto l’inventario di tutto si mette a suo agio.
Sembra farsi gli affari suoi, ma poi qualcosa non va… la luce lo infastidisce. Quella maledetta luce solare che riesce a passare le lenti nere dei Ray Ban e a disturbarlo.
Allora abbassa la tendina elettrica, naturalmente con la mano e non con il pulsante, proprio mentre voi vi stavate godendo la guglia di una vecchia chiesa di campagna.
Al gesto segue un ormai inutile “Posso?” a cui si vorrebbe rispondere con la più efferata ironia.
Allora chiudete gli occhi per riposare un po’ e proprio mentre stanno per cominciare i sogni Luce del Signore vi illumina in pieno, perché Lui, non il Signore, ha deciso che ora va bene e ha rialzato la tendina
Cominciate a leggere il libro, inforcate i vostri occhiali da sole e non fate in tempo a girare pagina, che la il libro si oscura… un’eclisse di cui non sapevate? Il 2012 che si avvicina? Alieni? Ovvio che no. C’è lui che alza e abbassa, centellina centimetri e forza per trovare la giusta angolazione. Giorno, pomeriggio, notte, notte fonda, prima mattina. Siete nel delirio, in un panico luciferino causato dal vostro dirimpettaio.
Per questo è sempre necessario avere un paio di occhiali da sole auotoscurenti, monete per il bar e una cerbottana con dardi tranquillanti, però quest’ultima è un po’ difficile da reperire.
L’Inquisitore.
E’ il più scaltro predatore ferroviario. Sembra che non vi consideri affatto, che non gli interessiate minimamente. Ogni tanto vi guarda sottecchi dal quotidiano che legge, ma con fare da controllore.
Dalla vostra tasca tirate fuori un pacchetto di chewing gum, ne mangiate una e avete il buon gusto di offrirle al vostro vicino.
Errore madornale.
Il silenziosissimo passeggero si trasforma in un fiume logorroico che vuole inghiottirvi, vi chiede che libro state leggendo, dove andate di bello, se avete visto al cinema l’ultima film di cui tanto si parla, cosa ne pensate del governo, da quanto tempo viaggiate su quella tratta, che lavoro fate, tutto mentre voi siete ancora con il pacchetto porto verso di lui e congelati in una dimensione di BLABLABLABLABLA.
L’unico modo è cadere vittime della narcolessia.
Sarebbe utile avere tappi per orecchie e un seggiolino eittabile, ma alle FS costerebbe troppo.
Questi sono solo alcuni e voi che ci raccontate a riguardo?
Buona scelta
IBD