Sono una donzella triste in cerca di attenzioni, ma gli altri non lo devono sapere.
Twitter è la sede della mia iperconnettività: c'è il blog ma oltre a scrivere quei pochi post che mi vengono in mente e leggere le mail dei commenti porta via poco tempo, seguo molti blog ma tranne poche eccezioni o guardo solo le immagini o leggo una riga sì e tre no, facebook giace inutilizzato da anni, instagram niente di che.Twitter è il mio problema: la mattina mentre aspetto il treno, in pausa pranzo, al ritorno quando ho le lenti a contatto annebbiate e il cervello confuso per qualsiasi libro, prima di cena e dopo cena, mentre guardo un telefilm sul pc, a letto prima di addormentarmi, quando la notte mi sveglio agitata e non riesco più a dormire.E poi ci sono certe persone a cui ti pare di volere bene che in realtà sono persone finte, persone che non conosci davvero e non lo so, io su internet ci ho anche conosciuto un fidanzato ma alle relazioni "solo" virtuali ancora non mi ci sono abituata, e se c'è qualcosa che non va, devo tornare a cercare le persone vere e non quelle con una profile pic. Quelle che ti possono guardare storto se dici una cosa senza senso, dare uno spintone o una pacca sulla spalla, al limite pagare uno spritz.
Arriva un punto che devi dire basta e io ho detto basta.Non è difficile, certo ogni tanto succede una cosa che vorrei raccontare o mi viene in mente una frase che potrebbe far ridere, a volte penso ai miei preferiti che si stanno divertendo tra loro senza di me. Tutto sommato pensavo peggio.
E infatti. Vanity parla della FOMO, Fear of missing out, cioè la paura di lasciarsi sfuggire qualcosa mentre non si è connessi e ops, io ho appena passato un bel quarto d'ora a stalkerare i profili dei miei preferiti [ok anche di alcune zoccole] per vedere se è successo qualcosa di interessante.
La disintossicazione è ancora moooolto lontana.
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